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Consigli pratici, applicabili subito, per iniziare bene con l’apparecchio

Consigli pratici per il tuo bambino

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Quali sono gli inconvenienti che si presentano la prima volta con l’apparecchio?
Il primo, che si verifica *normalmente, è l’aumento della salivazione. Il nostro cervello, appena
mettiamo qualcosa tra i denti, pensa che sia del cibo. Quindi stimola la produzione di saliva come se l’apparecchio fosse una grossa caramella da sciogliere e occorrono almeno un paio d’ore perché la salivazione diminuisca.
In questo caso il rimedio è la pazienza… e un fazzoletto a portata di mano.
La maggior parte degli apparecchi mobili, soprattutto se hanno lo scopo di correggere la
deglutizione, rendono difficile mandare giù la saliva e parlare. Il problema si supera facendo esercizio di deglutizione con l’apparecchio e parlando. Una buona idea è leggere ad alta voce e far passare il tempo. Più si parla con l’apparecchio, sforzandosi di pronunciare bene le parole, meglio è.
Un leggero fastidio ai denti è normale, ed è dovuto alla pressione esercitata dallo strumento sui denti. La sensazione di fastidio varia a seconda dell’età e delle condizioni specifiche del singolo paziente. Non c’è cura possibile che possa eliminare alla radice il disagio, tuttavia si può intervenire per alleviarlo. Mangiare cibi non caldi, ad esempio: gelati o cubetti di ghiaccio danno sollievo alla bocca perché agiscono da anestetizzanti, nel primo periodo. Ricordati di segnalarlo al dentista al prossimo appuntamento, per scrupolo. Un piccolo trucco, fai masticare lentamente ma a fondo la mollica del pane soprattutto sui denti dolenti.
Si possono formare decubiti, piccole lesioni della mucosa che possono dare fastidio per qualche giorno. Esistono tanti prodotti farmaceutici e sono tutti validi. Se possibile, se non è troppo doloroso, fai portare l’apparecchio ugualmente durante la guarigione ed il problema non si ripresenterà.
Per farlo addormentare con l’apparecchio senza che questo dia fastidio, prendi questa
abitudine: qualche minuto dopo cena ci si lava i denti e si mette subito l’apparecchio. Passa un po’ di tempo tra la cena ed il momento di coricarsi. E’ importante che l’apparecchio stia in bocca durante questo momento perché il sonno è un processo graduale ed inizia ben prima del momento in cui chiudiamo gli occhi. Far mettere l’apparecchio a tuo figlio o a tua figlia nel momento in cui si corica nel letto disturba questo processo.

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L’Igiene:

Quando si toglie l’apparecchio per più di pochi minuti conviene lavarlo sotto acqua corrente per togliere la saliva, altrimenti si formano incrostazioni e l’apparecchio prende un gusto pocopiacevole. Quindi per una semplice interrogazione puoi dire a tuo figlio di toglierlo e metterlo nella scatola, ma prima dell’ora di ginnastica dovrebbe sciacquarlo un momento sotto l’acqua prima di riporlo nella scatoletta. Non importa se l’apparecchio rimane bagnato di acqua. Non arrugginisce.
Almeno una volta al giorno lavalo per bene. Per esempio la mattina o la sera a casa.
L’apparecchio si lava con uno spazzolino per le dentiere, che puoi comprare in farmacia o con uno spazzolino da denti con setole dure e detersivo per i piatti o sapone di Marsiglia. Meglio evitare di usare il dentifricio perché non pulisce bene. Quando lo lavi tienilo nel palmo della mano e le prime volte potresti lasciare un fondo d’acqua nel lavandino per non romperlo se dovesse cadere.

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Consigli e Raccomandazioni per i pazienti in trattamento con Espansore Rapido Palatale (REP)

Il REP serve ad allargare il palato e a creare più spazio per i tuoi denti.

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Informazioni su eventuali fastidi e possibili rimedi.

L’apparecchio deve essere attivato in base alle istruzioni fornite dall’ortodontista. Ogni attivazione deve essere eseguita con la specifica chiavetta, data dalla dottoressa all’appuntamento, e DEVE ESSERE COMPLETA, ovvero fino alla completa visualizzazione del foro per l’attivazione successiva.
È normale sentire uno stato di tensione diffuso sui denti o sul naso, in particolar modo dopo la prima attivazione fatta presso lo studio. Il grado di fastidio è variabile da paziente a paziente e può essere controllato, se necessario, con l’uso di un antidolorifico.
È possibile che per i primi giorni ci sia un aumento della salivazione e difficoltà di pronuncia e deglutizione, non preoccuparti è normale e passerà in breve tempo.
Altri effetti avversi, seppur piuttosto rari, possono essere: p erdita di sangue dal naso o visione doppia temporanea.
Potrebbe verificarsi una lacrimazione aumentata.
Se l’apparecchio produce arrossamenti ed escoriazione della mucosa delle guance, utilizza la cera ortodontica e copri accuratamente quella parte dell’apparecchio che punge, vedrai che il tuo fastidio si ridurrà immediatamente.
Durante le attivazioni dell’apparecchio si aprirà uno spazio fra i denti anteriori che si chiuderà da solo. Non preoccuparti perché è un segnale che il dispositivo sta funzionando.

Come e quando spazzolare i denti.

Con il dispositivo in bocca è più facile accumulare placca e quindi è importante dedicare più tempo del solito alla cura dell’igiene orale. Innanzitutto spazzola i denti dopo ogni pasto o spuntino, seguendo le informazioni fornite in studio.
È possibile che del cibo si possa fermare sotto l’apparecchio, non preoccuparti andrà via
spazzolando.

Consigli alimentari.

EVITA cibi particolarmente difficili da rimuovere e appiccicosi (caramelle, chewing-gum, etc.)
EVITA cibi di consistenza troppo duri e croccanti (torrone, carote, crosta del pane, noccioline, etc…)
EVITA cibi particolarmente filamentosi (prosciutto crudo, pancetta, arancia, etc..) perché possono “annodarsi” all’apparecchio rendendo difficoltosa la deglutizione.
Queste piccole accortezze permettono di ridurre sensibilmente l’incidenza del distacco del dispositivo ed eventuale fastidi ed evitano l’inutile protrarsi della durata della terapia.
Si prega di comunicare in anticipo eventuali disdette.
Si prega di contattare lo studio nel caso in cui il dolore sia eccessivo o anche soltanto se abbia dubbi o altre domande da farci.
Si prega di contattarci nel caso in cui l’apparecchio venga rotto.

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Ortodonzia Termoli Dott.Fabio Cordisco

DIETA PER PORTATORI DI APPARECCHI ORTODONTICI FISSI

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La terapia che hai appena iniziato sarà efficace e rispetterà i tempi stabiliti se Tu farai
attenzione a ciò che mangi. Il Tuo apparecchio deve rimanere integro e gli attacchi devono restare ben fissati ai denti. Non vogliamo interferire con il Tuo apporto nutrizionale, Ti chiediamo solo di evitare alcuni alimenti che, per esempio, sono in grado di disgregare il cemento sotto le bande o sotto gli attacchi. Un paziente attento può avere un regime dietetico bilanciato e non mettere a rischio il lavoro dell’Ortodonzista.
Noi speriamo che Tu voglia essere questo tipo di paziente. I cibi elencati di seguito sono
quelli che abbiamo trovato essere la causa più comune di perdita di bande, attacchi e
rottura di apparecchi.

CIBI DURI
– GHIACCIO, GHIACCIOLI (possono essere solo succhiati)
– PIZZA CROCCANTE, CROSTA DELLA PIZZA
– BRUSCHETTE, OLIVE
– NOCI E NOCCIOLINE DI TUTTI I TIPI, POP CORN
– CARAMELLE DURE, CROCCANTI E TORRONI
– FRUTTA E VERDURA DURA (ad es.: mele, carote, finocchi possono essere mangiati
solo grattugiati o a fettine oppure cotti)
– CARNE CON L’OSSO (costolette e braciole possono essere mangiate dopo averle
private dell’osso; evitare la selvaggina)

CIBI GOMMOSI
– CHEWING-GUM (anche quelli senza zucchero)
– CARAMELLE GOMMOSE, BARRETTE (eliminare solo quelle con ripieno
Gommoso )

CIBI DOLCI
Dopo aver mangiato una fetta di torta o una barretta di cioccolato è opportuno che Ti lavi immediatamente i denti; se non lo fai, c’è il rischio che si formi placca batterica
(responsabile della carie). Se non hai con Te lo spazzolino, almeno risciaquaTi la bocca
con acqua.
Non abusare, comunque, di:
– TORTE, GELATI, BIBITE (coca-cola, aranciata, succhi di frutta ecc…)

Un ultimo consiglio: spazzolarTi i denti è sempre importante ma lo è ancora di più quando hai un apparecchio ortodontico. E’ necessario lavorare con impegno ma quando il Tuo trattamento sarà completato e gli attacchi verranno rimossi, sarai orgoglioso/a di sorridere.

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Ortodonzia Termoli Dott.Cordisco Fabio

Sigillatura dei denti, perché serve

La sigillatura dei molari si effettua per prevenire le carie, è una procedura assolutamente non dolorosa, né invasiva.

 

COSA SONO LE SIGILLATURE?

La sigillatura dei molari si effettua per prevenire le carie.

Eì una procedure raccomandata dalle Linee Guida Nazionali per la Promozione della Salute Orale e la Prevenzione delle Patologie Orali in Età Evolutiva (Ministero della Salute; Novembre 2013) a tutti i bambini (anche a chi non ha mai avuto carie) a partire dai 6-7 anni di età.

I solchi e le fessure dei molari permanenti, a causa della loro conformazione anatomica, ricca di solchi e fossette, rappresentano un luogo ideale per l’annidamento e la proliferazione dei batteri. La superficie di questi elementi inoltre ha poco smalto ed è perciò più soggetta agli attacchi cariogeni.

La sigillatura è una procedura molto semplice da realizzare: Si tratta di applicare un materiale resinoso molto fluido che scorrendo all’interno dei solchi e delle fossette dei denti, precedentemente ben puliti, ne rende la superficie masticante scivolosa così che i residui di cibo possano essere rimossi più facilmente. Inoltre la maggior parte dei sigillanti contengono al loro interno concentrazioni variabili di fluoro che viene lentamente rilasciato nel tempo, contribuendo a fortificare lo smalto e a proteggerlo dalla formazione della carie.

Le sigillature sarebbero anche in grado di bloccare lesioni cariose iniziali per progressiva sterilizzazione della superficie dentale: è stato infatti dimostrato che in caso di sigillatura di carie iniziali, i batteri perdono la loro vitalità con conseguente arresto del processo carioso.

Si tratta di una procedura né dolorosa, né invasiva, tanto è vero che non richiede alcuna forma di anestesia.

QUANTO SONO EFFICACI?

L’efficacia nella prevenzione della carie dipende da quanto il sigillante aderisce sul dente: può insorgere la necessità di ripeterla, ciò di solito avviene non prima di 5 anni dalla prima applicazione.

Secondo i dati forniti dal Ministero della Salute, l’effetto preventivo di tale pratica si attesta all’87,1% valutata a tre anni dalla sua applicazione, al 76.3% a quattro anni e al 65.0% a nove anni.

QUANDO VANNO FATTE?

Il momento ideale per le sigillature è appena spuntano i primi molari permanenti, di solito fra i 5 e i 7 anni. E’ consigliata a tutti i soggetti, ma in particolare più un bambino ha un’alta cario-recettività, maggiore è l’indicazione alle sigillature, non disgiunta da una buona igiene orale e alimentare. I denti appena nati sono più delicati poiché sono più fragili: il momento ideale per sigillarli è proprio appena l’eruzione si è completata.

igiene-profilassi-bambini-denti-TermoliATTENZIONE GENITORI!!!

Se avete fatto fare le sigillature ai vostri bambini questo non vuol dire che siano esenti o immuni dalle carie! Non trascurate comunque l’igiene orale dei vostri bambini e continuate a prestare la massima attenzione alla prevenzione!

COME EDUCARE IL BAMBINO GIA’ DA PICCOLO A PRENDERSI CURA DEL CAVO ORALE.

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La prima visita da qualunque medico genera ansia nel bambino; chi sarà mai quel signore o quella signora con il camice bianco? Perchè la mamma, il papà, la nonna sono così nervosi mentre mi accompagnano?

Certamente il cavo orale, zona ad elevata sensibilità, gioca un ruolo fondamentale per la psiche del bambino: non è un caso se tutti gli oggetti che il bimbo, in tenera età, maneggia con le mani finiscono anche in bocca, proprio per la sensibilità che questo organo reca con sè. Diviene un mezzo per conoscere il mondo; per conseguenza il bimbo è assai allarmato non appena gli si propone di aprire la bocca e, con strumenti a lui non noti, si cerca di osservarne l’interno.

Tutto questo contesto viene poi enfatizzato dai genitori, a loro volta portatori di paure e apprensioni frutto delle precedenti esperienze più o meno fortunate.

TRE, CINQUE E SEI.

Come non iniziare un circolo negativo? Si potrebbe sintetizzarlo con tre, cinque, sei, ovvero le età fondamentali per iniziare un rapporto professionale con l’odontostomatologo. Il modo è assai semplice e il primo passo spetta sempre ai genitori.

Il bimbo, non appena compaiono i primi dentinI da latte, deve essere educato a spazzolarli, per gioco e senza finalità, con spazzolini morbidi e piccoli. In tal modo il contatto con oggetti esterni al cavo orale renderà per il piccolo il fatto familiare; ovrà diventare un’abitudine nel corso di tutta la vita, dobbiamo farlo divenire da subito una consuetudine.

All’età di tre anni è bene fare una prima visita odontoiatrica, logicamente in ambienti protetti, con la presenza dei genitori, avendo cura che questo primo incontro sia un gioco e non un triste rituale foriero di dolori e sofferenze.Solo in questo modo sarà possibile incentivare il futuro ragazzo a sottoporsi a tutte le manovre preventive professionali indispensabili per mantenere una corretta salute dentale. Dopo la prima visita, le scadenze possono essere annuali o, prudenzialmente, semestrali.

I cinque anni risultano essere una base fondamentale per l’evoluzione futura; a quell’età tutti i denti da latte (denti decidui) sono presenti nel cavo orale del bambino.Si può apprezzare il tipo di chiusura (occlusione) che il bambino ha, si possono verificare eventuali danni provocati dalle cosiddette abitudini viziate, la prima tra tutte il succhiamento del dito o del ciuccio.In questa fase, soprattutto se il rapporto tra odontoiatra e bambino si è consolidato, sarà possibile progettare interventi, nel caso si rendano necessari, per instaurare programmi preventivi di correzione dello sviluppo dei mascellari: l’ortodonzia precoce che tende a intercettare un potenziale sviluppo negativo delle ossa mascellari. In questa fase le ossa dei piccoli sono particolarmente plastiche e un modesto intervento, con una durata temporale anche ridotta, può correggere malposizioni ossee e dentali assai gravi.

Una risoluzione a questa età può far risparmiare cure ben più complesse in età più avanzata.

Sempre intorno ai cinque anni si può apprezzare il rischio di carie del bambino; la presenza di carie denuncerà un rischio più o meno marcato e sarà importante instaurare dei programmi preventivi adeguati affinchè non si moltiplichino, particolarmente negli anni immediatamente successivi, quando usciranno i primi molari, ovvero i primi denti permanenti. Al fine di evitare l’insorgenza di carie di questi denti, opportuni programmi preventivi domiciliari e professionali, sigillature dei solchi dei denti permanenti, dovranno essere messi in atto per evitare che il numero di carie si moltiplichi e il dentista diventi uno spauracchio e non un professionista con cui condividere un percorso di vita volto a mantenere la miglior salute orale possibile.

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Ortodonzia per Adulti: non è mai troppo tardi per l’apparecchio

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Si può indossare l’apparecchio ortodontico in età adulta?
La risposta è: assolutamente sì! Sono anzi sempre più gli adulti che richiedono al proprio dentista un trattamento ortodontico per migliorare la propria dentatura, merito anche delle soluzioni sempre più discrete offerte dal mercato.

Quando si parla di apparecchio per i denti si pensa infatti che questo dispositivo sia destinato esclusivamente a bambini ed adolescenti, ma questo pregiudizio risulta privo di fondamenti. Un falso mito, insomma, che deve necessariamente essere sfatato in quanto l’ortodonzia in età adulta non solo è possibile, ma può prevenire e risolvere una serie di problematiche che vanno oltre la semplice estetica dei denti storti, garantendo oltretutto ottimi risultati.

Se non si hanno denti perfettamente allineati, insomma, si può correre ai ripari rivolgendosi ad un bravo dentista ortodontista, tenendo presente che non vi è alcun limite d’età per iniziare una cura ortodontica.

APPARECCHIO ORTODONTICO IN ETÀ ADULTA:
NON SOLO ESTETICA

Non solo una questione di estetica, dunque. Un problema non corretto durante l’infanzia, un trauma, oppure semplice prevenzione: sono molte le ragioni per le quali, anche da adulti, potremmo aver bisogno dell’ortodonzia per correggere la posizione dei nostri denti.

Non bisogna infatti sottovalutare che una dentatura ben allineata migliora le possibilità di mantenimento di un’adeguata igiene orale, e quindi a lungo termine la salute di denti e gengive. Correggere un difetto di allineamento dei denti tramite apparecchio ortodontico può inoltre prevenire o trattare malocclusioni, ripristinando il combaciamento delle arcate dentarie e mettendo dunque ai ripari da problemi all’articolazione temporo-mandibolare e quindi di masticazione o di apertura / chiusura della bocca. Senza considerare che, ovviamente, una corretta occlusione può portare benefici all’intera postura del corpo.

SU COSA INTERVIENE L’ORTODONZIA IN ETÀ ADULTA

Nell’adulto la dentatura è ormai quella definitiva e la crescita cranio-facciale è ormai completa: se da bambini si interviene sulla crescita scheletrica in atto, sugli adulti l’ortodonzia può dunque intervenire unicamente sui movimenti dentali e, in particolare, sulle malocclusioni, ovvero il disallineamento tra i denti dell’arcata superiore e quella inferiore. Ciò nonostante, i risultati possono essere ottimali, specie se dopo la terapia si ricorre ad apparecchi di contenzione per mantenere nel tempo i risultati raggiunti.

APPARECCHIO ORTODONTICO E MALOCCLUSIONI DENTALI

Si parla appunto di malocclusione dentale quando i denti dell’arcata superiore non sono perfettamente allineati con quelli dell’arcata inferiore.
Le malocclusioni possono essere congenite e manifestarsi con la comparsa dei primi denti da latte (e poi con quelli definitivi), oppure acquisite (spesso “eredità” di cattive abitudini infantili come succhiarsi il dito oppure utilizzare il ciuccio troppo a lungo); ma le malocclusioni possono essere anche causa di un trauma, come la caduta di un dente non compensata con l’inserimento di una protesi dentale, favorendo così lo spostamento dei denti vicini allo spazio creato.

Qualunque sia la causa che ha generato la malocclusione, l’ortodonzia può aiutare a ripristinare il corretto allineamento dentale e ristabilire una normo-occlusione. In particolare, le malocclusioni sulle quali l’ortodonzia in età adulta interviene sono:

  • Distema: quando si è in presenza di uno spazio eccessivo tra gli incisivi, i quali non presentano alcun punto di contatto;
  • Affollamento: quando i denti si accavallano non avendo il giusto spazio per crescere;
  • Sovramorso: quando mascella e denti superiori sporgono troppo in avanti rispetto a mandibola e denti inferiori;
  • Morso crociato: quando l’arcata superiore si trova all’interno di quella inferiore, con i denti dell’arcata inferiore che sporgono in avanti rispetto a quelli superiori. Il morso crociato può essere completo o parziale, e può coinvolgere un solo dente, alcuni denti o tutti i denti;
  • Morso profondo: quando i molari chiudono tra loro, ma i denti anteriori superiori coprono troppo quelli inferiori;
  • Morso aperto: quando molari e premolari chiudono tra loro, ma i denti anteriori non si toccano.

Anche se ormai adulti, trattare malocclusioni moderate o gravi è sempre un vantaggio. Molte di queste malocclusioni possono infatti portare con sé anche ulteriori disturbi, come ad esempio mal di testa, mal di schiena o labirintite, ed è bene sapere che corretta questa disfunzione potrebbero diminuire o scomparire molti fastidi direttamente o indirettamente correlati ai nostri denti.

ORTODONZIA ESTETICA:
GLI APPARECCHI ORTODONTICI PER ADULTI

Ebbene sì, i denti possono quindi essere spostati a qualsiasi età. Tuttavia, l’ortodonzia per adulti presenta generalmente complessità maggiori rispetto a quella dei bambini, non solo per motivi tecnici e biologici, ma anche per gli aspetti sociali connessi.
I trattamenti ortodontici per adulti possono infatti durare anche mesi o anni, ed è quindi perfettamente comprensibile che un adulto possa preoccuparsi per la sua vita di relazione. Proprio per questo, le nuove tecniche odontoiatriche hanno introdotto sul mercato una grande varietà di apparecchi invisibili ( o quasi) che stanno incoraggiando sempre più adulti a risolvere i propri problemi di allineamento dentale.

APPARECCHI “INVISIBILI” (O QUASI): LE ALTERNATIVE

Iniziamo da una prima, fondamentale distinzione tra le apparecchiature ortodontiche disponibili::

  • APPARECCHI FISSI: ove gli attacchi e l’arco che spostano i denti sono incollati sulla superficie dei denti
  • APPARECCHI MOBILI: composti da una serie di allineatori rimovibili

L’ortodonzia estetica è in tutto e per tutto assimilabile a quella classica, con la differenza che se i classici apparecchi per i denti, le cosiddette “macchinette” risultano assolutamente evidenti, l’ortodonzia invisibile ha fatto passi da gigante per studiare soluzioni poco visibili o addirittura trasparenti.

APPARECCHIO ORTODONTICO FISSO CON BRACKETS ESTETICI

L’apparecchio ortodontico tradizionale è, secondo alcuni dentisti, ancora la soluzione più efficace per raggiungere in tempi brevi l’obiettivo di un sorriso perfetto.
Tuttavia, come già detto, il classico apparecchio con i brackets metallici risulta spesso poco apprezzato dai pazienti (in particolare quelli adulti) che desiderano ottenere un sorriso armonico senza rinunciare, durante il trattamento ortodontico, all’estetica del proprio sorriso.
Se molti decidono così di optare per soluzioni più estetiche, che richiedono però tempi più dilatati, altri accolgono con favore il buon compromesso di un apparecchio fisso con brackets realizzati in ceramica, materiali trasparenti, oppure miniaturizzati (per renderli più sottili e dunque meno evidenti).

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VANTAGGI: questi apparecchi dentali possono risolvere qualsiasi tipo di disallineamento, anche grave, ed essendo di tipo fisso non richiedono la costanza del paziente nell’indossarli. I risultati si raggiungono in tempi più rapidi rispetto ad altre soluzioni più estetiche.

SVANTAGGI: non risultano appunto la soluzione più estetica presente sul mercato delle apparecchiature dentali, oltre al fatto che richiedono una scrupolosa (seppur difficoltosa) igiene orale da parte del paziente, il quale deve inoltre evitare di masticare cibi appiccicosi (come chewing gum) o molto duri, per evitare di danneggiare le componenti che le costituiscono.

 

ORTODONZIA INVISIBILE

Tale soluzione è sicuramente la più richiesta tra gli adulti. Si tratta di un set di mascherine dentali di allineamento, dette “aligners”, che regolarmente devono essere sostituite in base ai progressi e fino al raggiungimento del risultato in precedenza pianificato attraverso un progetto virtuale.
Realizzate in materiale plastico trasparente e fatte su misura per ogni paziente (attraverso un’ impronta dentale), esse avvolgono la superficie esterna, quella masticante e quella esterna dei denti, imprimendo grazie alla loro specifica conformazione una trazione costante ma così leggera da essere scarsamente percepita anche da chi le indossa.
Si tratta di apparecchiature mobili, rimovibili in autonomia (ad es. durante i pasti o per lavarsi i denti) e che assicurano per questo un comfort massimo.

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VANTAGGI: i vantaggi di questa soluzione sono numerosi.
Oltre all’estetica è senza dubbio la comodità di tali apparecchi ad averne sancito il successo: la loro superficie liscia non provoca infatti lesioni o ulcere alla bocca, non creano particolari problemi di pronuncia e richiedono anche meno controlli dal dentista (ogni 6 settimane circa).
Diviene più semplice anche la gestione dell’alimentazione e dell’igiene orale (dato che le mascherine di allineamento devono essere rimosse mentre si mangia e mentre ci si lava i denti) e grazie al progetto virtuale creato per pianificare il trattamento su misura, è generalmente possibile prevedere fin dall’inizio del trattamento quale sarà la durata effettiva e quante mascherine saranno necessarie per giungere al risultato prefissato.

SVANTAGGI: il fatto che questi apparecchi possano (e debbano) essere rimossi in alcune occasioni costituisce sia un vantaggio che uno svantaggio nel trattamento. Essi richiedono infatti anche una maggiore collaborazione e costanza da parte del paziente, il quale deve impegnarsi ad indossare gli allineatori tra le 18 e le 23 ore al giorno, rimuovendoli ai pasti e durante l’igiene per poi lavarsi nuovamente i denti prima di indossarli.
L’ulteriore svantaggio è che essi non sono adatti a tutti, in quanto non idonei a correggere malocclusioni di severa entità.

APPARECCHI DENTALI PER ADULTI: QUALE SCEGLIERE?

Come abbiamo visto esistono dunque diverse opzioni per migliorare il proprio sorriso, anche in età avanzata.
Ogni soluzione ha i suoi pro e contro, ma è tuttavia il dentista (e più specificatamente l’ortodontista) l’unica figura in grado di stabilire quale sia la più adatta al singolo caso.

Andranno infatti valutati la tipologia e la gravità della malocclusione, così come gli obiettivi che si desiderano raggiungere, creando anche un utile prospetto di tempi e costi per la terapia che dovrà essere tenuto in conto prima di iniziare il trattamento.
Qualunque sia l’apparecchio scelto la cosa certa è che un trattamento ortodontico in età adulta non solo può regalare un sorriso perfetto, ma far crescere la fiducia in noi stessi migliorando la vita privata come quella sociale e professionale.

Quando compri il dentifricio fai attenzione all’R.D.A.

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L’R.D.A. è un indice molto importante che deve essere assolutamente noto quando si utilizza un dentifricio.

Cos’è l’R.D.A.?

È l’acronimo di Relative Dentin Abrasivity ed indica il grado di abrasività del dentifricio. Maggiore sarà il grado di abrasività del dentifricio e maggiore sarà il potere pulente dello stesso nella disgregazione della placca batterica.

Una sostanza abrasiva, se da un lato aumenta l’efficacia pulente, dall’altro è considerata potenzialmente lesiva per denti e gengive. Infatti la pressione dello spazzolino (se non controllata) unita all’azione abrasiva di un dentifricio, a lungo andare, possono determinare conseguenze irreversibili per i tessuti orali.

Bisogna fare molta attenzione perché non sempre il dentifricio riporta l’indice di abrasività, pertanto è necessario chiedere ad un esperto del cavo orale se il prodotto è adatto alla propria condizione orale.

Conoscere il valore di R.D.A. non è sufficiente, è necessario infatti confrontarlo con una scala di riferimento stabilita dell’American Dental Association (A.D.A), che ha suddiviso il grado di abrasività in:

  • Valore Basso: RDA< 50
  • Valore Medio: RDA 50-90
  • Valore Alto: RDA > 90

In caso di sensibilità dentinale è necessario prestare molta attenzione all’RDA, perché un dentifricio molto abrasivo può aggravare ulteriormente i sintomi della sensibilità ai denti; in questi casi è consigliato un dentifricio con RDA inferiore al valore minimo (RDA<50).

I dentifrici con un RDA superiore a 90 devono essere utilizzati con moderazione e con particolare attenzione, controllando sempre pressione esercitata in fase di spazzolamento e l’utilizzo nel tempo.fabiocordisco.it.jpg

LE ABITUDINI VIZIATE

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La respirazione orale,  la deglutizione infantile  e  iI succhiamento del ciuccio o  del dito

LE ABITUDINI VIZIATE

L’accrescimento del volto e lo sviluppo dell’apparato dentale, sono influenzati da fattori di tipo ambientale, tra cui, di estrema importanza, sono le abitudini viziate.

Le abitudini viziate del distretto orale giocano un ruolo importante nel determinismo di numerose malocclusioni e sono correlate dall’età del soggetto (che influenza la plasticità dell’osso) dalla durata, dalla frequenza, dall’intensità delle forze esercitate. Eliminare precocemente le abitudini viziate può determinare il ritorno ad una occlusione normale: è quindi necessario individuarle il più precocemente possibile per evitare l’instaurarsi di danni permanenti, risolvibili solo con terapie ortodontiche complesse e di lunga durata. A questo scopo, nel corso della visita del bambino, è opportuno che lo specialista indaghi a livello anamnestico e ricerchi con l’esame obiettivo le abitudini “viziate” più frequenti quali: respirazione orale, deglutizione infantile, succhiamento del dito o del ciuccio.

La respirazione orale

La respirazione orale è caratterizzata da un’alterazione della fase inspiratoria, la causa è da ricercare in un’obliterazione del rino-faringe, anche parziale, riferibile a situazioni congenite (ostruzione nasale congenita, atresia delle coane, malformazioni del setto nasale, mancata perforazione delle narici, malformazioni dell’ala del naso) o acquisite (ipertrofia linfatica adeno-tonsillare, deviazioni del setto nasale, ipertrofia dei turbinati di origine allergica o causata da infezioni croniche della mucosa, riniti croniche atrofiche, tonsilliti ipertrofiche, poliposi, sinusiti croniche).

È più frequente nei bambini con viso e spazio rino-faringeo stretti e allungati ed è responsabile di alterazioni a più livelli, locali e sistemici.

A livello orale si osserva disidratazione delle mucose, labbra screpolate e incompetenti, iperemia e ipertrofia gengivale. Il mascellare superiore è prominente e ridotto nei diametri trasversali, il palato è ogivale, l’occlusione è spesso caratterizzata da morso incrociato postero-laterale: è quindi frequente l’associazione tra respirazione orale e malocclusioni (II e III classe scheletrica). E’ frequente anche l’associazione con deglutizione di tipo infantile.

A livello nasale l’intasamento, causato dalla diminuita pervietà delle coane e dalla mancata eliminazione del secreto mucoso, favorisce la virulentazione della flora batterica con frequenti riniti, sinusiti, otiti croniche che aggravano il quadro respiratorio.

La respirazione orale è quindi in grado di determinare ripercussioni anche importanti sull’armonico sviluppo dello scheletro maxillo-facciale, di conseguenza è importante formulare una diagnosi precoce, un eventuale esame otorinolaringoiatrico, ed eliminare, quando possibile, le cause. Qualora, eliminati gli ostacoli locali, la respirazione orale dovesse persistere si può ricorrere alla rieducazione funzionale tramite interventi logopedici o espandere il canale respiratorio nasale tramite apparecchio ortodontico-ortopedico.

La deglutizione infantile

La lingua, per gli stretti rapporti che contrae con le ossa mascellari e con la muscolatura periorale e per le numerose e complesse funzioni in cui è coinvolta, gioca un ruolo importante nell’accrescimento delle basi ossee e nello sviluppo di un corretto rapporto tra le arcate dentali.

La posizione e i movimenti della lingua si modificano nel tempo con il passaggio dall’alimentazione liquida all’alimentazione semiliquida e solida; con l’eruzione degli elementi dentali il bambino acquisisce il meccanismo della masticazione.

Nei primi anni di vita la deglutizione è caratterizzata dalla interposizione della lingua tra le due arcate e dalla contrazione della muscolatura periorale, in particolare del muscolo mentale (deglutizione di tipo infantile).

Verso gli 8-9 anni, per il completamento dell’eruzione dei denti permanenti del settore frontale, per la progressiva diminuzione di volume dei tessuti linfatici della cavità orale (tonsille, adenoidi) e per l’accrescimento della mandibola, la deglutizione si modifica: la punta della lingua viene a contatto con la superficie palatina degli incisivi superiori e il corpo con il palato duro; le labbra sono a contatto in assenza di contrazioni della muscolatura periorale e del muscolo mentale (deglutizione di tipo adulto o somatica).

In circa il 30 % dei soggetti il meccanismo della deglutizione rimane di tipo infantile e questo avviene a  causa di numerosi fattori.

Il persistere della deglutizione di tipo infantile può causare l’instaurarsi di: malocclusioni (come il morso aperto -beanza anteriore), riduzione dei diametri trasversi dell’arcata superiore con conseguente sviluppo di morso incrociato latero-posteriore e laterodeviazione della mandibola.

Numerose sono le terapie proposte per correggere la deglutizione infantile. Secondo alcuni la terapia ottimale è quella miofunzionale, che utilizza esercizi di fisioterapia; altri propongono l’uso di apparecchiature ortodontiche fornite di griglia palatina per riportare forzatamente la lingua in una posizione più arretrata e palatale; altri ancora associano entrambe le tecniche, utilizzando gli esercizi per stabilizzare nel tempo i risultati ottenuti con la terapia ortodontica.

ll succhiamento del ciuccio o del dito

Rappresenta un’abitudine estremamente frequente nel bambino, interessa infatti il 75-95 % della popolazione in età infantile.

Si instaura molto precocemente, talvolta già in epoca prenatale (tra la 17° e la 32° settimana di vita intrauterina), e tende ad esaurirsi spontaneamente, verso il quarto anno di vita.

L’abitudine al succhiamento in questi anni può essere considerata come una fase fisiologica dello sviluppo neuro-motorio. Quando persiste oltre il quarto anno di età può essere interpretata o come comportamento regressivo, legato ad alterazioni della sfera affettiva, o come sintomo di nevrosi derivante da situazioni psicologicamente indesiderabili e da gravi stress; può, tuttavia, rappresentare semplicemente una risposta comportamentale appresa.

L’abitudine al succhiamento del ciuccio viene spontaneamente abbandonata in epoca relativamente precoce, più problematico è il succhiamento del dito, abitudine che perdura in un numero relativamente elevato di bambini, soprattutto di sesso femminile, fino agli 11 anni.

I problemi che possono derivare da un succhiamento protratto sono:

  • mancanza di contatto interdentale in sede incisiva e, nei casi più gravi, un morso aperto, per la ridotta crescita dell’osso alveolare;
  • persistenza di deglutizione infantile;
  • vestibolarizzazione degli incisivi superiori e aumento dell’overjet;
  • incompetenza labiale;
  • problemi masticatori e fonetici;
  • instaurarsi di malocclusioni (soprattutto nei soggetti in cui l’abitudine si protrae a lungo nel tempo).

Se l’abitudine “viziata” viene abbandonata prima dell’eruzione dei denti permanenti, molti dei problemi indicati vanno incontro a risoluzione spontanea.

Il momento ottimale per correggere questa parafunzione è l’età fra i 4 e i 5 anni, soprattutto nel periodo estivo, quando il desiderio di succhiare può essere rimosso da attività ludiche all’aperto; prima di intervenire è però necessario escludere la presenza di conflitti emotivi alla base del perdurare dell’abitudine stessa.

Per rimuovere il succhiamento possono essere utilizzate le seguenti tecniche:

  • somministrare rinforzi positivi (il bambino riceve un premio quando non succhia);
  • ridurre la gradevolezza derivante dal succhiamento (tintura amara sul dito, guantino di lana sulla mano…);
  • applicare dispositivi ortodontici in grado di impedire meccanicamente il succhiamento (griglia palatina fissata su una placca rimovibile o, nei casi di più difficile risoluzione, griglia palatina fissa, su arco palatino saldato a bande ortodontiche cementate ai molari).

L’approccio con il bambino che presenti questa parafunzione deve essere, da parte dei genitori, del pediatra e dell’odontoiatra, estremamente sereno; un’attenta valutazione del bambino sotto il profilo psicologico e odontoiatrico permette di individuare il momento e il modo idonei a sospendere il comportamento nel modo più atraumatico possibile.

 

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Lettera aperta a tutti i nonni

Cari Nonni,

Il vostro supporto per la crescita dei nostri figli e per la nostra sopravvivenza a questa fantastica esperienza che è l’essere genitori è fondamentale. Vi trovate in una condizione privilegiata potendo dare ai nipoti lo stesso amore (se non di più) che avete dato a noi figli senza però la responsabilità di chi deve educare. Questo, come sapete bene, alle volte porta a qualche vizio… il più delle volte innocente.

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Gli americani hanno l’abitudine di dare un nome a qualsiasi cosa e qualche hanno fa’ hanno coniato il termine “Grandparents’ decay” ossia “carie da nonni”. Questo “nuovo tipo di carie” origina dall’affetto che i nonni dimostrano ai nipoti attraverso caramelle, merendine, succhi di frutta industriali e cibi zuccherati di varia natura. Cari nonni, gli zuccheri sono un grande pericolo per i denti, e se vogliamo ridurre il rischio di carie dobbiamo fare attenzione; una sola preghiera: meno zuccheri e più spazzolino per un sorriso sano e sereno, proprio quello che voi desiderate per i vostri nipoti. E se già lo fate GRAZIE!!! Per evitare la carie bisogna lavorare in squadra il dentista pediatrico da solo non basta, serve l’aiuto di tutta la famiglia per vincere!!!

Denti affollati nei bambini. Cosa fare?

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Il desiderio di ogni genitore è che il proprio bimbo abbia un sorriso sano, con denti ben allineati in un viso armonioso. Gli anni passano e i nostri piccoli crescono ma non sempre la loro bocca si sviluppa in modo da lasciare sufficiente spazio a tutti i dentini. Talvolta, infatti, la dimensione dei denti è maggiore dello spazio disponibile. Si parla, in questi casi, di affollamento dentale che può compromettere, in futuro, l’estetica del loro viso.

Perché si possono creare condizioni di affollamento dentale ?

Ogni dente ha una sua dimensione ed ha bisogno di un determinato spazio, ma non sempre la dimensione dell’osso è adeguata. Motivo per cui si presentano non allineati, ruotati, accavallati, disordinati.

Cosa comporta avere i denti accavallati, ruotati e non allineati?

I denti disallineati favoriscono il ristagno della placca e aumentano il rischio di problemi gengivali e di carie interprossimale. Disallineamenti e affollamenti richiedono maggiore attenzione e cura nelle manovre di igiene domiciliare.

Inoltre, impattano in modo tale da essere soggetti a usura irregolare. Il carico masticatorio è sbilanciato e sottopone alcuni denti a particolare stress masticatorio.

Come si risolve un problema di affollamento dentale?

Per equilibrare lo spazio disponibile nell’osso e lo spazio richiesto dalle dimensioni dei denti si può agire in due modi:

  1.  Aumentare lo spazio disponibile ovvero espansione delle arcate

Appena si nota un accavallamento dei denti è importante rivolgersi all’ortodontista per valutare come e quando affrontare e risolvere il problema. Alcuni trattamenti di espansione delle arcate trovano maggiore efficacia e indicazione in determinate fasce di età, per cui ogni caso deve essere valutato singolarmente in tutte le sue componenti di crescita, di permuta, di spazio dentale e di spazio osseo, nonché nelle funzioni.

Entro una certa età, l’espansione trasversale dell’arcata superiore è una procedura semplice, quasi impossibile in quella inferiore; se la ristrettezza di spazio coinvolge entrambe le arcate sarà sconsigliato espandere la sola arcata superiore per non perdere il coordinamento fra le due.

  1. Ridurre lo spazio necessario attraverso l’estrazione di alcuni denti

Per creare il giusto equilibrio, può essere necessario in alcuni casi, procedere sacrificando alcuni denti a favore di un beneficio complessivo. Questa indicazione, può lasciare perplessi. Quando un ortodontista decide che il compromesso accettabile per quel paziente è l’estrazione di alcuni elementi, significa che ha valutato le alternative terapeutiche, ma che ogni altra alternativa ha un compromesso più sfavorevole da accettare. Le estrazioni programmate in ortodonzia, sono strumento potentissimo che consente di risolvere le problematiche di spazio, senza incidere sulla parte inferiore del viso che, insieme agli occhi, caratterizza maggiormente il volto.

L’attrattività di un viso, infatti, dipende dalla bellezza delle sue singole componenti (occhi, naso, bocca) e dal rapporto tra di esse.

Ogni paziente è unico e irripetibile e l’impegno dell’ortodontista è massimo, per formulare un corretto piano di trattamento, costruito su misura sul caso dello specifico paziente. Diversi anni di studio, di specializzazione e di aggiornamento continuo, contribuiscono a far sì che il professionista abbia gli strumenti, le tecniche e le conoscenze necessarie, per gestire i diversi livelli di complessità dei casi che gli si presentano, e definire il momento ideale in cui intervenire con il trattamento ortodontico, per ottenere il maggior risultato con il minimo impegno per il paziente.

Per questo, i bambini vanno visitati prima possibile da un ortodontista che possa valutare come e se intervenire per evitare problemi più spiacevoli in futuro.