Archivi categoria: ortodonzia

Denti del giudizio che spingono: è vero che i denti si affollano oppure no?

I tuoi denti del giudizio sono storti e contemporaneamente i tuoi incisivi si stanno spostando? La vicina di casa ti ha detto che estraendoli risolveresti il problema? Scopriamo insieme se la storia dei denti del giudizio che spingono è una bufala o una realtà.

Il terzo molare, anche definito come dente del giudizio, è l’ultimo elemento dentario ad erompere nel nostro cavo orale.
La sua età di eruzione è assai variabile ma grossomodo si aggira tra i 20 e i 30 anni. A volte però, può capitare che anzichè erompere, resti incluso nell’osso.

Ma quando è “storto” o più in generale incluso, è davvero in grado di spingere e affollare i denti anteriori? Scopriamolo insieme.

Inclusione dentaria

Si definisce inclusione dentaria la mancata eruzione di un dente oltre i limiti fisiologici prefissati.

L’elemento dentario in questione può essere ricoperto interamente da osso (inclusione completa), o in parte da gengiva (inclusione parziale).

Quindi, in soldoni, un dente incluso è un dente che non è erotto eche è rimasto “ritenuto” nei tessuti sottostanti totalmente o parzialmente.

Dentisti-Termoli
Impianti-Dentali-Termoli-Campobasso-Cordisco-Fabio-Protesi-Dentale-Corona-Capsula-Dolore-Denti-Carie-Implantologia-Gengive-Dentisti-Odontoiatri-Montefalcone-nel-Sannio-mandibolaortodonzia-maxilofaciale-intervento-denti-di-giudizio-chirurgia-orale-igiene-parodontite
Esempio di terzo molare incluso

I denti del giudizio sono gli elementi dentari che più vanno incontro a tale condizione, seguiti dai canini.

Molte volte, i terzi molari non sono solo inclusi nell’osso, ma sono anche
storti
.
Ciò, negli anni, ha portato alla credenza comune che possano spingere gli altri denti e determinare un affollamento dentario.

Probabilmente ti starai chiedendo per quale motivo siano proprio gli ultimi molari, soprattutto inferiori, ad avere questo tipo di condizione e a far soffrire moltissimi giovani. 

Cause di inclusione dei denti del giudizio

Le ragioni per cui tali denti restano ritenuti nell’osso, talvolta anche storti, è correlabile a due cause: 

  • cause di ordine embriologico;
  • cause di ordine anatomico.

Embriologicamente, il dente del giudizio, può originare da un germe indipendente oppure dal secondo molare.
Spesso, in quest’ultimo caso, si inclina e non trova spazio per erompere correttamente.

Ancora, l’eruzione dei denti del giudizio è condizionata dai vettori di crescita della mandibola, che possono orientare la direzione o lo sviluppo della radice in maniera più o meno favorevole.

In più, i denti suddetti, per poter spuntare in maniera idonea, sono soggetti ad un raddrizzamento fisiologico che prende il nome di “curva di raddrizzamento di Capdepont”.
Quando ci sono alterazioni di questo percorso, il terzo molare resta incluso e storto.

dente-del-giudizio-dentisti-termoli-cordisco-fabiojpg.png

Tra le cause anatomiche invece, banalmente figura la carenza di spazio. Ovvero l’arcata è troppo piccola e il dente non riesce ad erompere.

Denti del giudizio che spingono: chiariamo le idee

Capita sempre più frequentemente che, numerosi pazienti, dopo essersi malinformati online o dopo aver parlato con la vicina di casa, si rechino agli studi odontoiatrici già intenzionati voler estrarre tutti e 4 i denti del giudizio.

“Sono stati loro a spostare gli incisivi“; “sono i denti del giudizio che spingono ad avermi fatto tornare dopo l’apparecchio tutto come prima“.
Sono solo alcune delle frasi che si è soliti sentire.

In realtà, com’è possibile che due denti del giudizio riescano ad avere effetti così massicci sugli incisivi centrali, quando a separarli ci sono nientemeno che sei denti (secondo e primo molare, secondo e primo premolare, canino e incisivo laterale), assieme ai loro relativi complessi parodontali (e quindi legamento e osso)?

Dente-del-giudizio-Termoli

Inoltre, per quale motivo solo i denti del giudizio dovrebbero avere tutta questa propulsione in avanti?

I denti hanno origini embriologiche e meccanismi di eruzione praticamente sovrapponibili, non c’è motivo per cui solo i terzi molari producano una “spinta”, e non invece gli altri, che pure sono più “vicini” agli incisivi.

Il parere della letteratura

La credenza che i denti del giudizio spingano e che siano in grado di storcere gli altri denti è dunque assolutamente ingiustificata.

Difatti, non sono nè in grado di spostare denti, nè in grado di riaffollarli dopo l’apparecchio. 

Questi spostamenti sono quindi imputabili ad altre cause e vanno ricercati altrove.

Se il tuo dentista ti ha detto il contrario e ti ha proposto di estrarli, non va ugualmente creduto. A tal proposito non esistono pareri o opinioni, ma a parlare è la letteratura scientifica.

Esperimenti, prove sperimentali e studi clinici, raccolti in revisioni sistematiche dimostrano difatti che non c’è un rapporto di causa-effetto tra i denti del giudizio e l’affollamento o la recidiva ortodontica.

Chirurgia ortognatica: ecco l’intervento per correggere la mandibola

Ti hanno detto che l’unico modo per avere un sorriso perfetto è la chirurgia? In cosa consiste? Ecco tutto quello che c’è da sapere sull’intervento per correggere la mandibola.


Cos’è la chirurgia ortognatica

La chirurgia ortognatica è una branca della chirurgia maxillo-facciale che si basa sulla correzione chirurgica delle anomalie scheletriche di osso mascellare e mandibola.

Ortognatico significa “mascelle dritte” pertanto l’obiettivo principale è muovere le mascelle, e con esse i denti, collocando entrambi nella giusta posizione.

Gnatologia-Termoli

Tipicamente si tratta di un tipo di chirurgia che viene effettuata su soggetti adulti a fine crescita.
Esistono tuttavia alcuni casi in cui può essere effettuata a partire dai 16 anni.

Chi ha bisogno della chirurgia ortognatica?

Le persone che possono beneficiare della chirurgia ortognatica sono quelle che hanno una masticazione scorretta o quelle con le arcate dentarie malposizionate per squilibri della crescita delle mascelle.

Queste anomalie possono creare una serie di problemi sulla funzione masticatoria, la respirazione, la fonazione, la salute della bocca e penalizzare seriamente l’aspetto estetico.

Possiamo sintetizzare alcune condizioni tipicamente che richiedono chirurgia ortognatica:

  • eccessiva crescita della parte inferiore del viso (mandibola grande o pronunciata);
  • scarso sviluppo mascellare;
  • eccessivo sviluppo mascellare;
  • scarso sviluppo della mandibola con mento sfuggente, a becco d’uccello, con eventuale presenza di spazio tra gli incisivi superiori e inferiori;
  • asimmetrie più o meno gravi, con deviazione della mandibola, de mento o della mascella;

Gnatologo-Termoli

  • alterazioni dell’occlusione che non possono essere corrette con l’apparecchio ortodontico, come morso profondo (gli incisivi superiori coprono troppo gli inferiori) o morso aperto (spazio tra incisivi superiori e inferiori).

Quali sono le fasi dell’intervento?

Il percorso ha in genere inizio con la visita dall’ortodontista.
Normalmente, il paziente richiede un consulto perché ha i denti storti, o chiude male la bocca, o nota che il viso non è di suo gradimento.

L’ortodontista dopo un accurato studio della bocca, dei calchi e delle teleradiografie del cranio, pianificherà la fase terapeutica.

Approccio convenzionale

Qualora per correggere la mandibola o l’osso mascellare si dovesse optare per l’intervento chirurgico convenzionale, il paziente dovrà portare per circa 1 anno un apparecchio per allineare i denti.

ortodonzia termoli montefalcone nel sannio

Successivamente, a denti dritti, verrà eseguito l’intervento chirurgico, ove il chirurgo muoverà le ossa insieme alle arcate, armonizzando il viso.

Circa 1-2 mesi dopo la chirurgia, il paziente tornerà dall’ortodontista per rifinire i dettagli dell’occlusione.

Surgery first

In alcuni casi si esegue anche il cosiddetto “surgery first”: si preferisce effettuare prima l’intervento chirurgico, quindi andare a posizionare prima mascellare e mandibola nella posizione corretta e poi concludere con l’ortodonzia.

Questa linea terapeutica ha dei risvolti importanti anche di natura psicologica per il paziente.

Gnatologia-Termoli

Difatti, una persona a cui non aggrada il suo aspetto estetico, difficilmente accetterà 12 mesi di ortodonzia pre-chirurgica.

Correggere la mandibola immediatamente, gli porterà un miglioramento generalizzato del volto che poi lo spingerà a cercare la perfezione con il trattamento ortodontico postoperatorio.

Qui però, dopo l’intervento, non trattandosi di una semplice rifinitura, l’apparecchio andrà portato per un periodo di tempo maggiore. 

Eventuali complicanze e rischi

Come ogni intervento chirurgico, la chirurgia ortognatica non è esente da rischi e complicanze.

Complicanze generali e specifiche

Possiamo distinguere delle complicanze generali e complicanze specifiche.

Le complicanze generali si possono realizzare durante e dopo l’intervento. Senza dubbio vanno citati sanguinamento e infezione, oltre che l’apertura della ferita chirurgica.

Tra le specifiche, la più problematica è l’esposizione dei mezzi di osteosintesi, ovvero delle placche e viti che tengono ferma la mandibola nella nuova posizione. Questa evenienza obbliga il chirurgo ad un nuovo intervento per la loro rimozione.

Rischi legati all’intervento

Può capitare che durante l’intervento qualcosa vada storto…senza dubbio i rischi maggiori che si possono correre durante la correzione della mandibola sono:

  1. eventuali lesioni alle radici dentarie;
  2. lesioni del nervo alveolare inferiore;
  3. frattura iatrogena patologica, ovvero una frattura scorretta causata del chirurgo a livello delle ossa mascellari.
    Tale problematica colpisce principalmente la mandibola per via della sua densità maggiore.

Vantaggi e svantaggi

È ormai a tutti noto che molti attori di Hollywood, tra cui Angelina Jolie, abbiano ricorso alla chirurgia ortognatica per migliorare il loro profilo ed angolo mandibolare. correggere la mandibola

Chi lo avrebbe mai fatto per un motivo così futile se questa procedura non possedesse innumerevoli vantaggi?

Anzitutto, tutti questi interventi vengono eseguiti per via endorale, cioè senza cicatrici esterne sul viso, e non comportano quasi mai l’immobilizzazione con fili metallici delle arcate dentarie tra loro.

Inoltre, le moderne tecnologie consentono, tramite l’utilizzo di software dedicati, di darti la possibilità di conoscere il tuo aspetto post-intervento, attraverso una ricostruzione facciale virtuale.
In questa maniera saprai come sarai ancora prima di operarti.

In più, la chirurgia ortognatica colloca i denti e le mascelle in una nuova posizione più bilanciata, funzionale e salutare.

Non soltanto sarai in grado di mordere e masticare al meglio ma anche il tuo aspetto, la respirazione e il modo di parlare risentiranno dei benefici apportati.

L’unico svantaggio da considerare è il gonfiore del viso post-intervento, pressocchè inevitabile, che può perdurare anche per un mese.

Diretta conseguenza è la difficoltà nel mangiare, nel bere e nel parlare nelle prime settimane.

Bite per i denti in farmacia: funziona davvero? Facciamo chiarezza

Gnatologo-Termoli

Soffri di digrignamento notturno e nella tua farmacia vendono i bite? Il vicino di casa ti ha detto che funzionano? Inquadriamo insieme il tuo problema e scopriamo se l’acquisto dei bite per i denti in farmacia è consigliabile oppure no.

Secondo un articolo scientifico del 2013 intitolato “Bruxism defined and graded: an international consensus” pubblicato sul Journal of Oral Rehabilitation, il bruxismo è definito come un’attività ripetitiva dei muscoli masticatori caratterizzata dal digrignamento o dal serramento dei denti e/o da tensione o spinta della mandibola.

Classificazioni del bruxismo

Il bruxismo fa parte della parafunzioni e può essere classificato in base al tipo di movimento e al periodo della giornata in cui esso si manifesta.
Si distingue in:

  • bruxismo statico (clenching), caratterizzato dal serramento delle arcate;
  • bruxismo dinamico (grinding), ossia il digrignamento dei denti.

Inoltre si parla di bruxismo diurno quando il serramento o il digrignamento avvengono nelle ore diurne, mentre prende il nome di bruxismo notturno quando il problema si manifesta di notte.

Quali sono le cause del bruxismo?

Una revisione sistematica ha evidenziato che la prevalenza dei soggetti che soffrono di bruxismo si aggiri tra l’8 e il 31,4%. Ma quali sono le cause?

Le cause del digrignamento e del serramento dei denti sono ancora poco chiare ma sicuramente compartecipano numerosi fattori. Per diversi anni si è pensato che il bruxismo fosse causato da una malocclusione, ma recenti studi hanno smentito tale teoria. Sicuramente un ruolo particolarmente spiccato lo rivestono i fattori psico-sociali. Ansia e stress predispongono al bruxismo diurno.

Anche i farmaci e le abitudini viziate possono influire sul digrignamento dei denti. È stato dimostrato che alcuni farmaci antidepressivi o antipsicotici, fumo, alcool e caffeina siano strettamente correlati al bruxismo notturno. Alla stessa maniera, anche l’insonnia e le apnee ostruttive del sonno sono dei reperti facilmente riscontrabili nei pazienti con tale disturbo.

Si può concludere che non c’è un criterio univoco su come il digrignamento dei denti e il serramento si sviluppino.

Come faccio a sapere se soffro di digrignamento dei denti?

La raccolta dei segni e sintomi del bruxismo e la conferma da parte dei familiari rivestono un ruolo fondamentale. Secondo l’International Classification of Sleep Disorders si può fare diagnosi di bruxismo notturno se vi è la presenza di rumori striduli regolari o frequenti durante il sonno e se si realizza uno o più dei seguenti segni e sintomi:

  • Usura dei margini degli elementi dentari;
  • Affaticamento e dolore ai muscoli masticatori durante l’arco della giornata;
  • Mal di testa al mattino;
  • Difficoltà ad aprire la bocca al risveglio.

Solitamente i primi segni vengono notati dal partner che durante le ore notturne percepisce i tipici rumori del digrignamento. Successivamente i margini incisali dei denti andranno incontro ad usura, consumando lo smalto ed esponendo la dentina. Tale esposizione rende anche i denti più sensibili al freddo e al caldo e più suscettibili a carie.

Gnatologo-Termoli-Cordisco

Evidente usura del margine incisale degli elementi dentari

Tuttavia, l’esame più indicato per la diagnosi di bruxismo è la polisonnografia. Difatti, tramite lo studio delle fasi del sonno, degli atti respiratori e dei muscoli masticatori è possibile scoprire la gravità del problema e individuare eventuali disturbi del sonno.

I tratti caratterizzanti del serramento

Il serramento (clenching) ha diversi punti in comune con il digrignamento dei denti ma si differenzia per alcuni aspetti:

  • I denti dei serratori non sono usurati;
  • Lo sforzo muscolare è ancora più accentuato rispetto al digrignamento causando dolori muscolari anche intensi durante il giorno;
  • Il serramento determina un approfondimento delle fosse negli elementi dentari;
  • Sono frequenti manifestazioni parodontali come recessioni gengivali fino ad arrivare alla mobilità dentale.

Gnatologo-Termoli-Cordisco

Terapia del bruxismo: ecco come risolvere il problema

Purtroppo, una terapia che rimuova la causa ancora non esiste. L’unico rimedio esistente per il digrignamento dei denti e il serramento è di natura palliativa ed è rappresentato dal bite. 

15Il bite è un dispositivo removibile in resina che si posiziona generalmente sull’arcata superiore e permette di eliminare gli effetti dannosi del bruxismo. Distribuendo i contatti dei denti sul bite si favorirà il rilassamento dei muscoli masticatori attenuando tutti i sintomi quali mal di testa, indolenzimento e dolore.

In più, la mandibola sarà libera di pattinare sulla resina impedendo che i denti possano usurarsi ulteriormente.

Per poter indossare un bite adeguato è necessaria la presa dell’impronta delle arcate

Bite per i denti in farmacia

Ma veniamo al dunque: è consigliabile acquistare un bite per i denti in farmacia oppure no?

Generalmente, tra i “non addetti ai lavori” ci sono numerosi pareri discordanti a riguardo: c’è chi l’ha comprato e si è trovato molto bene; chi lo ha perso; chi aveva fastidi e lo ha gettato…

In realtà, è fondamentale che il bite venga pianificato e progettato da un odontoiatra evitando assolutamente quelli preformati presenti al supermercato o in farmacia.

Acquistando i bite per i denti in farmacia ci si espone ad una serie di rischi:

  • vi può essere un aggravamento dei sintomi;
  • essendo progettati in modo impreciso, potrebbero stimolare il riflesso del vomito;
  • potrebbe dare luogo a precontatti in grado di alterare la chiusura della bocca;
  • mancata personalizzazione del bite in relazione alla patologia.

Difatti, esistono numerose problematiche di natura articolare. Ognuna di queste necessita di un bite progettato in maniera differente e specifica per quel paziente.

Implantologia Dentale Osteointegrata

Dentisti-Termoli

In cosa consiste l’implantologia osteointegrata e in cosa differisce rispetto alle altre tipologie di impianti?

Gli impianti dentali sono radici artificiali in titanio che vengono inserite all’interno delle ossa mascellari e vanno così a formare la solida base alla quale ancorare sia la sostituzione di un solo dente mancante, sia una protesi parziale o totale.

Definizione dell’implantologia osteointegrata

Implantologia-Dentale-Protesi-Termoli

 

Gli impianti funzionano nello stesso modo dei denti naturali e consentono di recuperare la comodità di masticare, parlare e sorridere con la stessa sicurezza data dai denti naturali. Contrariamente a quanto spesso si sente dire, gli impianti non sono soggetti a “rigetto”. Infatti il materiale da cui sono costituiti, il titanio, è assolutamente biocompatibile, ovvero non viene riconosciuto come corpo estraneo dal nostro organismo, bensì viene accettato come fosse una sua parte.

Il titanio, quindi, inserito nell’osso umano, si integra con la struttura ossea stessa, formando un elemento unico sul quale ci si può ancorare per sostituire uno o più denti. Questo processo viene chiamato osteointegrazione e gli impianti si dicono quindi “osteointegrati”.
Dal punto di vista pratico, per sostituire i denti mancanti con gli impianti sono necessarie due fasi. Una prima fase chirurgica consiste nell’inserimento degli impianti. A questo primo intervento segue un periodo di guarigione, della durata variabile da 3 a 6 mesi, durante il quale avviene il processo di osteointegrazione, in questi mesi il paziente rimane senza denti oppure se vi sono le condizioni puo’ portare denti provvisori fissi. Al termine di tale periodo è necessario un secondo, piccolo intervento per scoprire gli impianti, fino a quel momento sommersi sotto la gengiva e posizionare il “pilastro di guarigione”. Una volta guarita la gengiva attorno all’impianto sarà possibile prendere le impronte e trattare gli impianti analogamente alle radici dei denti naturali, costruendovi sopra il manufatto protesico necessario per la riabilitazione della funzione masticatoria ed estetica della bocca.

Prima di essere sottoposti ad un intervento di chirurgia orale implantologica, è necessario assumere farmaci.

Si tratta di farmaci antibiotici.

 

impianti-dentali-Termoli-Cordisco

 

Denti e postura sono collegati: ecco cosa devi sapere

Il legame fra denti e postura è ampiamente accertato.Una malocclusione può ripercuotersi negativamente su distretti corporei distanti, e questa correlazione interessa tutte le età, bambini inclusi.malocclusionedentistatermoli.jpg

Descrivendo il nesso fra denti e postura ai pazienti ne notano spesso l’incredulità. Eppure gli studi sull’influenza di denti e articolazione temporo-mandibolare (ATM) sulla corretta/scorretta postura mostrano che è innegabile e importante. A cominciare dall’ambito sportivo, in cui l’uso del bite è determinante nel migliorare le prestazioni in presenza di malocclusioni. Ma anche nelle altre fasce di popolazione vari disturbi come mal di schiena o cefalea trovano spesso causa e soluzione dal dentista.

Cosa sono la malocclusione e i disturbi temporo-mandibolari

 Per capire il legame fra denti e postura vediamo innanzitutto cos’è la malocclusione. Si tratta dell’alterazione nel fisiologico allineamento delle arcate dentali che provoca problemi masticatori e respiratori, tensioni muscolari, usura dei denti, perfino spostamento del menisco dell’articolazione temporo-mandibolare. Nessuna malocclusione si autorisolve, anzi: solitamente s’innesca una spirale viziosa che aggrava il disturbo e ne provoca altri.
Di malocclusione ne esistono vari tipi, tutti comprovanti l’importanza del rapporto fra denti e postura. Ovviamente spetta all’odontoiatra distinguere fra:
  • malocclusione di I classe: i denti dell’arcata superiore sovrastano lievemente quelli dell’arcata inferiore. L’occlusione dei molari è corretta, ma possono verificarsi morso profondo, aperto oppure affollamento dentale;
  • malocclusione di II classe: l’arcata mascellare sporge eccessivamente rispetto alla mandibolare, oppure questa risulta troppo minuta in proporzione alla prima;
  • malocclusione di III classe: l’arcata superiore in questo caso è arretrata rispetto a quella inferiore, causando morso inverso.
Frequentemente, il problema riguarda più 2 semiarcate rispetto alle controlaterali, causando anche un’asimmetria facciale. L’origine risiede nella genetica, nell’edentulia (mancanza di uno o più denti), in abitudini sbagliate che interessano soprattutto i bambini (es. succhiarsi il pollice), ma in caso di bruxismo anche l’adulto, oppure… nel fatto che non ti ha curato un dentista bravo e ti ritrovi per esempio con un’otturazione alta.
I disturbi dell’ATM nascono da problemi muscolari/articolari della mascella o del menisco che riducono la normale mobilità dell’articolazione temporo-mandibolare. Normalmente, questa può scivolare lateralmente e in senso antero-posteriore. Bruxismo, malocclusioni, infezioni, edentulia, traumi, artrite e genetica possono però provocarne un deterioramento responsabile di problemi locali (rumori a scatto, mal di testa, dolorabilità dei muscoli masticatori) e sistemici (alterazioni posturali, rigidità del collo).
Come si diagnosticano malocclusione e ATM? Odontoiatra e gnatologo eseguono un esame obiettivo del cavo orale, un’analisi posturale ecefalometrica (è lo studio delle proporzioni fra componenti scheletriche, dentali e dei tessuti molli della testa), un’ortopanoramica e solitamente una TAC. In caso di bruxismo è utile un’elettromiografia dei muscoli masticatori, che indaga l’attività muscolare durante il sonno.

La postura fisiologica postura malocclusione dentista ortodonzista termoli

La postura è la configurazione che assume il corpo nello spazio per mantenersi eretto. È dinamica e risponde agli stimoli ricevuti in primis da:
  • occhi;
  • muscoli della testa e del collo;
  • piedi.
Una postura corretta rende possibile utilizzare al 100% il tuo potenziale di efficienza. Quando invece si altera le conseguenze negative possono essere:
  • mialgie;
  • alterazioni dell’equilibrio;
  • scoliosi, cifosi o lordosi (modifiche patologiche del normale allineamento della colonna vertebrale);
  • cervicalgie;
  • diminuzione della forza;
  • cefalea tensiva.
Un dentista onesto t’informerà che la situazione dei tuoi denti può influire anche in modo permanente sulla postura, se non intervieni.

Come lo stato dei denti influisce sulla postura

 La malocclusione e/o disturbi dell’ATM causanoanomala contrazione dei muscoli masticatori, sia direttamente, sia influenzando quelli del collo con effetto a cascata. Ne deriva uno squilibrio che l’organismo cerca di compensare a prezzo dei disturbi appena esaminati, ai quali aggiungo acufeni e disturbi visivi.

Più esattamente:

  • la malocclusione di III classe genera un arretramento della testa rispetto alla posizione fisiologica. Il conseguente spostamento del baricentro e gli sforzi adattivi del corpo generano mialgie anche notevoli e cifosi.
  • La malocclusione di II classe provoca al contrario un avanzamento della testa con adeguamento posturale (che ovviamente non permette il recupero della postura fisiologica) foriero di lordosi e, di nuovo, mialgie.
  • Un’asimmetria laterale causa torsioni compensatorie che esitano in alterazione posturale, otalgie e cefalea tensiva;
  • Un disturbo temporo-mandibolare (ATM), si ripercuote pesantemente sullo ioide, a sua volta responsabile di contrazioni patologiche ai fasci muscolari discendenti con ripercussioni su spalle e bacino.

Come interviene il dentista

Il riequilibrio fra denti e postura dipende dalla causa alla base di malocclusioni o disturbi dell’ATM. Si impiegano le seguenti soluzioni:
  • bite: è l’apparecchio che ammortizza l’attrito verticale fra denti, ideale per il bruxismo e come protezione nello sport, riuscendo in quest’ultimo caso a migliorare le performance atletiche, prova sicura della relazione fra denti e postura;
  • placche occlusali: intervengono ripristinando la corretta funzione dei muscoli masticatori e posturali compromessi nei disturbi temporo-mandibolari;
  • impianti e otturazioni: se la malocclusione deriva da edentulia o otturazioni mal eseguite la soluzione è una protesi di qualità nella prima oppure limatura/rifacimento dell’otturazione nelle seconde;
  • apparecchi intercettivi: la prevenzione nei bambini è la prima soluzione per le malocclusioni. La terapia principe è l’apparecchio: mobile, fisso, invisibile secondo il caso. L’Invisalign è adatto anche per gli adulti;
  • estrazione dentale: in primis dei denti del giudizio in presenza di eruzione incompleta o interferenza coi denti attigui;
  • chirurgia: gli interventi invasivi sono riservati ai casi estremi, solitamente malformazioni congenite della mascella e/o mandibola non responsive all’apparecchio intercettivo;
  • educazione alla salute dentale: in collaborazione coi genitori il pedodonzista supporta il bimbo ad abbandonare le abitudini scorrette responsabili di malocclusione: ciuccio, respirazione a bocca aperta, masticazione monolaterale, etc.

Consigli pratici, applicabili subito, per iniziare bene con l’apparecchio

Consigli pratici per il tuo bambino

ortodonzia-termoli

Quali sono gli inconvenienti che si presentano la prima volta con l’apparecchio?
Il primo, che si verifica *normalmente, è l’aumento della salivazione. Il nostro cervello, appena
mettiamo qualcosa tra i denti, pensa che sia del cibo. Quindi stimola la produzione di saliva come se l’apparecchio fosse una grossa caramella da sciogliere e occorrono almeno un paio d’ore perché la salivazione diminuisca.
In questo caso il rimedio è la pazienza… e un fazzoletto a portata di mano.
La maggior parte degli apparecchi mobili, soprattutto se hanno lo scopo di correggere la
deglutizione, rendono difficile mandare giù la saliva e parlare. Il problema si supera facendo esercizio di deglutizione con l’apparecchio e parlando. Una buona idea è leggere ad alta voce e far passare il tempo. Più si parla con l’apparecchio, sforzandosi di pronunciare bene le parole, meglio è.
Un leggero fastidio ai denti è normale, ed è dovuto alla pressione esercitata dallo strumento sui denti. La sensazione di fastidio varia a seconda dell’età e delle condizioni specifiche del singolo paziente. Non c’è cura possibile che possa eliminare alla radice il disagio, tuttavia si può intervenire per alleviarlo. Mangiare cibi non caldi, ad esempio: gelati o cubetti di ghiaccio danno sollievo alla bocca perché agiscono da anestetizzanti, nel primo periodo. Ricordati di segnalarlo al dentista al prossimo appuntamento, per scrupolo. Un piccolo trucco, fai masticare lentamente ma a fondo la mollica del pane soprattutto sui denti dolenti.
Si possono formare decubiti, piccole lesioni della mucosa che possono dare fastidio per qualche giorno. Esistono tanti prodotti farmaceutici e sono tutti validi. Se possibile, se non è troppo doloroso, fai portare l’apparecchio ugualmente durante la guarigione ed il problema non si ripresenterà.
Per farlo addormentare con l’apparecchio senza che questo dia fastidio, prendi questa
abitudine: qualche minuto dopo cena ci si lava i denti e si mette subito l’apparecchio. Passa un po’ di tempo tra la cena ed il momento di coricarsi. E’ importante che l’apparecchio stia in bocca durante questo momento perché il sonno è un processo graduale ed inizia ben prima del momento in cui chiudiamo gli occhi. Far mettere l’apparecchio a tuo figlio o a tua figlia nel momento in cui si corica nel letto disturba questo processo.

apparecchiomobilebambinitermolicordiscofabiodentista

L’Igiene:

Quando si toglie l’apparecchio per più di pochi minuti conviene lavarlo sotto acqua corrente per togliere la saliva, altrimenti si formano incrostazioni e l’apparecchio prende un gusto pocopiacevole. Quindi per una semplice interrogazione puoi dire a tuo figlio di toglierlo e metterlo nella scatola, ma prima dell’ora di ginnastica dovrebbe sciacquarlo un momento sotto l’acqua prima di riporlo nella scatoletta. Non importa se l’apparecchio rimane bagnato di acqua. Non arrugginisce.
Almeno una volta al giorno lavalo per bene. Per esempio la mattina o la sera a casa.
L’apparecchio si lava con uno spazzolino per le dentiere, che puoi comprare in farmacia o con uno spazzolino da denti con setole dure e detersivo per i piatti o sapone di Marsiglia. Meglio evitare di usare il dentifricio perché non pulisce bene. Quando lo lavi tienilo nel palmo della mano e le prime volte potresti lasciare un fondo d’acqua nel lavandino per non romperlo se dovesse cadere.

Ortodonzia Termoli Dott.Fabio Cordisco

 

Consigli e Raccomandazioni per i pazienti in trattamento con Espansore Rapido Palatale (REP)

Il REP serve ad allargare il palato e a creare più spazio per i tuoi denti.

espansorepalataledentistatermolicordiscofabio

Informazioni su eventuali fastidi e possibili rimedi.

L’apparecchio deve essere attivato in base alle istruzioni fornite dall’ortodontista. Ogni attivazione deve essere eseguita con la specifica chiavetta, data dalla dottoressa all’appuntamento, e DEVE ESSERE COMPLETA, ovvero fino alla completa visualizzazione del foro per l’attivazione successiva.
È normale sentire uno stato di tensione diffuso sui denti o sul naso, in particolar modo dopo la prima attivazione fatta presso lo studio. Il grado di fastidio è variabile da paziente a paziente e può essere controllato, se necessario, con l’uso di un antidolorifico.
È possibile che per i primi giorni ci sia un aumento della salivazione e difficoltà di pronuncia e deglutizione, non preoccuparti è normale e passerà in breve tempo.
Altri effetti avversi, seppur piuttosto rari, possono essere: p erdita di sangue dal naso o visione doppia temporanea.
Potrebbe verificarsi una lacrimazione aumentata.
Se l’apparecchio produce arrossamenti ed escoriazione della mucosa delle guance, utilizza la cera ortodontica e copri accuratamente quella parte dell’apparecchio che punge, vedrai che il tuo fastidio si ridurrà immediatamente.
Durante le attivazioni dell’apparecchio si aprirà uno spazio fra i denti anteriori che si chiuderà da solo. Non preoccuparti perché è un segnale che il dispositivo sta funzionando.

Come e quando spazzolare i denti.

Con il dispositivo in bocca è più facile accumulare placca e quindi è importante dedicare più tempo del solito alla cura dell’igiene orale. Innanzitutto spazzola i denti dopo ogni pasto o spuntino, seguendo le informazioni fornite in studio.
È possibile che del cibo si possa fermare sotto l’apparecchio, non preoccuparti andrà via
spazzolando.

Consigli alimentari.

EVITA cibi particolarmente difficili da rimuovere e appiccicosi (caramelle, chewing-gum, etc.)
EVITA cibi di consistenza troppo duri e croccanti (torrone, carote, crosta del pane, noccioline, etc…)
EVITA cibi particolarmente filamentosi (prosciutto crudo, pancetta, arancia, etc..) perché possono “annodarsi” all’apparecchio rendendo difficoltosa la deglutizione.
Queste piccole accortezze permettono di ridurre sensibilmente l’incidenza del distacco del dispositivo ed eventuale fastidi ed evitano l’inutile protrarsi della durata della terapia.
Si prega di comunicare in anticipo eventuali disdette.
Si prega di contattare lo studio nel caso in cui il dolore sia eccessivo o anche soltanto se abbia dubbi o altre domande da farci.
Si prega di contattarci nel caso in cui l’apparecchio venga rotto.

espansore-palatale-dentista-termoli-cordisco-fabio

Ortodonzia Termoli Dott.Fabio Cordisco

DIETA PER PORTATORI DI APPARECCHI ORTODONTICI FISSI

dentista termoli ortodonzia cordieco fabio

La terapia che hai appena iniziato sarà efficace e rispetterà i tempi stabiliti se Tu farai
attenzione a ciò che mangi. Il Tuo apparecchio deve rimanere integro e gli attacchi devono restare ben fissati ai denti. Non vogliamo interferire con il Tuo apporto nutrizionale, Ti chiediamo solo di evitare alcuni alimenti che, per esempio, sono in grado di disgregare il cemento sotto le bande o sotto gli attacchi. Un paziente attento può avere un regime dietetico bilanciato e non mettere a rischio il lavoro dell’Ortodonzista.
Noi speriamo che Tu voglia essere questo tipo di paziente. I cibi elencati di seguito sono
quelli che abbiamo trovato essere la causa più comune di perdita di bande, attacchi e
rottura di apparecchi.

CIBI DURI
– GHIACCIO, GHIACCIOLI (possono essere solo succhiati)
– PIZZA CROCCANTE, CROSTA DELLA PIZZA
– BRUSCHETTE, OLIVE
– NOCI E NOCCIOLINE DI TUTTI I TIPI, POP CORN
– CARAMELLE DURE, CROCCANTI E TORRONI
– FRUTTA E VERDURA DURA (ad es.: mele, carote, finocchi possono essere mangiati
solo grattugiati o a fettine oppure cotti)
– CARNE CON L’OSSO (costolette e braciole possono essere mangiate dopo averle
private dell’osso; evitare la selvaggina)

CIBI GOMMOSI
– CHEWING-GUM (anche quelli senza zucchero)
– CARAMELLE GOMMOSE, BARRETTE (eliminare solo quelle con ripieno
Gommoso )

CIBI DOLCI
Dopo aver mangiato una fetta di torta o una barretta di cioccolato è opportuno che Ti lavi immediatamente i denti; se non lo fai, c’è il rischio che si formi placca batterica
(responsabile della carie). Se non hai con Te lo spazzolino, almeno risciaquaTi la bocca
con acqua.
Non abusare, comunque, di:
– TORTE, GELATI, BIBITE (coca-cola, aranciata, succhi di frutta ecc…)

Un ultimo consiglio: spazzolarTi i denti è sempre importante ma lo è ancora di più quando hai un apparecchio ortodontico. E’ necessario lavorare con impegno ma quando il Tuo trattamento sarà completato e gli attacchi verranno rimossi, sarai orgoglioso/a di sorridere.

ortodonzia termoli montefalcone nel sannio

Ortodonzia Termoli Dott.Cordisco Fabio

COME EDUCARE IL BAMBINO GIA’ DA PICCOLO A PRENDERSI CURA DEL CAVO ORALE.

fabiocordisco.it

La prima visita da qualunque medico genera ansia nel bambino; chi sarà mai quel signore o quella signora con il camice bianco? Perchè la mamma, il papà, la nonna sono così nervosi mentre mi accompagnano?

Certamente il cavo orale, zona ad elevata sensibilità, gioca un ruolo fondamentale per la psiche del bambino: non è un caso se tutti gli oggetti che il bimbo, in tenera età, maneggia con le mani finiscono anche in bocca, proprio per la sensibilità che questo organo reca con sè. Diviene un mezzo per conoscere il mondo; per conseguenza il bimbo è assai allarmato non appena gli si propone di aprire la bocca e, con strumenti a lui non noti, si cerca di osservarne l’interno.

Tutto questo contesto viene poi enfatizzato dai genitori, a loro volta portatori di paure e apprensioni frutto delle precedenti esperienze più o meno fortunate.

TRE, CINQUE E SEI.

Come non iniziare un circolo negativo? Si potrebbe sintetizzarlo con tre, cinque, sei, ovvero le età fondamentali per iniziare un rapporto professionale con l’odontostomatologo. Il modo è assai semplice e il primo passo spetta sempre ai genitori.

Il bimbo, non appena compaiono i primi dentinI da latte, deve essere educato a spazzolarli, per gioco e senza finalità, con spazzolini morbidi e piccoli. In tal modo il contatto con oggetti esterni al cavo orale renderà per il piccolo il fatto familiare; ovrà diventare un’abitudine nel corso di tutta la vita, dobbiamo farlo divenire da subito una consuetudine.

All’età di tre anni è bene fare una prima visita odontoiatrica, logicamente in ambienti protetti, con la presenza dei genitori, avendo cura che questo primo incontro sia un gioco e non un triste rituale foriero di dolori e sofferenze.Solo in questo modo sarà possibile incentivare il futuro ragazzo a sottoporsi a tutte le manovre preventive professionali indispensabili per mantenere una corretta salute dentale. Dopo la prima visita, le scadenze possono essere annuali o, prudenzialmente, semestrali.

I cinque anni risultano essere una base fondamentale per l’evoluzione futura; a quell’età tutti i denti da latte (denti decidui) sono presenti nel cavo orale del bambino.Si può apprezzare il tipo di chiusura (occlusione) che il bambino ha, si possono verificare eventuali danni provocati dalle cosiddette abitudini viziate, la prima tra tutte il succhiamento del dito o del ciuccio.In questa fase, soprattutto se il rapporto tra odontoiatra e bambino si è consolidato, sarà possibile progettare interventi, nel caso si rendano necessari, per instaurare programmi preventivi di correzione dello sviluppo dei mascellari: l’ortodonzia precoce che tende a intercettare un potenziale sviluppo negativo delle ossa mascellari. In questa fase le ossa dei piccoli sono particolarmente plastiche e un modesto intervento, con una durata temporale anche ridotta, può correggere malposizioni ossee e dentali assai gravi.

Una risoluzione a questa età può far risparmiare cure ben più complesse in età più avanzata.

Sempre intorno ai cinque anni si può apprezzare il rischio di carie del bambino; la presenza di carie denuncerà un rischio più o meno marcato e sarà importante instaurare dei programmi preventivi adeguati affinchè non si moltiplichino, particolarmente negli anni immediatamente successivi, quando usciranno i primi molari, ovvero i primi denti permanenti. Al fine di evitare l’insorgenza di carie di questi denti, opportuni programmi preventivi domiciliari e professionali, sigillature dei solchi dei denti permanenti, dovranno essere messi in atto per evitare che il numero di carie si moltiplichi e il dentista diventi uno spauracchio e non un professionista con cui condividere un percorso di vita volto a mantenere la miglior salute orale possibile.

Dentista Dentisti Termoli Montefalcone nel Sannio Campobasso Odontoiatra ortodonzista Carie Otturazione Dolore denti Devitalizzazione denti

 

Ortodonzia per Adulti: non è mai troppo tardi per l’apparecchio

Dentista-Termoli

Si può indossare l’apparecchio ortodontico in età adulta?
La risposta è: assolutamente sì! Sono anzi sempre più gli adulti che richiedono al proprio dentista un trattamento ortodontico per migliorare la propria dentatura, merito anche delle soluzioni sempre più discrete offerte dal mercato.

Quando si parla di apparecchio per i denti si pensa infatti che questo dispositivo sia destinato esclusivamente a bambini ed adolescenti, ma questo pregiudizio risulta privo di fondamenti. Un falso mito, insomma, che deve necessariamente essere sfatato in quanto l’ortodonzia in età adulta non solo è possibile, ma può prevenire e risolvere una serie di problematiche che vanno oltre la semplice estetica dei denti storti, garantendo oltretutto ottimi risultati.

Se non si hanno denti perfettamente allineati, insomma, si può correre ai ripari rivolgendosi ad un bravo dentista ortodontista, tenendo presente che non vi è alcun limite d’età per iniziare una cura ortodontica.

APPARECCHIO ORTODONTICO IN ETÀ ADULTA:
NON SOLO ESTETICA

Non solo una questione di estetica, dunque. Un problema non corretto durante l’infanzia, un trauma, oppure semplice prevenzione: sono molte le ragioni per le quali, anche da adulti, potremmo aver bisogno dell’ortodonzia per correggere la posizione dei nostri denti.

Non bisogna infatti sottovalutare che una dentatura ben allineata migliora le possibilità di mantenimento di un’adeguata igiene orale, e quindi a lungo termine la salute di denti e gengive. Correggere un difetto di allineamento dei denti tramite apparecchio ortodontico può inoltre prevenire o trattare malocclusioni, ripristinando il combaciamento delle arcate dentarie e mettendo dunque ai ripari da problemi all’articolazione temporo-mandibolare e quindi di masticazione o di apertura / chiusura della bocca. Senza considerare che, ovviamente, una corretta occlusione può portare benefici all’intera postura del corpo.

SU COSA INTERVIENE L’ORTODONZIA IN ETÀ ADULTA

Nell’adulto la dentatura è ormai quella definitiva e la crescita cranio-facciale è ormai completa: se da bambini si interviene sulla crescita scheletrica in atto, sugli adulti l’ortodonzia può dunque intervenire unicamente sui movimenti dentali e, in particolare, sulle malocclusioni, ovvero il disallineamento tra i denti dell’arcata superiore e quella inferiore. Ciò nonostante, i risultati possono essere ottimali, specie se dopo la terapia si ricorre ad apparecchi di contenzione per mantenere nel tempo i risultati raggiunti.

APPARECCHIO ORTODONTICO E MALOCCLUSIONI DENTALI

Si parla appunto di malocclusione dentale quando i denti dell’arcata superiore non sono perfettamente allineati con quelli dell’arcata inferiore.
Le malocclusioni possono essere congenite e manifestarsi con la comparsa dei primi denti da latte (e poi con quelli definitivi), oppure acquisite (spesso “eredità” di cattive abitudini infantili come succhiarsi il dito oppure utilizzare il ciuccio troppo a lungo); ma le malocclusioni possono essere anche causa di un trauma, come la caduta di un dente non compensata con l’inserimento di una protesi dentale, favorendo così lo spostamento dei denti vicini allo spazio creato.

Qualunque sia la causa che ha generato la malocclusione, l’ortodonzia può aiutare a ripristinare il corretto allineamento dentale e ristabilire una normo-occlusione. In particolare, le malocclusioni sulle quali l’ortodonzia in età adulta interviene sono:

  • Distema: quando si è in presenza di uno spazio eccessivo tra gli incisivi, i quali non presentano alcun punto di contatto;
  • Affollamento: quando i denti si accavallano non avendo il giusto spazio per crescere;
  • Sovramorso: quando mascella e denti superiori sporgono troppo in avanti rispetto a mandibola e denti inferiori;
  • Morso crociato: quando l’arcata superiore si trova all’interno di quella inferiore, con i denti dell’arcata inferiore che sporgono in avanti rispetto a quelli superiori. Il morso crociato può essere completo o parziale, e può coinvolgere un solo dente, alcuni denti o tutti i denti;
  • Morso profondo: quando i molari chiudono tra loro, ma i denti anteriori superiori coprono troppo quelli inferiori;
  • Morso aperto: quando molari e premolari chiudono tra loro, ma i denti anteriori non si toccano.

Anche se ormai adulti, trattare malocclusioni moderate o gravi è sempre un vantaggio. Molte di queste malocclusioni possono infatti portare con sé anche ulteriori disturbi, come ad esempio mal di testa, mal di schiena o labirintite, ed è bene sapere che corretta questa disfunzione potrebbero diminuire o scomparire molti fastidi direttamente o indirettamente correlati ai nostri denti.

ORTODONZIA ESTETICA:
GLI APPARECCHI ORTODONTICI PER ADULTI

Ebbene sì, i denti possono quindi essere spostati a qualsiasi età. Tuttavia, l’ortodonzia per adulti presenta generalmente complessità maggiori rispetto a quella dei bambini, non solo per motivi tecnici e biologici, ma anche per gli aspetti sociali connessi.
I trattamenti ortodontici per adulti possono infatti durare anche mesi o anni, ed è quindi perfettamente comprensibile che un adulto possa preoccuparsi per la sua vita di relazione. Proprio per questo, le nuove tecniche odontoiatriche hanno introdotto sul mercato una grande varietà di apparecchi invisibili ( o quasi) che stanno incoraggiando sempre più adulti a risolvere i propri problemi di allineamento dentale.

APPARECCHI “INVISIBILI” (O QUASI): LE ALTERNATIVE

Iniziamo da una prima, fondamentale distinzione tra le apparecchiature ortodontiche disponibili::

  • APPARECCHI FISSI: ove gli attacchi e l’arco che spostano i denti sono incollati sulla superficie dei denti
  • APPARECCHI MOBILI: composti da una serie di allineatori rimovibili

L’ortodonzia estetica è in tutto e per tutto assimilabile a quella classica, con la differenza che se i classici apparecchi per i denti, le cosiddette “macchinette” risultano assolutamente evidenti, l’ortodonzia invisibile ha fatto passi da gigante per studiare soluzioni poco visibili o addirittura trasparenti.

APPARECCHIO ORTODONTICO FISSO CON BRACKETS ESTETICI

L’apparecchio ortodontico tradizionale è, secondo alcuni dentisti, ancora la soluzione più efficace per raggiungere in tempi brevi l’obiettivo di un sorriso perfetto.
Tuttavia, come già detto, il classico apparecchio con i brackets metallici risulta spesso poco apprezzato dai pazienti (in particolare quelli adulti) che desiderano ottenere un sorriso armonico senza rinunciare, durante il trattamento ortodontico, all’estetica del proprio sorriso.
Se molti decidono così di optare per soluzioni più estetiche, che richiedono però tempi più dilatati, altri accolgono con favore il buon compromesso di un apparecchio fisso con brackets realizzati in ceramica, materiali trasparenti, oppure miniaturizzati (per renderli più sottili e dunque meno evidenti).

Dentista-Termoli

VANTAGGI: questi apparecchi dentali possono risolvere qualsiasi tipo di disallineamento, anche grave, ed essendo di tipo fisso non richiedono la costanza del paziente nell’indossarli. I risultati si raggiungono in tempi più rapidi rispetto ad altre soluzioni più estetiche.

SVANTAGGI: non risultano appunto la soluzione più estetica presente sul mercato delle apparecchiature dentali, oltre al fatto che richiedono una scrupolosa (seppur difficoltosa) igiene orale da parte del paziente, il quale deve inoltre evitare di masticare cibi appiccicosi (come chewing gum) o molto duri, per evitare di danneggiare le componenti che le costituiscono.

 

ORTODONZIA INVISIBILE

Tale soluzione è sicuramente la più richiesta tra gli adulti. Si tratta di un set di mascherine dentali di allineamento, dette “aligners”, che regolarmente devono essere sostituite in base ai progressi e fino al raggiungimento del risultato in precedenza pianificato attraverso un progetto virtuale.
Realizzate in materiale plastico trasparente e fatte su misura per ogni paziente (attraverso un’ impronta dentale), esse avvolgono la superficie esterna, quella masticante e quella esterna dei denti, imprimendo grazie alla loro specifica conformazione una trazione costante ma così leggera da essere scarsamente percepita anche da chi le indossa.
Si tratta di apparecchiature mobili, rimovibili in autonomia (ad es. durante i pasti o per lavarsi i denti) e che assicurano per questo un comfort massimo.

OrtodonziaTermoli

VANTAGGI: i vantaggi di questa soluzione sono numerosi.
Oltre all’estetica è senza dubbio la comodità di tali apparecchi ad averne sancito il successo: la loro superficie liscia non provoca infatti lesioni o ulcere alla bocca, non creano particolari problemi di pronuncia e richiedono anche meno controlli dal dentista (ogni 6 settimane circa).
Diviene più semplice anche la gestione dell’alimentazione e dell’igiene orale (dato che le mascherine di allineamento devono essere rimosse mentre si mangia e mentre ci si lava i denti) e grazie al progetto virtuale creato per pianificare il trattamento su misura, è generalmente possibile prevedere fin dall’inizio del trattamento quale sarà la durata effettiva e quante mascherine saranno necessarie per giungere al risultato prefissato.

SVANTAGGI: il fatto che questi apparecchi possano (e debbano) essere rimossi in alcune occasioni costituisce sia un vantaggio che uno svantaggio nel trattamento. Essi richiedono infatti anche una maggiore collaborazione e costanza da parte del paziente, il quale deve impegnarsi ad indossare gli allineatori tra le 18 e le 23 ore al giorno, rimuovendoli ai pasti e durante l’igiene per poi lavarsi nuovamente i denti prima di indossarli.
L’ulteriore svantaggio è che essi non sono adatti a tutti, in quanto non idonei a correggere malocclusioni di severa entità.

APPARECCHI DENTALI PER ADULTI: QUALE SCEGLIERE?

Come abbiamo visto esistono dunque diverse opzioni per migliorare il proprio sorriso, anche in età avanzata.
Ogni soluzione ha i suoi pro e contro, ma è tuttavia il dentista (e più specificatamente l’ortodontista) l’unica figura in grado di stabilire quale sia la più adatta al singolo caso.

Andranno infatti valutati la tipologia e la gravità della malocclusione, così come gli obiettivi che si desiderano raggiungere, creando anche un utile prospetto di tempi e costi per la terapia che dovrà essere tenuto in conto prima di iniziare il trattamento.
Qualunque sia l’apparecchio scelto la cosa certa è che un trattamento ortodontico in età adulta non solo può regalare un sorriso perfetto, ma far crescere la fiducia in noi stessi migliorando la vita privata come quella sociale e professionale.