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Chirurgia ortognatica: ecco l’intervento per correggere la mandibola

Ti hanno detto che l’unico modo per avere un sorriso perfetto è la chirurgia? In cosa consiste? Ecco tutto quello che c’è da sapere sull’intervento per correggere la mandibola.


Cos’è la chirurgia ortognatica

La chirurgia ortognatica è una branca della chirurgia maxillo-facciale che si basa sulla correzione chirurgica delle anomalie scheletriche di osso mascellare e mandibola.

Ortognatico significa “mascelle dritte” pertanto l’obiettivo principale è muovere le mascelle, e con esse i denti, collocando entrambi nella giusta posizione.

Gnatologia-Termoli

Tipicamente si tratta di un tipo di chirurgia che viene effettuata su soggetti adulti a fine crescita.
Esistono tuttavia alcuni casi in cui può essere effettuata a partire dai 16 anni.

Chi ha bisogno della chirurgia ortognatica?

Le persone che possono beneficiare della chirurgia ortognatica sono quelle che hanno una masticazione scorretta o quelle con le arcate dentarie malposizionate per squilibri della crescita delle mascelle.

Queste anomalie possono creare una serie di problemi sulla funzione masticatoria, la respirazione, la fonazione, la salute della bocca e penalizzare seriamente l’aspetto estetico.

Possiamo sintetizzare alcune condizioni tipicamente che richiedono chirurgia ortognatica:

  • eccessiva crescita della parte inferiore del viso (mandibola grande o pronunciata);
  • scarso sviluppo mascellare;
  • eccessivo sviluppo mascellare;
  • scarso sviluppo della mandibola con mento sfuggente, a becco d’uccello, con eventuale presenza di spazio tra gli incisivi superiori e inferiori;
  • asimmetrie più o meno gravi, con deviazione della mandibola, de mento o della mascella;

Gnatologo-Termoli

  • alterazioni dell’occlusione che non possono essere corrette con l’apparecchio ortodontico, come morso profondo (gli incisivi superiori coprono troppo gli inferiori) o morso aperto (spazio tra incisivi superiori e inferiori).

Quali sono le fasi dell’intervento?

Il percorso ha in genere inizio con la visita dall’ortodontista.
Normalmente, il paziente richiede un consulto perché ha i denti storti, o chiude male la bocca, o nota che il viso non è di suo gradimento.

L’ortodontista dopo un accurato studio della bocca, dei calchi e delle teleradiografie del cranio, pianificherà la fase terapeutica.

Approccio convenzionale

Qualora per correggere la mandibola o l’osso mascellare si dovesse optare per l’intervento chirurgico convenzionale, il paziente dovrà portare per circa 1 anno un apparecchio per allineare i denti.

ortodonzia termoli montefalcone nel sannio

Successivamente, a denti dritti, verrà eseguito l’intervento chirurgico, ove il chirurgo muoverà le ossa insieme alle arcate, armonizzando il viso.

Circa 1-2 mesi dopo la chirurgia, il paziente tornerà dall’ortodontista per rifinire i dettagli dell’occlusione.

Surgery first

In alcuni casi si esegue anche il cosiddetto “surgery first”: si preferisce effettuare prima l’intervento chirurgico, quindi andare a posizionare prima mascellare e mandibola nella posizione corretta e poi concludere con l’ortodonzia.

Questa linea terapeutica ha dei risvolti importanti anche di natura psicologica per il paziente.

Gnatologia-Termoli

Difatti, una persona a cui non aggrada il suo aspetto estetico, difficilmente accetterà 12 mesi di ortodonzia pre-chirurgica.

Correggere la mandibola immediatamente, gli porterà un miglioramento generalizzato del volto che poi lo spingerà a cercare la perfezione con il trattamento ortodontico postoperatorio.

Qui però, dopo l’intervento, non trattandosi di una semplice rifinitura, l’apparecchio andrà portato per un periodo di tempo maggiore. 

Eventuali complicanze e rischi

Come ogni intervento chirurgico, la chirurgia ortognatica non è esente da rischi e complicanze.

Complicanze generali e specifiche

Possiamo distinguere delle complicanze generali e complicanze specifiche.

Le complicanze generali si possono realizzare durante e dopo l’intervento. Senza dubbio vanno citati sanguinamento e infezione, oltre che l’apertura della ferita chirurgica.

Tra le specifiche, la più problematica è l’esposizione dei mezzi di osteosintesi, ovvero delle placche e viti che tengono ferma la mandibola nella nuova posizione. Questa evenienza obbliga il chirurgo ad un nuovo intervento per la loro rimozione.

Rischi legati all’intervento

Può capitare che durante l’intervento qualcosa vada storto…senza dubbio i rischi maggiori che si possono correre durante la correzione della mandibola sono:

  1. eventuali lesioni alle radici dentarie;
  2. lesioni del nervo alveolare inferiore;
  3. frattura iatrogena patologica, ovvero una frattura scorretta causata del chirurgo a livello delle ossa mascellari.
    Tale problematica colpisce principalmente la mandibola per via della sua densità maggiore.

Vantaggi e svantaggi

È ormai a tutti noto che molti attori di Hollywood, tra cui Angelina Jolie, abbiano ricorso alla chirurgia ortognatica per migliorare il loro profilo ed angolo mandibolare. correggere la mandibola

Chi lo avrebbe mai fatto per un motivo così futile se questa procedura non possedesse innumerevoli vantaggi?

Anzitutto, tutti questi interventi vengono eseguiti per via endorale, cioè senza cicatrici esterne sul viso, e non comportano quasi mai l’immobilizzazione con fili metallici delle arcate dentarie tra loro.

Inoltre, le moderne tecnologie consentono, tramite l’utilizzo di software dedicati, di darti la possibilità di conoscere il tuo aspetto post-intervento, attraverso una ricostruzione facciale virtuale.
In questa maniera saprai come sarai ancora prima di operarti.

In più, la chirurgia ortognatica colloca i denti e le mascelle in una nuova posizione più bilanciata, funzionale e salutare.

Non soltanto sarai in grado di mordere e masticare al meglio ma anche il tuo aspetto, la respirazione e il modo di parlare risentiranno dei benefici apportati.

L’unico svantaggio da considerare è il gonfiore del viso post-intervento, pressocchè inevitabile, che può perdurare anche per un mese.

Diretta conseguenza è la difficoltà nel mangiare, nel bere e nel parlare nelle prime settimane.

Implantologia Dentale Osteointegrata

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In cosa consiste l’implantologia osteointegrata e in cosa differisce rispetto alle altre tipologie di impianti?

Gli impianti dentali sono radici artificiali in titanio che vengono inserite all’interno delle ossa mascellari e vanno così a formare la solida base alla quale ancorare sia la sostituzione di un solo dente mancante, sia una protesi parziale o totale.

Definizione dell’implantologia osteointegrata

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Gli impianti funzionano nello stesso modo dei denti naturali e consentono di recuperare la comodità di masticare, parlare e sorridere con la stessa sicurezza data dai denti naturali. Contrariamente a quanto spesso si sente dire, gli impianti non sono soggetti a “rigetto”. Infatti il materiale da cui sono costituiti, il titanio, è assolutamente biocompatibile, ovvero non viene riconosciuto come corpo estraneo dal nostro organismo, bensì viene accettato come fosse una sua parte.

Il titanio, quindi, inserito nell’osso umano, si integra con la struttura ossea stessa, formando un elemento unico sul quale ci si può ancorare per sostituire uno o più denti. Questo processo viene chiamato osteointegrazione e gli impianti si dicono quindi “osteointegrati”.
Dal punto di vista pratico, per sostituire i denti mancanti con gli impianti sono necessarie due fasi. Una prima fase chirurgica consiste nell’inserimento degli impianti. A questo primo intervento segue un periodo di guarigione, della durata variabile da 3 a 6 mesi, durante il quale avviene il processo di osteointegrazione, in questi mesi il paziente rimane senza denti oppure se vi sono le condizioni puo’ portare denti provvisori fissi. Al termine di tale periodo è necessario un secondo, piccolo intervento per scoprire gli impianti, fino a quel momento sommersi sotto la gengiva e posizionare il “pilastro di guarigione”. Una volta guarita la gengiva attorno all’impianto sarà possibile prendere le impronte e trattare gli impianti analogamente alle radici dei denti naturali, costruendovi sopra il manufatto protesico necessario per la riabilitazione della funzione masticatoria ed estetica della bocca.

Prima di essere sottoposti ad un intervento di chirurgia orale implantologica, è necessario assumere farmaci.

Si tratta di farmaci antibiotici.

 

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Denti e postura sono collegati: ecco cosa devi sapere

Il legame fra denti e postura è ampiamente accertato.Una malocclusione può ripercuotersi negativamente su distretti corporei distanti, e questa correlazione interessa tutte le età, bambini inclusi.malocclusionedentistatermoli.jpg

Descrivendo il nesso fra denti e postura ai pazienti ne notano spesso l’incredulità. Eppure gli studi sull’influenza di denti e articolazione temporo-mandibolare (ATM) sulla corretta/scorretta postura mostrano che è innegabile e importante. A cominciare dall’ambito sportivo, in cui l’uso del bite è determinante nel migliorare le prestazioni in presenza di malocclusioni. Ma anche nelle altre fasce di popolazione vari disturbi come mal di schiena o cefalea trovano spesso causa e soluzione dal dentista.

Cosa sono la malocclusione e i disturbi temporo-mandibolari

 Per capire il legame fra denti e postura vediamo innanzitutto cos’è la malocclusione. Si tratta dell’alterazione nel fisiologico allineamento delle arcate dentali che provoca problemi masticatori e respiratori, tensioni muscolari, usura dei denti, perfino spostamento del menisco dell’articolazione temporo-mandibolare. Nessuna malocclusione si autorisolve, anzi: solitamente s’innesca una spirale viziosa che aggrava il disturbo e ne provoca altri.
Di malocclusione ne esistono vari tipi, tutti comprovanti l’importanza del rapporto fra denti e postura. Ovviamente spetta all’odontoiatra distinguere fra:
  • malocclusione di I classe: i denti dell’arcata superiore sovrastano lievemente quelli dell’arcata inferiore. L’occlusione dei molari è corretta, ma possono verificarsi morso profondo, aperto oppure affollamento dentale;
  • malocclusione di II classe: l’arcata mascellare sporge eccessivamente rispetto alla mandibolare, oppure questa risulta troppo minuta in proporzione alla prima;
  • malocclusione di III classe: l’arcata superiore in questo caso è arretrata rispetto a quella inferiore, causando morso inverso.
Frequentemente, il problema riguarda più 2 semiarcate rispetto alle controlaterali, causando anche un’asimmetria facciale. L’origine risiede nella genetica, nell’edentulia (mancanza di uno o più denti), in abitudini sbagliate che interessano soprattutto i bambini (es. succhiarsi il pollice), ma in caso di bruxismo anche l’adulto, oppure… nel fatto che non ti ha curato un dentista bravo e ti ritrovi per esempio con un’otturazione alta.
I disturbi dell’ATM nascono da problemi muscolari/articolari della mascella o del menisco che riducono la normale mobilità dell’articolazione temporo-mandibolare. Normalmente, questa può scivolare lateralmente e in senso antero-posteriore. Bruxismo, malocclusioni, infezioni, edentulia, traumi, artrite e genetica possono però provocarne un deterioramento responsabile di problemi locali (rumori a scatto, mal di testa, dolorabilità dei muscoli masticatori) e sistemici (alterazioni posturali, rigidità del collo).
Come si diagnosticano malocclusione e ATM? Odontoiatra e gnatologo eseguono un esame obiettivo del cavo orale, un’analisi posturale ecefalometrica (è lo studio delle proporzioni fra componenti scheletriche, dentali e dei tessuti molli della testa), un’ortopanoramica e solitamente una TAC. In caso di bruxismo è utile un’elettromiografia dei muscoli masticatori, che indaga l’attività muscolare durante il sonno.

La postura fisiologica postura malocclusione dentista ortodonzista termoli

La postura è la configurazione che assume il corpo nello spazio per mantenersi eretto. È dinamica e risponde agli stimoli ricevuti in primis da:
  • occhi;
  • muscoli della testa e del collo;
  • piedi.
Una postura corretta rende possibile utilizzare al 100% il tuo potenziale di efficienza. Quando invece si altera le conseguenze negative possono essere:
  • mialgie;
  • alterazioni dell’equilibrio;
  • scoliosi, cifosi o lordosi (modifiche patologiche del normale allineamento della colonna vertebrale);
  • cervicalgie;
  • diminuzione della forza;
  • cefalea tensiva.
Un dentista onesto t’informerà che la situazione dei tuoi denti può influire anche in modo permanente sulla postura, se non intervieni.

Come lo stato dei denti influisce sulla postura

 La malocclusione e/o disturbi dell’ATM causanoanomala contrazione dei muscoli masticatori, sia direttamente, sia influenzando quelli del collo con effetto a cascata. Ne deriva uno squilibrio che l’organismo cerca di compensare a prezzo dei disturbi appena esaminati, ai quali aggiungo acufeni e disturbi visivi.

Più esattamente:

  • la malocclusione di III classe genera un arretramento della testa rispetto alla posizione fisiologica. Il conseguente spostamento del baricentro e gli sforzi adattivi del corpo generano mialgie anche notevoli e cifosi.
  • La malocclusione di II classe provoca al contrario un avanzamento della testa con adeguamento posturale (che ovviamente non permette il recupero della postura fisiologica) foriero di lordosi e, di nuovo, mialgie.
  • Un’asimmetria laterale causa torsioni compensatorie che esitano in alterazione posturale, otalgie e cefalea tensiva;
  • Un disturbo temporo-mandibolare (ATM), si ripercuote pesantemente sullo ioide, a sua volta responsabile di contrazioni patologiche ai fasci muscolari discendenti con ripercussioni su spalle e bacino.

Come interviene il dentista

Il riequilibrio fra denti e postura dipende dalla causa alla base di malocclusioni o disturbi dell’ATM. Si impiegano le seguenti soluzioni:
  • bite: è l’apparecchio che ammortizza l’attrito verticale fra denti, ideale per il bruxismo e come protezione nello sport, riuscendo in quest’ultimo caso a migliorare le performance atletiche, prova sicura della relazione fra denti e postura;
  • placche occlusali: intervengono ripristinando la corretta funzione dei muscoli masticatori e posturali compromessi nei disturbi temporo-mandibolari;
  • impianti e otturazioni: se la malocclusione deriva da edentulia o otturazioni mal eseguite la soluzione è una protesi di qualità nella prima oppure limatura/rifacimento dell’otturazione nelle seconde;
  • apparecchi intercettivi: la prevenzione nei bambini è la prima soluzione per le malocclusioni. La terapia principe è l’apparecchio: mobile, fisso, invisibile secondo il caso. L’Invisalign è adatto anche per gli adulti;
  • estrazione dentale: in primis dei denti del giudizio in presenza di eruzione incompleta o interferenza coi denti attigui;
  • chirurgia: gli interventi invasivi sono riservati ai casi estremi, solitamente malformazioni congenite della mascella e/o mandibola non responsive all’apparecchio intercettivo;
  • educazione alla salute dentale: in collaborazione coi genitori il pedodonzista supporta il bimbo ad abbandonare le abitudini scorrette responsabili di malocclusione: ciuccio, respirazione a bocca aperta, masticazione monolaterale, etc.

Cos’è l’implantologia a carico immediato e perché sceglierla

L’implantologia a carico immediato permette di ritrovare un sorriso bello e sano fin da subito, senza dover attendere mesi tra l’installazione dell’impianto e l’ancoraggio dei denti nuovi. Si tratta di una tecnica innovativa e veloce, che prevede l’impiego di materiali di altissima qualità e che può essere utilizzata anche su pazienti affetti da atrofizzazione ossea dentale.

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Cosa vuol dire implantologia a carico immediato

L’implantologia a carico immediato è una tecnica rivoluzionaria e consente il posizionamento chirurgico degli impianti dentali e l’applicazione delle protesi definitive nel giro di 24 ore.

La differenza con l’implantologia classica sta proprio nei tempi: se con un normale impianto dentale si devono attendere almeno 2 o 3 mesi tra l’inserimento dell’impianto e il posizionamento dei nuovi denti, con il carico immediato si può tornare ad avere un sorriso sano e bello nel giro di un paio di giorni.

L’implantologia a carico immediato è una tecnica che può essere eseguita su pazienti le cui condizioni cliniche a carico della bocca siano favorevoli all’installazione di impianti dentali. Nello specifico, chi desidera sottoporsi a un trattamento del genere deve presentare unabuona qualità e densità delle ossa delle arcate dentali, che possa favorire la stabilità primaria dell’impianto, la completa guarigione e dunque una corretta osteointegrazione, che è la condizione fondamentale per la buona riuscita di un intervento di questo genere.

Diversamente, si può parlare di tecnica a carico progressivo, che prevede l’impiego di una protesi mobile fino al completamento del processo di osteointegrazione. Si tratta di una soluzione temporanea, che permette comunque di svolgere tutte le azioni della vita quotidiana e per questo la si ritiene un buon compromesso per quei pazienti che vogliono subito tornare a sorridere.

Come viene installato un impianto a carico immediato

L’installazione di un impianto a carico immediato prevede innanzitutto la visita presso uno studio dentistico qualificato, che presenti tutta la strumentazione necessaria per operare chirurgicamente e le autorizzazioni richieste dalla legge. Qui un dentista implantologo esegue una visita clinica di consulto e successivamente sottopone il paziente alle necessarie indagini radiologiche per valutare lo stato di salute della bocca. Possono essere richiesti anche eventuali trattamenti preliminari per migliorare la quantità o la qualità dell’osso, come innesti e interventi di rigenerazione ossea.

Una volta valutato il caso e prese le dovute precauzioni, il paziente viene anestetizzato con l’uso di anestetici locali, grazie ai quali non si prova dolore durante l’intervento.

Dopo l’anestetizzazione, si procede con l’inserimento dell’impianto: la procedura consiste nell’avvitamento di viti in titanio e zirconio nell’osso proprio sotto la gengiva. A queste viti vengono poi ancorate le protesi fisse nel giro di circa 24 ore.

Gli impianti “All on four” e “All on six”

Esistono diverse tecniche di implantologia a carico immediato, che possono essere utilizzate dai dentisti a seconda dei casi. Tra le più comuni e innovative, vi sono la “All on four” e “All on six”, che fondamentalmente si differenziano per il numero di viti inserite nell’osso.  Entrambe le tecniche seguono dei protocolli scientifici sicuri e garantiscono elevate percentuali di successo.

L’impianto “All on four” consiste nell’inserimento di 4 viti in titanio e zirconio nell’osso mandibolare o mascellare, a cui viene ancorata una protesi in grado di estendersi su tutta l’arcata dentale. Dopo circa 24 ore, se l’osso dentale è in buono stato e il processo di osteoitegrazione concluso, si procede all’ancoraggio dei denti fissi. Un discorso simile va fatto per l’impiantoAll on six”, che invece prevede l’inserimento di 6 viti.

L’implantologia a carico immediato nei pazienti con poco osso

L’implantologia a carico immediato può essere eseguita anche su pazienti affetti da atrofizzazione ossea dentale ma, come sempre in questi casi, occorre valutare ogni singolo caso.

Il problema del deficit osseo può essere risolto attraverso un innesto o un intervento di rigenerazione ossea che permettono un adeguato miglioramento dello stato delle arcate dentali e la piena riuscita del trattamento implantare.

Qualora il paziente sia affetto da osteoporosi o da patologie simili che determinano una scarsa qualità dell’osso, si procede invece con un impianto a carico progressivo, con l’applicazione di una protesi mobile fino alla completa stabilizzazione primaria degli impianti e poi all’ancoraggio dei denti definitivi.

I vantaggi di un impianto a carico immediato

Il vantaggio principale di un impianto a carico immediato è sicuramente la riabilitazione totale e immediata delle arcate dentali.
Questo permette al paziente non solo di tornare a svolgere nel giro di poco tempo tutte le attività della vita quotidiana, come la masticazione, ma anche di guardarsi allo specchio con un nuovo sorriso e riacquistare fin da subito sicurezza sul suo aspetto estetico.

Quanto costa un impianto a carico immediato

Non è possibile sapere a priori quanto costa un impianto di questo genere, poiché le spese da affrontare variano in base alle situazioni e a diversi fattori come il numero e la qualità degli impianti e la relativa componentistica.

Prima di affidarsi a un dentista low cost è bene valutare se sia il caso di avere a che fare con prodotti scadenti che potrebbero causare problemi in futuro o con lavori non garantiti e per i quali potrebbe non essere prevista una certificazione di garanzia.

È davvero una scelta sensata quella di mettere la salute della propria bocca nelle mani di chi non ha sufficiente competenza nel settore dell’implantologia e che costringerà il paziente a richiedere sicuramente un’assistenza postuma?

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Cosa un paziente deve sapere prima di sottoporsi a un intervento di implantologia

La perdita di uno o più denti fino alla perdita completa di tutta la dentatura rappresenta un problema importante per la maggior parte dei pazienti, molte volte crea disagi psicologici per il danno estetico piuttosto che reali problemi funzionali.

La perdita completa dei denti con la riduzione ossea conseguente causa un invecchiamento precoce dei tratti somatici del viso, e molte volte il paziente non si rende conto che tale invecchiamento precoce del volto e’ dovuto alla mancanza dei denti o a protesi totali (dentiere) eseguite in modo non corretto.impianti dentaliUn mento prominente, le labbra assottigliate e le rughe accentuate intorno alla bocca possono essere lo specchio di cure odontoiatriche non corrette. È sufficiente rifare una corretta protesi e il viso ritorna armonico, per cui si evince che non sono gli impianti ma la protesi corretta che crea armonia e funzione . In quei pazienti che per varie ragione non tollerano la dentiera gli impianti sono la soluzione ideale dopo aver valutato alcuni parametri di ordine generale, quali lo stato di salute generale e fattori locali quali la qualità e la quantità di osso disponibile .

Se un paziente gode di buona salute o presenta malattie ben compensate dalle medicine, è quasi sempre possibile fare un intervento ambulatoriale di implantologia. Gli interventi sono diventati molto meno invasivi e con le moderne tecniche di sedazione, un paziente non si accorge neanche di eseguire l’ intervento, il dolore postoperatorio con i moderni analgesici è quasi inesistente, ci può essere un po’ di gonfiore che nell’ ambito di una settimana si risolve.

I pazienti spesso si chiedono come possono capire se l’implantologia è la scelta giusta per il loro caso e questo è dimostrato dalle quotidiane richieste di secondo parere da parte dei pazienti.

Per evitare di sentire troppi pareri si possono fornire alcuni consigli:

  1. affidarsi a professionisti seri e preparati che eseguano una visita clinica completa e raccolgono i dati sullo stato di salute del paziente. Non si può stilare un piano di cura senza visitare il paziente, visionando solo una radiografia come propongono alcuni centri odontoiatrici sopratutto esteri in paesi in cui il costo della vita è un centesimo dell’ Italia. I pazienti devono sapere che gli impianti necessitano di manutenzione, e di controlli periodici.
  2. discutere delle alternative terapeutiche. Cioè verificare se non esistano altre possibilità(curare i denti, rifare la protesi su denti del paziente, eseguire dentiere) la missione del dentista è curare i denti non togliere i denti per mettere gli impianti.
  3. esigere una corretta informazione sulla certificazione e la qualità dell’ impianto che è un presidio medico -chirugico e necessiterà di un rifacimento della sua parte protesica (il dente, per intenderci) e quindi un paziente dopo 10/15 anni dovrebbe essere in grado di poter rifare la protesi e il professionista di comperare la componentistica protesica. Le ditte implantari di alta fascia garantiscono la costruzione dei componenti nel tempo, investono in ricerca e producono impianti e componenti affidabili. È sbagliato pensare che tutti gli impianti sono uguali ed è  giusto che il pazienti si informino del tipo di impianto che viene posizionato nella loro bocca. Se il paziente cambia città o nazione o lo studio dove l’ ha fatto chiude, il paziente deve essere in grado di andare da un altro professionista per rifare la protesi quando sarà necessario e questo può essere anche fra 15 anni. Se il paziente non ha una certificazione molto volte non si riesce a rifare il lavoro e si è costretti a togliere gli impianti dall’ osso.
  4. diffidare dei costi troppo bassi, l’implantologia è una procedura ad alta valenza tecnologica: richiede tempo, professionalità, strumenti e materiali adeguati. L’associazione nazionale dentisti italiani (ANDI) ha stilato un nomenclatore con un tariffario per dare un indicazione sul giusto valore delle prestazioni.
  5. ricordarsi che prima di sottoporsi ad un intervento di implantologia bisogna curare la malattia parodontale (volgarmente chiamata piorrea) che affligge più del 50% degli italiani. Ricordo a tutti che la piorrea dei denti naturali si chiama in termini scientifici parodontite, la piorrea degli impianti si chiama perimplantite ma i fattori di rischio e le cause sono le stesse.

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    Implantologia Termoli Fabio Cordisco

Gengive che sanguinano: cause, consigli e rimedi

Non riesci a spiegarti perchè quando spazzoli i denti sanguinano le gengive? Quell’insopportabile sapore di sangue è comparso proprio con la gravidanza? Se hai le gengive che sanguinano spesso, qui troverai le tue risposte.

Il sanguinamento gengivale è un problema che affligge molti italiani. I soggetti che ne sono affetti spesso cercano di conviverci, sperando che passi in fretta, ma molto probabilmente non sanno che si tratta di un segno da non sottovalutare.

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Gengive che sanguinano: cause

Essenzialmente, il sanguinamento gengivale può manifestarsi in due modi:

  • In maniera spontanea;
  • In maniera non spontanea (o indotta), se esso avviene durante lo spazzolamento o il passaggio del filo interdentale.

In entrambi i casi la causa più frequente è l’accumulo di placca lungo il margine gengivale (tra dente e gengiva).

La placca è costituita da microbi che danneggiano le gengive dapprima in maniera diretta con le loro tossine e successivamente in maniera indiretta mediante l’infiammazione.

Il tartaro invece, è placca calcificata e contribuisce alla medesima maniera al danno.
Il quadro che si viene a creare, noto come gengivite, causa delle piccole ulcerette internamente alla gengiva, che possono sanguinare sia sollecitate che spontaneamente.

La gengivite si manifesta anche con gonfiore e rossore e se non viene trattata può evolvere in parodontite (volgarmente detta piorrea), causando alla lunga, la perdita dei denti

Fattori predisponenti il sanguinamento gengivale

Se sei una donna in gravidanza, quasi sicuramente avrai le gengive che sanguinano molto più facilmente e molto più spesso.

Ciò è dovuto alle alterazioni ormonali proprie della gravidanza: difatti l’aumento degli ormoni femminili, causa un’infiammazione più marcata a carico dei tessuti gengivali che si traduce in un sanguinamento maggiore. Solitamente, dopo il parto, la situazione si attenua.

In gravidanza l’infiammazione causata da placca e tartaro determina maggior sanguinamento gengivale

Inoltre, l’utilizzo di farmaci quali anti-aggreganti (cardioaspirina) e anti-coagulanti (coumadin) può determinare un sanguinamento gengivale più marcato.

Ulteriori fattori predisponenti possono essere:

  • Pubertà;
  • Ovulazione;
  • Pillola anticoncezionale;
  • Carenza di vitamina C;
  • Diabete;
  • Leucemia.

Ecco qui un video riepilogativo sulle cause e i fattori di rischio del sanguinamento gengivale. Fonte: Società Italiana di Parodontologia.


 I 3 rimedi contro il sanguinamento gengivale

Chiarito dunque cosa causa il sanguinamento delle gengive, possiamo capire come si cura. Fondamentale premessa è che non esistono rimedi naturali: bicarbonato di sodio, limone, polveri magiche, aiutano solo a danneggiare i denti. Vediamo dunque quali sono le tecniche realmente sicure e affidabili:

1. Spazzola e usa il filo interdentale tutti i giorni

Mantenere le gengive con meno placca possibile è fondamentale per evitare che queste sanguinino. Spazzola i denti almeno 2 volte al giorno per 2 minuti e usa il filo interdentale la sera prima di andare a dormire. In questa maniera le gengive non si infiammeranno e non sanguinerai più.

Il filo interdentale è molto importante per prevenire il sanguinamento gengivale in quanto arriva dove lo spazzolino non riesce a pulire

Ciò che andrebbe detto ai pazienti è che se in uno i più punti la gengiva sanguina, è proprio lì che bisogna insistere con lo spazzolamento. L’area è infiammata e se non si pulisce, si infiamma di più.

2. Dai un’occhiata allo strumentario

Sei sicuro che lo spazzolino si a posto? Secondo le linee guida dell’American Dental Association è opportuno utilizzare uno spazzolino a setole morbide (soft). Uno spazzolino particolarmente duro, è troppo aggressivo nei confronti delle gengive e può determinare sanguinamento.

A volte non è tanto la tipologia di spazzolino a determinare il sanguinamento gengivale, quanto la maniera con la quale lo si usa. Ricorda di non esercitare troppa forza come se stessi sfogando i tuoi problemi sui denti ma di spazzolare delicatamente. La maggior parte degli spazzolini elettrici tuttavia, possiede un sensore di pressione (Smart Ring) che si illumina quando si sta esercitando troppa forza.

3. Fai visite periodiche dal dentista

Osservare una scrupolosa igiene orale per limitare al massimo la placca non è sempre sufficiente ad evitare gengive che sanguinano. Questo perchè la placca eventualmente non rimossa si calcifica e forma il tartaro. Il tartaro non può essere eliminato con il comune spazzolino, pertanto è opportuno eseguire una pulizia dei denti dal dentista ogni 6 mesi circa.

Cosa non fare

Cercando nel web i rimedi contro il sanguinamento gengivale, ci si imbatte in un mondo di informazioni, molte delle quali profondamente errate. Ecco dunque una piccola lista di prodotti da evitare in quanto dannosi o semplicemente inutili:

  • Aloe Vera;
  • Bicarbonato di Sodio;
  • Infuso di malva;
  • Limone;
  • Acqua e sale;
  • Antibiotici e anti-infiammatori;
  • Thè nero.

In conclusione tramite l’azione sinergica e combinata di 3 semplici rimedi, è possibile sconfiggere il sanguinamento gengivale dovuto alla placca e mantenere delle gengive sane e durature nel tempo.

Consigli pratici, applicabili subito, per iniziare bene con l’apparecchio

Consigli pratici per il tuo bambino

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Quali sono gli inconvenienti che si presentano la prima volta con l’apparecchio?
Il primo, che si verifica *normalmente, è l’aumento della salivazione. Il nostro cervello, appena
mettiamo qualcosa tra i denti, pensa che sia del cibo. Quindi stimola la produzione di saliva come se l’apparecchio fosse una grossa caramella da sciogliere e occorrono almeno un paio d’ore perché la salivazione diminuisca.
In questo caso il rimedio è la pazienza… e un fazzoletto a portata di mano.
La maggior parte degli apparecchi mobili, soprattutto se hanno lo scopo di correggere la
deglutizione, rendono difficile mandare giù la saliva e parlare. Il problema si supera facendo esercizio di deglutizione con l’apparecchio e parlando. Una buona idea è leggere ad alta voce e far passare il tempo. Più si parla con l’apparecchio, sforzandosi di pronunciare bene le parole, meglio è.
Un leggero fastidio ai denti è normale, ed è dovuto alla pressione esercitata dallo strumento sui denti. La sensazione di fastidio varia a seconda dell’età e delle condizioni specifiche del singolo paziente. Non c’è cura possibile che possa eliminare alla radice il disagio, tuttavia si può intervenire per alleviarlo. Mangiare cibi non caldi, ad esempio: gelati o cubetti di ghiaccio danno sollievo alla bocca perché agiscono da anestetizzanti, nel primo periodo. Ricordati di segnalarlo al dentista al prossimo appuntamento, per scrupolo. Un piccolo trucco, fai masticare lentamente ma a fondo la mollica del pane soprattutto sui denti dolenti.
Si possono formare decubiti, piccole lesioni della mucosa che possono dare fastidio per qualche giorno. Esistono tanti prodotti farmaceutici e sono tutti validi. Se possibile, se non è troppo doloroso, fai portare l’apparecchio ugualmente durante la guarigione ed il problema non si ripresenterà.
Per farlo addormentare con l’apparecchio senza che questo dia fastidio, prendi questa
abitudine: qualche minuto dopo cena ci si lava i denti e si mette subito l’apparecchio. Passa un po’ di tempo tra la cena ed il momento di coricarsi. E’ importante che l’apparecchio stia in bocca durante questo momento perché il sonno è un processo graduale ed inizia ben prima del momento in cui chiudiamo gli occhi. Far mettere l’apparecchio a tuo figlio o a tua figlia nel momento in cui si corica nel letto disturba questo processo.

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L’Igiene:

Quando si toglie l’apparecchio per più di pochi minuti conviene lavarlo sotto acqua corrente per togliere la saliva, altrimenti si formano incrostazioni e l’apparecchio prende un gusto pocopiacevole. Quindi per una semplice interrogazione puoi dire a tuo figlio di toglierlo e metterlo nella scatola, ma prima dell’ora di ginnastica dovrebbe sciacquarlo un momento sotto l’acqua prima di riporlo nella scatoletta. Non importa se l’apparecchio rimane bagnato di acqua. Non arrugginisce.
Almeno una volta al giorno lavalo per bene. Per esempio la mattina o la sera a casa.
L’apparecchio si lava con uno spazzolino per le dentiere, che puoi comprare in farmacia o con uno spazzolino da denti con setole dure e detersivo per i piatti o sapone di Marsiglia. Meglio evitare di usare il dentifricio perché non pulisce bene. Quando lo lavi tienilo nel palmo della mano e le prime volte potresti lasciare un fondo d’acqua nel lavandino per non romperlo se dovesse cadere.

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Consigli e Raccomandazioni per i pazienti in trattamento con Espansore Rapido Palatale (REP)

Il REP serve ad allargare il palato e a creare più spazio per i tuoi denti.

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Informazioni su eventuali fastidi e possibili rimedi.

L’apparecchio deve essere attivato in base alle istruzioni fornite dall’ortodontista. Ogni attivazione deve essere eseguita con la specifica chiavetta, data dalla dottoressa all’appuntamento, e DEVE ESSERE COMPLETA, ovvero fino alla completa visualizzazione del foro per l’attivazione successiva.
È normale sentire uno stato di tensione diffuso sui denti o sul naso, in particolar modo dopo la prima attivazione fatta presso lo studio. Il grado di fastidio è variabile da paziente a paziente e può essere controllato, se necessario, con l’uso di un antidolorifico.
È possibile che per i primi giorni ci sia un aumento della salivazione e difficoltà di pronuncia e deglutizione, non preoccuparti è normale e passerà in breve tempo.
Altri effetti avversi, seppur piuttosto rari, possono essere: p erdita di sangue dal naso o visione doppia temporanea.
Potrebbe verificarsi una lacrimazione aumentata.
Se l’apparecchio produce arrossamenti ed escoriazione della mucosa delle guance, utilizza la cera ortodontica e copri accuratamente quella parte dell’apparecchio che punge, vedrai che il tuo fastidio si ridurrà immediatamente.
Durante le attivazioni dell’apparecchio si aprirà uno spazio fra i denti anteriori che si chiuderà da solo. Non preoccuparti perché è un segnale che il dispositivo sta funzionando.

Come e quando spazzolare i denti.

Con il dispositivo in bocca è più facile accumulare placca e quindi è importante dedicare più tempo del solito alla cura dell’igiene orale. Innanzitutto spazzola i denti dopo ogni pasto o spuntino, seguendo le informazioni fornite in studio.
È possibile che del cibo si possa fermare sotto l’apparecchio, non preoccuparti andrà via
spazzolando.

Consigli alimentari.

EVITA cibi particolarmente difficili da rimuovere e appiccicosi (caramelle, chewing-gum, etc.)
EVITA cibi di consistenza troppo duri e croccanti (torrone, carote, crosta del pane, noccioline, etc…)
EVITA cibi particolarmente filamentosi (prosciutto crudo, pancetta, arancia, etc..) perché possono “annodarsi” all’apparecchio rendendo difficoltosa la deglutizione.
Queste piccole accortezze permettono di ridurre sensibilmente l’incidenza del distacco del dispositivo ed eventuale fastidi ed evitano l’inutile protrarsi della durata della terapia.
Si prega di comunicare in anticipo eventuali disdette.
Si prega di contattare lo studio nel caso in cui il dolore sia eccessivo o anche soltanto se abbia dubbi o altre domande da farci.
Si prega di contattarci nel caso in cui l’apparecchio venga rotto.

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Ortodonzia Termoli Dott.Fabio Cordisco

DIETA PER PORTATORI DI APPARECCHI ORTODONTICI FISSI

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La terapia che hai appena iniziato sarà efficace e rispetterà i tempi stabiliti se Tu farai
attenzione a ciò che mangi. Il Tuo apparecchio deve rimanere integro e gli attacchi devono restare ben fissati ai denti. Non vogliamo interferire con il Tuo apporto nutrizionale, Ti chiediamo solo di evitare alcuni alimenti che, per esempio, sono in grado di disgregare il cemento sotto le bande o sotto gli attacchi. Un paziente attento può avere un regime dietetico bilanciato e non mettere a rischio il lavoro dell’Ortodonzista.
Noi speriamo che Tu voglia essere questo tipo di paziente. I cibi elencati di seguito sono
quelli che abbiamo trovato essere la causa più comune di perdita di bande, attacchi e
rottura di apparecchi.

CIBI DURI
– GHIACCIO, GHIACCIOLI (possono essere solo succhiati)
– PIZZA CROCCANTE, CROSTA DELLA PIZZA
– BRUSCHETTE, OLIVE
– NOCI E NOCCIOLINE DI TUTTI I TIPI, POP CORN
– CARAMELLE DURE, CROCCANTI E TORRONI
– FRUTTA E VERDURA DURA (ad es.: mele, carote, finocchi possono essere mangiati
solo grattugiati o a fettine oppure cotti)
– CARNE CON L’OSSO (costolette e braciole possono essere mangiate dopo averle
private dell’osso; evitare la selvaggina)

CIBI GOMMOSI
– CHEWING-GUM (anche quelli senza zucchero)
– CARAMELLE GOMMOSE, BARRETTE (eliminare solo quelle con ripieno
Gommoso )

CIBI DOLCI
Dopo aver mangiato una fetta di torta o una barretta di cioccolato è opportuno che Ti lavi immediatamente i denti; se non lo fai, c’è il rischio che si formi placca batterica
(responsabile della carie). Se non hai con Te lo spazzolino, almeno risciaquaTi la bocca
con acqua.
Non abusare, comunque, di:
– TORTE, GELATI, BIBITE (coca-cola, aranciata, succhi di frutta ecc…)

Un ultimo consiglio: spazzolarTi i denti è sempre importante ma lo è ancora di più quando hai un apparecchio ortodontico. E’ necessario lavorare con impegno ma quando il Tuo trattamento sarà completato e gli attacchi verranno rimossi, sarai orgoglioso/a di sorridere.

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Instruzioni da seguire dopo un intervento di chirurgia orale

implantologia termoli

·         RIPOSO: dopo aver lasciato l’ambulatorio, evitare ogni attività che vi possa affaticare. Dormire con un cuscino in più aiuta ad alleviare il gonfiore mattutino.
·         DOLORE: dopo l’intervento una leggera dolorabilità della zona operata può essere una fastidiosa conseguenza che si attenua considerevolmente con l’uso di appropriati analgesici.
·         SANGUINAMENTO: un sanguinamento leggero presente nella saliva è assolutamente normale durante il primo giorno. Evitate quindi pietanze calde per 12 ore e sciacqui ripetuti nelle prime 24 ore. Nel caso di una persistenza del sanguinamento, tamponate la zona interessata con una garzina o dell’ovatta per 15 minuti. Se necessario, ripetete questa manovra un paio di volte. Se tutto questo non è sufficiente contattate lo studio dentistico.
·         GHIACCIO: applicate del ghiaccio sulla guancia, ad intervalli, per circa 3-4 ore.
·         FEBBRE: è possibile un leggero aumento della temperatura nelle prime 48 ore.
·         EDEMA: la zona operata può andare incontro a gonfiore che raggiunge il suo apice dopo circa 48 ore. A volte vi può essere la comparsa di un ematoma che sparirà nel giro di una settimana.
·         FARMACI: assuma regolarmente i farmaci che le sono stati prescritti, oltre ai suoi abituali (salvo altre indicazioni)
·         IGIENE ORALE: non usare lo spazzolino sulla zona operata per circa 2 giorni ma procedete negli sciacqui con un colluttorio a base di Clorexidina. Successivamente praticate un’accurata igiene orale
·         DIETA: per le prime 24 ore eviti cibi caldi e particolarmente duri; briciole di grissini o cracker o biscotti potrebbero penetrare nella ferita chirurgica.
Al termine dell’effetto anestetico è possibile mangiare cibi morbidi e freddi (gelato, latte, yogurt, ricotta). Durante le prime settimane, successive all’intervento chirurgico, è preferibile masticare dal lato opposto alla zona dell’estrazione. In caso di intervento di implantologia a carico immediato raccomandiamo un’alimentazione con dieta morbida per i primi tre mesi.
Una protesi provvisoria al di sopra degli impianti va utilizzata solo per fini estetici dato che la pressione della masticazione potrebbe compromettere l’adesione dell’impianto all’osso.
·         ALCOOL-TABACCO: sono formalmente controindicati per 2 settimane. Possono disturbare la coagulazione, ritardare la cicatrizzazione ed essere responsabili del dolore post-operatorio.

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