Consigli pratici, applicabili subito, per iniziare bene con l’apparecchio

Consigli pratici per il tuo bambino

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Quali sono gli inconvenienti che si presentano la prima volta con l’apparecchio?
Il primo, che si verifica *normalmente, è l’aumento della salivazione. Il nostro cervello, appena
mettiamo qualcosa tra i denti, pensa che sia del cibo. Quindi stimola la produzione di saliva come se l’apparecchio fosse una grossa caramella da sciogliere e occorrono almeno un paio d’ore perché la salivazione diminuisca.
In questo caso il rimedio è la pazienza… e un fazzoletto a portata di mano.
La maggior parte degli apparecchi mobili, soprattutto se hanno lo scopo di correggere la
deglutizione, rendono difficile mandare giù la saliva e parlare. Il problema si supera facendo esercizio di deglutizione con l’apparecchio e parlando. Una buona idea è leggere ad alta voce e far passare il tempo. Più si parla con l’apparecchio, sforzandosi di pronunciare bene le parole, meglio è.
Un leggero fastidio ai denti è normale, ed è dovuto alla pressione esercitata dallo strumento sui denti. La sensazione di fastidio varia a seconda dell’età e delle condizioni specifiche del singolo paziente. Non c’è cura possibile che possa eliminare alla radice il disagio, tuttavia si può intervenire per alleviarlo. Mangiare cibi non caldi, ad esempio: gelati o cubetti di ghiaccio danno sollievo alla bocca perché agiscono da anestetizzanti, nel primo periodo. Ricordati di segnalarlo al dentista al prossimo appuntamento, per scrupolo. Un piccolo trucco, fai masticare lentamente ma a fondo la mollica del pane soprattutto sui denti dolenti.
Si possono formare decubiti, piccole lesioni della mucosa che possono dare fastidio per qualche giorno. Esistono tanti prodotti farmaceutici e sono tutti validi. Se possibile, se non è troppo doloroso, fai portare l’apparecchio ugualmente durante la guarigione ed il problema non si ripresenterà.
Per farlo addormentare con l’apparecchio senza che questo dia fastidio, prendi questa
abitudine: qualche minuto dopo cena ci si lava i denti e si mette subito l’apparecchio. Passa un po’ di tempo tra la cena ed il momento di coricarsi. E’ importante che l’apparecchio stia in bocca durante questo momento perché il sonno è un processo graduale ed inizia ben prima del momento in cui chiudiamo gli occhi. Far mettere l’apparecchio a tuo figlio o a tua figlia nel momento in cui si corica nel letto disturba questo processo.

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L’Igiene:

Quando si toglie l’apparecchio per più di pochi minuti conviene lavarlo sotto acqua corrente per togliere la saliva, altrimenti si formano incrostazioni e l’apparecchio prende un gusto pocopiacevole. Quindi per una semplice interrogazione puoi dire a tuo figlio di toglierlo e metterlo nella scatola, ma prima dell’ora di ginnastica dovrebbe sciacquarlo un momento sotto l’acqua prima di riporlo nella scatoletta. Non importa se l’apparecchio rimane bagnato di acqua. Non arrugginisce.
Almeno una volta al giorno lavalo per bene. Per esempio la mattina o la sera a casa.
L’apparecchio si lava con uno spazzolino per le dentiere, che puoi comprare in farmacia o con uno spazzolino da denti con setole dure e detersivo per i piatti o sapone di Marsiglia. Meglio evitare di usare il dentifricio perché non pulisce bene. Quando lo lavi tienilo nel palmo della mano e le prime volte potresti lasciare un fondo d’acqua nel lavandino per non romperlo se dovesse cadere.

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Consigli e Raccomandazioni per i pazienti in trattamento con Espansore Rapido Palatale (REP)

Il REP serve ad allargare il palato e a creare più spazio per i tuoi denti.

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Informazioni su eventuali fastidi e possibili rimedi.

L’apparecchio deve essere attivato in base alle istruzioni fornite dall’ortodontista. Ogni attivazione deve essere eseguita con la specifica chiavetta, data dalla dottoressa all’appuntamento, e DEVE ESSERE COMPLETA, ovvero fino alla completa visualizzazione del foro per l’attivazione successiva.
È normale sentire uno stato di tensione diffuso sui denti o sul naso, in particolar modo dopo la prima attivazione fatta presso lo studio. Il grado di fastidio è variabile da paziente a paziente e può essere controllato, se necessario, con l’uso di un antidolorifico.
È possibile che per i primi giorni ci sia un aumento della salivazione e difficoltà di pronuncia e deglutizione, non preoccuparti è normale e passerà in breve tempo.
Altri effetti avversi, seppur piuttosto rari, possono essere: p erdita di sangue dal naso o visione doppia temporanea.
Potrebbe verificarsi una lacrimazione aumentata.
Se l’apparecchio produce arrossamenti ed escoriazione della mucosa delle guance, utilizza la cera ortodontica e copri accuratamente quella parte dell’apparecchio che punge, vedrai che il tuo fastidio si ridurrà immediatamente.
Durante le attivazioni dell’apparecchio si aprirà uno spazio fra i denti anteriori che si chiuderà da solo. Non preoccuparti perché è un segnale che il dispositivo sta funzionando.

Come e quando spazzolare i denti.

Con il dispositivo in bocca è più facile accumulare placca e quindi è importante dedicare più tempo del solito alla cura dell’igiene orale. Innanzitutto spazzola i denti dopo ogni pasto o spuntino, seguendo le informazioni fornite in studio.
È possibile che del cibo si possa fermare sotto l’apparecchio, non preoccuparti andrà via
spazzolando.

Consigli alimentari.

EVITA cibi particolarmente difficili da rimuovere e appiccicosi (caramelle, chewing-gum, etc.)
EVITA cibi di consistenza troppo duri e croccanti (torrone, carote, crosta del pane, noccioline, etc…)
EVITA cibi particolarmente filamentosi (prosciutto crudo, pancetta, arancia, etc..) perché possono “annodarsi” all’apparecchio rendendo difficoltosa la deglutizione.
Queste piccole accortezze permettono di ridurre sensibilmente l’incidenza del distacco del dispositivo ed eventuale fastidi ed evitano l’inutile protrarsi della durata della terapia.
Si prega di comunicare in anticipo eventuali disdette.
Si prega di contattare lo studio nel caso in cui il dolore sia eccessivo o anche soltanto se abbia dubbi o altre domande da farci.
Si prega di contattarci nel caso in cui l’apparecchio venga rotto.

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Ortodonzia Termoli Dott.Fabio Cordisco

DIETA PER PORTATORI DI APPARECCHI ORTODONTICI FISSI

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La terapia che hai appena iniziato sarà efficace e rispetterà i tempi stabiliti se Tu farai
attenzione a ciò che mangi. Il Tuo apparecchio deve rimanere integro e gli attacchi devono restare ben fissati ai denti. Non vogliamo interferire con il Tuo apporto nutrizionale, Ti chiediamo solo di evitare alcuni alimenti che, per esempio, sono in grado di disgregare il cemento sotto le bande o sotto gli attacchi. Un paziente attento può avere un regime dietetico bilanciato e non mettere a rischio il lavoro dell’Ortodonzista.
Noi speriamo che Tu voglia essere questo tipo di paziente. I cibi elencati di seguito sono
quelli che abbiamo trovato essere la causa più comune di perdita di bande, attacchi e
rottura di apparecchi.

CIBI DURI
– GHIACCIO, GHIACCIOLI (possono essere solo succhiati)
– PIZZA CROCCANTE, CROSTA DELLA PIZZA
– BRUSCHETTE, OLIVE
– NOCI E NOCCIOLINE DI TUTTI I TIPI, POP CORN
– CARAMELLE DURE, CROCCANTI E TORRONI
– FRUTTA E VERDURA DURA (ad es.: mele, carote, finocchi possono essere mangiati
solo grattugiati o a fettine oppure cotti)
– CARNE CON L’OSSO (costolette e braciole possono essere mangiate dopo averle
private dell’osso; evitare la selvaggina)

CIBI GOMMOSI
– CHEWING-GUM (anche quelli senza zucchero)
– CARAMELLE GOMMOSE, BARRETTE (eliminare solo quelle con ripieno
Gommoso )

CIBI DOLCI
Dopo aver mangiato una fetta di torta o una barretta di cioccolato è opportuno che Ti lavi immediatamente i denti; se non lo fai, c’è il rischio che si formi placca batterica
(responsabile della carie). Se non hai con Te lo spazzolino, almeno risciaquaTi la bocca
con acqua.
Non abusare, comunque, di:
– TORTE, GELATI, BIBITE (coca-cola, aranciata, succhi di frutta ecc…)

Un ultimo consiglio: spazzolarTi i denti è sempre importante ma lo è ancora di più quando hai un apparecchio ortodontico. E’ necessario lavorare con impegno ma quando il Tuo trattamento sarà completato e gli attacchi verranno rimossi, sarai orgoglioso/a di sorridere.

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Ortodonzia Termoli Dott.Cordisco Fabio

Instruzioni da seguire dopo un intervento di chirurgia orale

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·         RIPOSO: dopo aver lasciato l’ambulatorio, evitare ogni attività che vi possa affaticare. Dormire con un cuscino in più aiuta ad alleviare il gonfiore mattutino.
·         DOLORE: dopo l’intervento una leggera dolorabilità della zona operata può essere una fastidiosa conseguenza che si attenua considerevolmente con l’uso di appropriati analgesici.
·         SANGUINAMENTO: un sanguinamento leggero presente nella saliva è assolutamente normale durante il primo giorno. Evitate quindi pietanze calde per 12 ore e sciacqui ripetuti nelle prime 24 ore. Nel caso di una persistenza del sanguinamento, tamponate la zona interessata con una garzina o dell’ovatta per 15 minuti. Se necessario, ripetete questa manovra un paio di volte. Se tutto questo non è sufficiente contattate lo studio dentistico.
·         GHIACCIO: applicate del ghiaccio sulla guancia, ad intervalli, per circa 3-4 ore.
·         FEBBRE: è possibile un leggero aumento della temperatura nelle prime 48 ore.
·         EDEMA: la zona operata può andare incontro a gonfiore che raggiunge il suo apice dopo circa 48 ore. A volte vi può essere la comparsa di un ematoma che sparirà nel giro di una settimana.
·         FARMACI: assuma regolarmente i farmaci che le sono stati prescritti, oltre ai suoi abituali (salvo altre indicazioni)
·         IGIENE ORALE: non usare lo spazzolino sulla zona operata per circa 2 giorni ma procedete negli sciacqui con un colluttorio a base di Clorexidina. Successivamente praticate un’accurata igiene orale
·         DIETA: per le prime 24 ore eviti cibi caldi e particolarmente duri; briciole di grissini o cracker o biscotti potrebbero penetrare nella ferita chirurgica.
Al termine dell’effetto anestetico è possibile mangiare cibi morbidi e freddi (gelato, latte, yogurt, ricotta). Durante le prime settimane, successive all’intervento chirurgico, è preferibile masticare dal lato opposto alla zona dell’estrazione. In caso di intervento di implantologia a carico immediato raccomandiamo un’alimentazione con dieta morbida per i primi tre mesi.
Una protesi provvisoria al di sopra degli impianti va utilizzata solo per fini estetici dato che la pressione della masticazione potrebbe compromettere l’adesione dell’impianto all’osso.
·         ALCOOL-TABACCO: sono formalmente controindicati per 2 settimane. Possono disturbare la coagulazione, ritardare la cicatrizzazione ed essere responsabili del dolore post-operatorio.

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Sigillatura dei denti, perché serve

La sigillatura dei molari si effettua per prevenire le carie, è una procedura assolutamente non dolorosa, né invasiva.

 

COSA SONO LE SIGILLATURE?

La sigillatura dei molari si effettua per prevenire le carie.

Eì una procedure raccomandata dalle Linee Guida Nazionali per la Promozione della Salute Orale e la Prevenzione delle Patologie Orali in Età Evolutiva (Ministero della Salute; Novembre 2013) a tutti i bambini (anche a chi non ha mai avuto carie) a partire dai 6-7 anni di età.

I solchi e le fessure dei molari permanenti, a causa della loro conformazione anatomica, ricca di solchi e fossette, rappresentano un luogo ideale per l’annidamento e la proliferazione dei batteri. La superficie di questi elementi inoltre ha poco smalto ed è perciò più soggetta agli attacchi cariogeni.

La sigillatura è una procedura molto semplice da realizzare: Si tratta di applicare un materiale resinoso molto fluido che scorrendo all’interno dei solchi e delle fossette dei denti, precedentemente ben puliti, ne rende la superficie masticante scivolosa così che i residui di cibo possano essere rimossi più facilmente. Inoltre la maggior parte dei sigillanti contengono al loro interno concentrazioni variabili di fluoro che viene lentamente rilasciato nel tempo, contribuendo a fortificare lo smalto e a proteggerlo dalla formazione della carie.

Le sigillature sarebbero anche in grado di bloccare lesioni cariose iniziali per progressiva sterilizzazione della superficie dentale: è stato infatti dimostrato che in caso di sigillatura di carie iniziali, i batteri perdono la loro vitalità con conseguente arresto del processo carioso.

Si tratta di una procedura né dolorosa, né invasiva, tanto è vero che non richiede alcuna forma di anestesia.

QUANTO SONO EFFICACI?

L’efficacia nella prevenzione della carie dipende da quanto il sigillante aderisce sul dente: può insorgere la necessità di ripeterla, ciò di solito avviene non prima di 5 anni dalla prima applicazione.

Secondo i dati forniti dal Ministero della Salute, l’effetto preventivo di tale pratica si attesta all’87,1% valutata a tre anni dalla sua applicazione, al 76.3% a quattro anni e al 65.0% a nove anni.

QUANDO VANNO FATTE?

Il momento ideale per le sigillature è appena spuntano i primi molari permanenti, di solito fra i 5 e i 7 anni. E’ consigliata a tutti i soggetti, ma in particolare più un bambino ha un’alta cario-recettività, maggiore è l’indicazione alle sigillature, non disgiunta da una buona igiene orale e alimentare. I denti appena nati sono più delicati poiché sono più fragili: il momento ideale per sigillarli è proprio appena l’eruzione si è completata.

igiene-profilassi-bambini-denti-TermoliATTENZIONE GENITORI!!!

Se avete fatto fare le sigillature ai vostri bambini questo non vuol dire che siano esenti o immuni dalle carie! Non trascurate comunque l’igiene orale dei vostri bambini e continuate a prestare la massima attenzione alla prevenzione!

Cisti dentale: cos’è e come si cura

La cisti dentale è una cavità che si sviluppa in prossimità dell’apice di un dente, normalmente provvista di un epitelio di rivestimento, contenente fluido sieroso, mucoso o gassoso. 

implantologia Termoli

Cause e sintomi della cisti dentale

Le cause della cisti dentale possono essere varie, ma generalmente sono riconducibili ad una complicanza del processo di necrosi pulpare (morte del nervo del dente). Infatti, spesso a causa di carie profonde e pulpiti può svilupparsi un granuloma dentale in prossimità dell’apice radicolare che, se non curato, può diventare una cisti. Ci sono anche altre cause che possono provocare lo sviluppo di una cisti dentale tra cui interventi di devitalizzazione non correttamente eseguiti. 

La cisti dentale nella sua fase iniziale non produce particolari sintomi, tanto che la diagnosi spesso viene fatta casualmente, attraverso un semplice esame radiografico. Quando raggiunge dimensioni maggiori, invece, inizia a manifestarsi il dolore, più o meno intenso. Altri sintomi possono essere gengive gonfie, alitosi, rigonfiamento del labbro, mobilità dentale, paresi della zona del labbro inferiore. 

Cure canalare devitalizzazione OPT TAC

Tipologie di cisti dentale: radicolare, follicolare e gengivale

 La cisti dentale, in base alle cause, può essere di tre diverse tipologie: 

Cisti radicolare:  è la tipologia di cisti più diffusa. Si sviluppa in seguito a patologie infettive dei tessuti interni del dente. Se non curata, con il tempo può ingrandirsi fino a distruggere l’osso. Se la cisti non è ancora estesa, si può curare attraverso il trattamento endodontico del dente, altrimenti è necessaria la sua asportazione chirurgica e nei casi più gravi anche l’estrazione del dente.

 Cisti follicolare: è una cisti origine genetica e si forma in seguito ad un errore nel processo di formazione del dente. Si cura attraverso l’asportazione chirurgica. 

Cisti parodontale: questa cisti colpisce il legamento parodontale e l’osso circostante ed è associata alla presenza di parodontite avanzata. Può essere curata curando la parodontite.

 Come curare la cisti dentale 

È molto importante curare le cisti dentali perché la loro crescita può assottigliare la mascella e affollare i denti spingendoli tra di loro.

 Per curarle, non è possibile effettuare delle cure standard ma è necessario prendere in considerazione alcuni fattori come la natura del contenuto, la sede in cui si sviluppa la cisti e la gravità della lesione. Generalmente le cisti dentali vanno rimosse chirurgicamente, mentre nei casi più gravi potrebbe essere necessaria anche l’estrazione del dente.

 Lo scopo del trattamento chirurgico è quello di rimuovere completamente l’epitelio, in modo da evitare il riformarsi della cisti (che potrebbe avvenire nel caso dovessero restare delle cellule epiteliali) e fermare la distruzione dell’osso nella mascella e nella mandibola.

 L’intervento viene effettuato in anestesia locale e consiste nell’incisione della gengiva, nella rimozione dell’osso che copre la cisti e infine, nell’asportazione della cisti stessa. Se la cisti è di grandi dimensioni, potrebbe essere necessaria la ricostruzione dell’osso.

 In seguito all’intervento è necessario fare dei controlli periodici per evitare l’insorgenza di eventuali recidive.

L’importanza di ricoprire i denti devitalizzati

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La terapia endodontica comporta un indebolimento degli elementi dentari tale da poterne pregiucare la durata.

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I denti devitalizzati (denti che hanno subito un trattamento endodontico) sono più soggetti a frattura rispetto ai denti vitali, la causa è quasi sempre la maggiore perdita di sostanza coronale (la parte di dente emergente dalla gengiva).

I denti devitalizzati necessitano, per poter permanere all’interno del cavo orale, di una ricostruzione coronale questi restauri possono essere eseguiti con una tecnica diretta, (la classica otturazione) o con una tecnica indiretta (rilevamento di una impronta e realizzazione del manufatto all’esterno del cavo orale del paziente).

Quali sono i vantaggi e svantaggi di queste due tecniche di ricostruzione di un dente devitalizzato?

I restauri diretti (otturazioni) si realizzano in una unica seduta dal dentista, sono economici, ma espongono il dente ad un rischio di frattura maggiore rispetto ad un restauro indiretto (corona protesica), Più è ampio il danno coronale e maggiore è il rischio di frattura.

I restauri indiretti (corone protesiche, intarsi ecc.) riducono sensibilmente il rischio di frattura dell’elemento dentario, richiedono almeno due sedute dal dentista per la loro realizzazione ed inoltre sono più costosi di una semplice otturazione.

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Corona protesica, quanto dura?

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La corona protesica pur essendo un atto terapeutico “definitivo”, è soggetta ad una sorta di “invecchiamento” che può limitarne la durata.

Modifiche ai tessuti gengivali circostanti e mantenimento igienico possono alterarne l’aspetto.

I pazienti che digrignano (bruxisti) accelerano il processo di invecchiamento ed aumentano il rischio di frattura dei materiali utilizzati e dei denti o impianti di supporto.

Le corone protesiche possono essere realizzate con vari materiali a seconda dei casi e delle diverse necessità di ciascun paziente.

Le corone possono essere in zirconio, in disilicato di litio o in resina. In quest’ultimo caso si tratta di corone provvisorie. Le corone in metallo e ceramica o metallo e resina, sono ormai in disuso.

I vantaggi legati all’utilizzo dello zirconio o del disilicato di litio rispetto alla metallo ceramica sono molteplici, derivanti anche dal fatto che essendo un materiale “bianco”, quindi di per se estetico, non necessita di essere mascherato nel cavo orale come il metallo.

Le corone sono restauri relativamente costosi (da 450 a 700 euro circa), infatti il paziente si aspetta una buona longevità dello medesime.

Venendo al dunque, per determinare la durata nel tempo di una corona protesica ci si può riferire ad un recente studio olandese, effettuato su 3500 corone protesiche in 1550 pazienti, eseguite tra il 1996 ed il 2011. Le corone sono state realizzate in metallo ceramica e disilicato di litio.

Risultati

La maggior parte delle corone singole valutate in questo studio, sono rappresentate da metallo-ceramica (63,8%) su molari (58,1%). Il tempo di osservazione dei restauri varia da 3 settimane a 11 anni,  con una media di 7 anni. Il tasso medio di fallimenti annui a 11 anni è risultato essere 0,7% per la sopravvivenza delle corone. Le corone singole posizionate su denti nell’arcata superiore hanno manifestato un grado di fallimento superiore rispetto a quelle posizionate inferiormente. Un rischio di fallimento maggiore del 25% è stato osservato nelle corone posizionate negli uomini rispetto a quelle collocate nelle donne.

Conclusioni

Dai dati ottenuti da questo studio si può concludere che le corone singole garantiscono un successo accettabile e soddisfacente a lungo termine

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Dimentica la protesi mobile ! Torna a sorridere grazie all’implantologia

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L’edentulia totale, ossia la mancanza di tutti i denti in una o in entrambe le arcate rappresenta per molti un importante problema a livello estetico e psicologico ma, anche e soprattutto, a livello funzionale; basti pensare alle difficoltà nella semplice masticazione. Non a caso, chi ne soffre, è spesso costretto a una dieta fatta quasi unicamente di cibi liquidi/morbidi.

Con il passare degli anni, inoltre, l’edentulia totale determina un riassorbimento dell’osso mascellare, che, assottigliandosi, può causare, tra l’altro, modifiche vere e proprie del profilo facciale.

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La riabilitazione delle funzioni orali deve. quindi, significare per il paziente

  • soddisfazione
  • facilità di adattamento
  • funzionalità masticatoria
  • autostima
  • miglioramento estetico
  • migliore qualità della vita e nei rapporti sociali

E questo i portatori di protesi mobile, perennemente preoccupati della sua instabilità, lo sanno bene.

La mancanza di diversi denti può essere quindi felicemente risolta facendo ricorso all’implantologia moderna

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protesi mobile ancorata agli impianti: l’alternativa più semplice e spesso anche la più conveniente per il trattamento implantare del paziente edentulo. Questo tipo di impianto è indicato soprattutto per i pazienti che già portano una protesi ma insoddisfatti della sua tenuta. Naturalmente la protesi va comunque tolta e pulita dopo i pasti, ma la buona tenuta offre una piacevole sensazione di sicurezza e, in confronto ad una normale dentiera, offre un comfort di masticazione di gran lunga superiore.

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Toronto Bridge (All on 4)

ossia una protesi fissa su impianti che ripristina i denti mancanti dell’intera arcata : soluzione migliore per stabilità, funzionalità, gestione nel tempo e che risulta in grado di eguagliare in aspetto e sensazione i denti naturali.

Rispetto alla protesi mobile, infatti, gli impianti offrono diversi vantaggi nella vita di tutti i giorni :

Denti fissi che non rischiano di cadere creando disagio o imbarazzo

Palato libero per poter parlare e mangiare senza problemi;

Maggiore capacità masticatoria;

Supporto dei tessuti attorno alla bocca per un aspetto più giovanile del viso;

Nessuna necessità di adesivi, né di rimuovere la protesi durante le ore notturne

Implantologia Termoli Cordisco Fabio

Cos’è la Devitalizzazione o Cura Canalare ?

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Il trattamento canalare

In cosa consiste?

Il trattamento canalare (devitalizzazione) consiste nella rimozione della polpa (nervo dentale), presente all’interno del dente e per tutta la lunghezza delle radici, nella sua sostituzione con un’otturazione permanente in guttaperca.

Cosa si ottiene con il trattamento endodontico?

Il risultato è che il dente non sarà più un serbatoio infettivo e, dopo un’adeguata ricostruzione della corona, potrà continuare a svolgere le stesse funzioni di un dente integro. La percentuale di successo di una cura canalare corretta è, in condizioni normali, elevatissima. La percentuale diminuisce nei casi di ritrattamento endodontico, quando cioè è necessario ripetere la procedura per un insuccesso precedente (errori d’esecuzione, complessità anatomiche, difficoltà obiettive)

Quanto tempo richiede?

Il trattamento endodontico è ormai veloce anche per i molari, grazie alle nuove tecniche e alle moderne apparecchiature a disposizione.

Le fasi operative sono le seguenti:

1 – Anestesia locale per neutralizzare il dolore.

2 – Isolamento del campo operatorio mediante la diga di gomma (mezzo imprescindibile per una buona riuscita della cura canalare) consistente in un foglio di lattice di gomma teso da un archetto e tenuto fermo da un gancio posto intorno al dente da curare o a un dente vicino.

3 – Apertura della camera pulpare: accesso alla polpa attraverso una cavità preparata dal lato masticante del dente

4 – Reperimento del o dei canali radicolari con l’ausilio di ingrandimenti ottici (il microscopio è fortemente indicato).

5 – Misurazione della lunghezza ciascun canale mediante una radiografia e un localizzatore elettronico d’apice (la dose di radiazione assorbita nell’esecuzione di una radiografia ad uso odontoiatrico è minima).

6 – Strumentazione dei canali mediante strumenti endodontici che asportano il materiale contaminato dai batteri e sostanze infette, creando nel medesimo tempo una forma delle pareti adatta a una completa otturazione.

7 – Lavaggi con potenti disinfettanti, per ottenere un ambiente il più possibile pulito e asettico

8 – Otturazione canalare mediante guttaperca, materiale plastico e modellabile con il calore, associato a un cemento canalare

9 – Ricostruzione della corona

10 – Controllo radiografico della fine della cura

11 – Eventuale protesi

La Cura Canalare può far male?

Durante il trattamento endodontico il dolore è sotto controllo grazie all’anestesia locale. Un indolenzimento, che può essere soggettivamente più o meno fastidioso, può essere presente dopo la terapia, ma è facilmente controllabile con un comune analgesico.

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