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Consigli pratici, applicabili subito, per iniziare bene con l’apparecchio

Consigli pratici per il tuo bambino

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Quali sono gli inconvenienti che si presentano la prima volta con l’apparecchio?
Il primo, che si verifica *normalmente, è l’aumento della salivazione. Il nostro cervello, appena
mettiamo qualcosa tra i denti, pensa che sia del cibo. Quindi stimola la produzione di saliva come se l’apparecchio fosse una grossa caramella da sciogliere e occorrono almeno un paio d’ore perché la salivazione diminuisca.
In questo caso il rimedio è la pazienza… e un fazzoletto a portata di mano.
La maggior parte degli apparecchi mobili, soprattutto se hanno lo scopo di correggere la
deglutizione, rendono difficile mandare giù la saliva e parlare. Il problema si supera facendo esercizio di deglutizione con l’apparecchio e parlando. Una buona idea è leggere ad alta voce e far passare il tempo. Più si parla con l’apparecchio, sforzandosi di pronunciare bene le parole, meglio è.
Un leggero fastidio ai denti è normale, ed è dovuto alla pressione esercitata dallo strumento sui denti. La sensazione di fastidio varia a seconda dell’età e delle condizioni specifiche del singolo paziente. Non c’è cura possibile che possa eliminare alla radice il disagio, tuttavia si può intervenire per alleviarlo. Mangiare cibi non caldi, ad esempio: gelati o cubetti di ghiaccio danno sollievo alla bocca perché agiscono da anestetizzanti, nel primo periodo. Ricordati di segnalarlo al dentista al prossimo appuntamento, per scrupolo. Un piccolo trucco, fai masticare lentamente ma a fondo la mollica del pane soprattutto sui denti dolenti.
Si possono formare decubiti, piccole lesioni della mucosa che possono dare fastidio per qualche giorno. Esistono tanti prodotti farmaceutici e sono tutti validi. Se possibile, se non è troppo doloroso, fai portare l’apparecchio ugualmente durante la guarigione ed il problema non si ripresenterà.
Per farlo addormentare con l’apparecchio senza che questo dia fastidio, prendi questa
abitudine: qualche minuto dopo cena ci si lava i denti e si mette subito l’apparecchio. Passa un po’ di tempo tra la cena ed il momento di coricarsi. E’ importante che l’apparecchio stia in bocca durante questo momento perché il sonno è un processo graduale ed inizia ben prima del momento in cui chiudiamo gli occhi. Far mettere l’apparecchio a tuo figlio o a tua figlia nel momento in cui si corica nel letto disturba questo processo.

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L’Igiene:

Quando si toglie l’apparecchio per più di pochi minuti conviene lavarlo sotto acqua corrente per togliere la saliva, altrimenti si formano incrostazioni e l’apparecchio prende un gusto pocopiacevole. Quindi per una semplice interrogazione puoi dire a tuo figlio di toglierlo e metterlo nella scatola, ma prima dell’ora di ginnastica dovrebbe sciacquarlo un momento sotto l’acqua prima di riporlo nella scatoletta. Non importa se l’apparecchio rimane bagnato di acqua. Non arrugginisce.
Almeno una volta al giorno lavalo per bene. Per esempio la mattina o la sera a casa.
L’apparecchio si lava con uno spazzolino per le dentiere, che puoi comprare in farmacia o con uno spazzolino da denti con setole dure e detersivo per i piatti o sapone di Marsiglia. Meglio evitare di usare il dentifricio perché non pulisce bene. Quando lo lavi tienilo nel palmo della mano e le prime volte potresti lasciare un fondo d’acqua nel lavandino per non romperlo se dovesse cadere.

Ortodonzia Termoli Dott.Fabio Cordisco

 

Sigillatura dei denti, perché serve

La sigillatura dei molari si effettua per prevenire le carie, è una procedura assolutamente non dolorosa, né invasiva.

 

COSA SONO LE SIGILLATURE?

La sigillatura dei molari si effettua per prevenire le carie.

Eì una procedure raccomandata dalle Linee Guida Nazionali per la Promozione della Salute Orale e la Prevenzione delle Patologie Orali in Età Evolutiva (Ministero della Salute; Novembre 2013) a tutti i bambini (anche a chi non ha mai avuto carie) a partire dai 6-7 anni di età.

I solchi e le fessure dei molari permanenti, a causa della loro conformazione anatomica, ricca di solchi e fossette, rappresentano un luogo ideale per l’annidamento e la proliferazione dei batteri. La superficie di questi elementi inoltre ha poco smalto ed è perciò più soggetta agli attacchi cariogeni.

La sigillatura è una procedura molto semplice da realizzare: Si tratta di applicare un materiale resinoso molto fluido che scorrendo all’interno dei solchi e delle fossette dei denti, precedentemente ben puliti, ne rende la superficie masticante scivolosa così che i residui di cibo possano essere rimossi più facilmente. Inoltre la maggior parte dei sigillanti contengono al loro interno concentrazioni variabili di fluoro che viene lentamente rilasciato nel tempo, contribuendo a fortificare lo smalto e a proteggerlo dalla formazione della carie.

Le sigillature sarebbero anche in grado di bloccare lesioni cariose iniziali per progressiva sterilizzazione della superficie dentale: è stato infatti dimostrato che in caso di sigillatura di carie iniziali, i batteri perdono la loro vitalità con conseguente arresto del processo carioso.

Si tratta di una procedura né dolorosa, né invasiva, tanto è vero che non richiede alcuna forma di anestesia.

QUANTO SONO EFFICACI?

L’efficacia nella prevenzione della carie dipende da quanto il sigillante aderisce sul dente: può insorgere la necessità di ripeterla, ciò di solito avviene non prima di 5 anni dalla prima applicazione.

Secondo i dati forniti dal Ministero della Salute, l’effetto preventivo di tale pratica si attesta all’87,1% valutata a tre anni dalla sua applicazione, al 76.3% a quattro anni e al 65.0% a nove anni.

QUANDO VANNO FATTE?

Il momento ideale per le sigillature è appena spuntano i primi molari permanenti, di solito fra i 5 e i 7 anni. E’ consigliata a tutti i soggetti, ma in particolare più un bambino ha un’alta cario-recettività, maggiore è l’indicazione alle sigillature, non disgiunta da una buona igiene orale e alimentare. I denti appena nati sono più delicati poiché sono più fragili: il momento ideale per sigillarli è proprio appena l’eruzione si è completata.

igiene-profilassi-bambini-denti-TermoliATTENZIONE GENITORI!!!

Se avete fatto fare le sigillature ai vostri bambini questo non vuol dire che siano esenti o immuni dalle carie! Non trascurate comunque l’igiene orale dei vostri bambini e continuate a prestare la massima attenzione alla prevenzione!

Quando compri il dentifricio fai attenzione all’R.D.A.

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L’R.D.A. è un indice molto importante che deve essere assolutamente noto quando si utilizza un dentifricio.

Cos’è l’R.D.A.?

È l’acronimo di Relative Dentin Abrasivity ed indica il grado di abrasività del dentifricio. Maggiore sarà il grado di abrasività del dentifricio e maggiore sarà il potere pulente dello stesso nella disgregazione della placca batterica.

Una sostanza abrasiva, se da un lato aumenta l’efficacia pulente, dall’altro è considerata potenzialmente lesiva per denti e gengive. Infatti la pressione dello spazzolino (se non controllata) unita all’azione abrasiva di un dentifricio, a lungo andare, possono determinare conseguenze irreversibili per i tessuti orali.

Bisogna fare molta attenzione perché non sempre il dentifricio riporta l’indice di abrasività, pertanto è necessario chiedere ad un esperto del cavo orale se il prodotto è adatto alla propria condizione orale.

Conoscere il valore di R.D.A. non è sufficiente, è necessario infatti confrontarlo con una scala di riferimento stabilita dell’American Dental Association (A.D.A), che ha suddiviso il grado di abrasività in:

  • Valore Basso: RDA< 50
  • Valore Medio: RDA 50-90
  • Valore Alto: RDA > 90

In caso di sensibilità dentinale è necessario prestare molta attenzione all’RDA, perché un dentifricio molto abrasivo può aggravare ulteriormente i sintomi della sensibilità ai denti; in questi casi è consigliato un dentifricio con RDA inferiore al valore minimo (RDA<50).

I dentifrici con un RDA superiore a 90 devono essere utilizzati con moderazione e con particolare attenzione, controllando sempre pressione esercitata in fase di spazzolamento e l’utilizzo nel tempo.fabiocordisco.it.jpg

LE ABITUDINI VIZIATE

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La respirazione orale,  la deglutizione infantile  e  iI succhiamento del ciuccio o  del dito

LE ABITUDINI VIZIATE

L’accrescimento del volto e lo sviluppo dell’apparato dentale, sono influenzati da fattori di tipo ambientale, tra cui, di estrema importanza, sono le abitudini viziate.

Le abitudini viziate del distretto orale giocano un ruolo importante nel determinismo di numerose malocclusioni e sono correlate dall’età del soggetto (che influenza la plasticità dell’osso) dalla durata, dalla frequenza, dall’intensità delle forze esercitate. Eliminare precocemente le abitudini viziate può determinare il ritorno ad una occlusione normale: è quindi necessario individuarle il più precocemente possibile per evitare l’instaurarsi di danni permanenti, risolvibili solo con terapie ortodontiche complesse e di lunga durata. A questo scopo, nel corso della visita del bambino, è opportuno che lo specialista indaghi a livello anamnestico e ricerchi con l’esame obiettivo le abitudini “viziate” più frequenti quali: respirazione orale, deglutizione infantile, succhiamento del dito o del ciuccio.

La respirazione orale

La respirazione orale è caratterizzata da un’alterazione della fase inspiratoria, la causa è da ricercare in un’obliterazione del rino-faringe, anche parziale, riferibile a situazioni congenite (ostruzione nasale congenita, atresia delle coane, malformazioni del setto nasale, mancata perforazione delle narici, malformazioni dell’ala del naso) o acquisite (ipertrofia linfatica adeno-tonsillare, deviazioni del setto nasale, ipertrofia dei turbinati di origine allergica o causata da infezioni croniche della mucosa, riniti croniche atrofiche, tonsilliti ipertrofiche, poliposi, sinusiti croniche).

È più frequente nei bambini con viso e spazio rino-faringeo stretti e allungati ed è responsabile di alterazioni a più livelli, locali e sistemici.

A livello orale si osserva disidratazione delle mucose, labbra screpolate e incompetenti, iperemia e ipertrofia gengivale. Il mascellare superiore è prominente e ridotto nei diametri trasversali, il palato è ogivale, l’occlusione è spesso caratterizzata da morso incrociato postero-laterale: è quindi frequente l’associazione tra respirazione orale e malocclusioni (II e III classe scheletrica). E’ frequente anche l’associazione con deglutizione di tipo infantile.

A livello nasale l’intasamento, causato dalla diminuita pervietà delle coane e dalla mancata eliminazione del secreto mucoso, favorisce la virulentazione della flora batterica con frequenti riniti, sinusiti, otiti croniche che aggravano il quadro respiratorio.

La respirazione orale è quindi in grado di determinare ripercussioni anche importanti sull’armonico sviluppo dello scheletro maxillo-facciale, di conseguenza è importante formulare una diagnosi precoce, un eventuale esame otorinolaringoiatrico, ed eliminare, quando possibile, le cause. Qualora, eliminati gli ostacoli locali, la respirazione orale dovesse persistere si può ricorrere alla rieducazione funzionale tramite interventi logopedici o espandere il canale respiratorio nasale tramite apparecchio ortodontico-ortopedico.

La deglutizione infantile

La lingua, per gli stretti rapporti che contrae con le ossa mascellari e con la muscolatura periorale e per le numerose e complesse funzioni in cui è coinvolta, gioca un ruolo importante nell’accrescimento delle basi ossee e nello sviluppo di un corretto rapporto tra le arcate dentali.

La posizione e i movimenti della lingua si modificano nel tempo con il passaggio dall’alimentazione liquida all’alimentazione semiliquida e solida; con l’eruzione degli elementi dentali il bambino acquisisce il meccanismo della masticazione.

Nei primi anni di vita la deglutizione è caratterizzata dalla interposizione della lingua tra le due arcate e dalla contrazione della muscolatura periorale, in particolare del muscolo mentale (deglutizione di tipo infantile).

Verso gli 8-9 anni, per il completamento dell’eruzione dei denti permanenti del settore frontale, per la progressiva diminuzione di volume dei tessuti linfatici della cavità orale (tonsille, adenoidi) e per l’accrescimento della mandibola, la deglutizione si modifica: la punta della lingua viene a contatto con la superficie palatina degli incisivi superiori e il corpo con il palato duro; le labbra sono a contatto in assenza di contrazioni della muscolatura periorale e del muscolo mentale (deglutizione di tipo adulto o somatica).

In circa il 30 % dei soggetti il meccanismo della deglutizione rimane di tipo infantile e questo avviene a  causa di numerosi fattori.

Il persistere della deglutizione di tipo infantile può causare l’instaurarsi di: malocclusioni (come il morso aperto -beanza anteriore), riduzione dei diametri trasversi dell’arcata superiore con conseguente sviluppo di morso incrociato latero-posteriore e laterodeviazione della mandibola.

Numerose sono le terapie proposte per correggere la deglutizione infantile. Secondo alcuni la terapia ottimale è quella miofunzionale, che utilizza esercizi di fisioterapia; altri propongono l’uso di apparecchiature ortodontiche fornite di griglia palatina per riportare forzatamente la lingua in una posizione più arretrata e palatale; altri ancora associano entrambe le tecniche, utilizzando gli esercizi per stabilizzare nel tempo i risultati ottenuti con la terapia ortodontica.

ll succhiamento del ciuccio o del dito

Rappresenta un’abitudine estremamente frequente nel bambino, interessa infatti il 75-95 % della popolazione in età infantile.

Si instaura molto precocemente, talvolta già in epoca prenatale (tra la 17° e la 32° settimana di vita intrauterina), e tende ad esaurirsi spontaneamente, verso il quarto anno di vita.

L’abitudine al succhiamento in questi anni può essere considerata come una fase fisiologica dello sviluppo neuro-motorio. Quando persiste oltre il quarto anno di età può essere interpretata o come comportamento regressivo, legato ad alterazioni della sfera affettiva, o come sintomo di nevrosi derivante da situazioni psicologicamente indesiderabili e da gravi stress; può, tuttavia, rappresentare semplicemente una risposta comportamentale appresa.

L’abitudine al succhiamento del ciuccio viene spontaneamente abbandonata in epoca relativamente precoce, più problematico è il succhiamento del dito, abitudine che perdura in un numero relativamente elevato di bambini, soprattutto di sesso femminile, fino agli 11 anni.

I problemi che possono derivare da un succhiamento protratto sono:

  • mancanza di contatto interdentale in sede incisiva e, nei casi più gravi, un morso aperto, per la ridotta crescita dell’osso alveolare;
  • persistenza di deglutizione infantile;
  • vestibolarizzazione degli incisivi superiori e aumento dell’overjet;
  • incompetenza labiale;
  • problemi masticatori e fonetici;
  • instaurarsi di malocclusioni (soprattutto nei soggetti in cui l’abitudine si protrae a lungo nel tempo).

Se l’abitudine “viziata” viene abbandonata prima dell’eruzione dei denti permanenti, molti dei problemi indicati vanno incontro a risoluzione spontanea.

Il momento ottimale per correggere questa parafunzione è l’età fra i 4 e i 5 anni, soprattutto nel periodo estivo, quando il desiderio di succhiare può essere rimosso da attività ludiche all’aperto; prima di intervenire è però necessario escludere la presenza di conflitti emotivi alla base del perdurare dell’abitudine stessa.

Per rimuovere il succhiamento possono essere utilizzate le seguenti tecniche:

  • somministrare rinforzi positivi (il bambino riceve un premio quando non succhia);
  • ridurre la gradevolezza derivante dal succhiamento (tintura amara sul dito, guantino di lana sulla mano…);
  • applicare dispositivi ortodontici in grado di impedire meccanicamente il succhiamento (griglia palatina fissata su una placca rimovibile o, nei casi di più difficile risoluzione, griglia palatina fissa, su arco palatino saldato a bande ortodontiche cementate ai molari).

L’approccio con il bambino che presenti questa parafunzione deve essere, da parte dei genitori, del pediatra e dell’odontoiatra, estremamente sereno; un’attenta valutazione del bambino sotto il profilo psicologico e odontoiatrico permette di individuare il momento e il modo idonei a sospendere il comportamento nel modo più atraumatico possibile.

 

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Cerchiamo di capire se e come il ciuccio può provocare danni alla dentatura

 

Come incide il ciuccio nello sviluppo del palato del bambino?

Il palato del bambino è formato da ossa che sono in formazione e non ancora saldate. L’utilizzo del ciuccio, per il quale la suzione non avviene mai per pochi minuti, ma generalmente per delle ore, ha l’effetto di inserire in una bocca in formazione un supporto solido che, ovviamente, invita il palato del bambino a svilupparsi, tenendo conto di questo elemento.

 

L’influenza del ciuccio, ma non solo del ciuccio, sul palato si manifesta su 3 piani:

– Sul piano trasversale, ovvero sullo sviluppo dell’ampiezza del palato, poiche’ il succhiotto si interpone tra la lingua e l’arcata superiore, impedendo alla lingua di poggiare sul palato.

La lingua, fra le sue funzioni, ha quella di consentire l’allargamento dell’arcata dentale superiore e di adattarla a quella inferiore.

L’interposizione del succhiotto, o di qualunque oggetto che viene succhiato, tra la lingua e il palato ostacola il naturale sviluppo e ingenera una contrazione del palato, cioe’ l’osso  superiore puo’ diventare piu’ stretto di quello inferiore.

morso incrociato

– Sul piano saggittale (per intendersi, di profilo), la presenza persistente del ciuccio determina un allungamento dell’arcata superiore. I denti davanti superiori risultano sporgenti rispetto agli inferiori.

morso profondo

– Sul piano verticale, con l’interposizione del ciuccio, il bambino sviluppa il cosiddetto “morso aperto”: osservando la bocca del bambino quando e’ chiusa e i denti posteriori sono a contatto, davanti si nota che i denti rimangono distanziati tra loro, e lasciano una sorta di apertura in cui il bambino facilmente interpone la lingua.

morso aperto

 

Questi difetti conseguenti all’utilizzo del ciuccio si manifestano sempre? E continuano a persistere una volta tolto?

Dipende… dipende da quanto viene utilizzato quotidianamente e da quando si smette di usarlo.

Intanto possiamo dire che, soprattutto nei bambini che lo utilizzano abbastanza, già all’età di 1 anno o poco più i genitori possono notare le eventuali manifestazioni osservando personalmente le arcate del bambino. Guardandolo di profilo si può rilevare la sporgenza in avanti dei dentini superiori rispetto agli inferiori ed una forma piuttosto appuntita del palato, mentre guardandolo da davanti si può evidenziare l’aumento della distanza verticale tra l’arcata superiore ed inferiore, (il morso aperto pocanzi descritto).

Se il ciuccio viene tolto quando il bambino ha un’età di 12-18 mesi è molto probabile che il morso si normalizzi da solo con la crescita. Ma nei bambini che usano ancora il ciuccio intorno ai 3 anni il problema può risultare più complesso da risolvere e richiedere terapie specialistiche e correttivi adeguati.

 

Il problema che si ingenera è di tipo estetico?

Non solo. Oltre al problema estetico, cioè denti sporgenti e un palato stretto ed appuntito, si genera un importante problema di tipo funzionale legato all’accrescimento scheletrico ed alla deglutizione.

Un palato stretto non consente il corretto accrescimento sagittale (in avanti) della mandibola e di conseguenza essa di profilo apparirà arretrata rispetto all’osso mascellare  (che contiene i denti superiori).

In secondo luogo, ma di ugual importanza, a causa della presenza fisica del ciuccio tra la lingua ed il palato e della contrazione ormai ingenerata in quest’ultimo, la lingua non trova più una sede congrua.

In una bocca sviluppata in modo fisiologico, una volta che spuntano i denti, durante la deglutizione questi rappresentano una barriera che impedisce al cibo di uscire, contemporaneamente la lingua spinge il bolo alimentare (il cibo masticato) nella gola, premendo sulla parte anteriore del palato. Inoltre in condizione di riposo a bocca chiusa normalmente il dorso della lingua poggia sulla volta del palato.

Nei bambini che utilizzano troppo a lungo il ciuccio la lingua segue uno schema diverso: assume una postura bassa, ossia rimane poggiata nella parte inferiore della bocca (il pavimento orale), e durante l’atto della deglutizione si interpone tra le arcate dentarie esercitando di frequente una spinta contro gli incisivi. In pratica avviene la persistenza del modello deglutitorio presente del neonato quando si introducono i primi cibi solidi,(deglutizione infantile), che abitualmente si modifica in seguito all’eruzione dentale.

I bambini  che usano il ciuccio inoltre spesso manifestano un’incompetenza labiale, ossia hanno la tendenza a tenere in posizione di riposo la bocca socchiusa, con la lingua visibilmente sporgente.

 

Come si corregge il problema?

Su bimbi che smettono di usare il ciuccio verso l’anno e mezzo o prima in genere avviene il  ripristino del fisiologico equilibrio tra ossa mascellari e muscolatura (lingua e labbra) e spesso si può osservare una risoluzione spontanea del problema: eliminato il ciuccio viene meno l’azione schermante di esso sulle labbra ed esse esercitando la loro fisiologica pressione consentono il naturale arretramento della dentatura.

Nei bambini più grandi, in cui le ossa sono più solide e le deformazioni sono più importanti, spesso si creano modificazioni tali da richiedere l’intervento di uno specialista in Ortodonzia  e di un Logopedista.

 

Perchè cita lo specialista in Ortodonzia (dentista) e il Logopedista (specialista per la rieducazione del linguaggio)?

Con l’Ortodonzia si agisce per ripristinare la forma fisiologica del palato ed i giusti rapporti tra le arcate dentarie, ma onde evitare recidive occorre sottoporre il paziente alla valutazione specialistica di un Logopedista che possa rilevare la necessità o meno di una rieducazione della funzione linguale con appositi esercizi.

 

E’ un problema che puo’ essere ingenerato solo dal ciuccio?

Problemi analoghi, a carico dei  denti , si ingenerano con la suzione, ad esempio,  del dito, del biberon, del labbro e della lingua stessa.

Modificazioni simili possono però manifestarsi anche in assenza di queste abitudini: ad esempio in bambini con un frenulo linguale corto (il frenulo linguale è quel segmento di pelle che collega la lingua al pavimento orale), oppure in bambini con problemi di respirazione, (che hanno quindi la tendenza a respirare con la bocca). Ma a volte appare preponderante la sola componente genetica (per cui il bambino sviluppa una data conformazione scheletrica piuttosto che un’altra).

 

Come fa un genitore a capire se si trova davanti ad un problema che necessita di rieducazione funzionale?

E’ opportuno confrontarsi con una persona competente:  un bravo Pediatra, un Odontoiatra specialista in Ortodonzia , un Logopedista,  sono figure in grado di dare la giusta indicazione.

 

E’ molto importante che i genitori abbiano la possibilità di riflettere sul fatto che uno strumento come il ciuccio, che a volte appare un aiuto insostituibile per gestire il bambino, ha dei risvolti sulla salute per far fronte ai quali l’intera famiglia poi è sottoposta a stress: le terapie infatti  sono lunghe e richiedono collaborazione, i bambini  vanno accompagnati alle varie sedute dagli specialisti, gli esercizi di rieducazione sono impegnativi e i genitori devono essere scrupolosi nel farli eseguire durante i pasti e durante la giornata. Senza omettere i risvolti economici che impegnano le famiglie per portare avanti tali terapie… Nel decidere di smettere di utilizzare il ciuccio, o di non usarlo affatto, è utile riflettere anche su questi aspetti.

fonti: V. Becherucci

 

INFO PER MAMME E BIMBI

Pedodonzia: qualche risposta alle domande più frequenti delle mamme :

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1) Perche’ sono importanti i dentini da latte?
Spesso c’è una convinzione, da parte dei genitori, che i dentini da latte non siano poi così importanti perchè provvisori.
Invece sono importantissimi perchè:
1. Conservano lo spazio per i successivi denti permanenti
2. Insieme alla lingua intervengono nella crescita’ mandibolare e mascellare
3. Sono una chiave importante nel corretto sviluppo del linguaggio e della fonazione
4. Se correttamente sviluppati danno una positiva immagine di se’

2) Quando iniziare a pulire i dentini da latte, e come?
Da 0 mesi all’eruzione del primo dentino bisogna cominciare a pulire le gengive del bimbo con una garzina inumidita, possibilmente dopo ogni poppata.
Successivamente, all’arrivo del primo dentino, si può cominciare a spazzolarlo con lo spazzolino appositamente studiato per i piccini, senza uso di dentifricio, con un movimento delicato dalla gengiva al dente.
Con l’arrivo dei premolari e molari da latte (attorno ai 24 mesi) oltre al movimento verticale (sempre dalla gengiva al dente, mai l’opposto) si aggiungono i movimenti “avanti-indietro” sulla superficie masticatoria (proprio dove nascono le prime carie), cercando di allontanare qualsiasi residuo alimentare dai solchi del dente.
Lavare i propri denti dopo ogni pasto principale, dando così il buon esempio, è una regola che vale per tutta la famiglia. Appena il bimbo/a è in grado di sputare, si può iniziare con l’uso del dentifricio specifico per l’età del bimbo, privo di fluoro (attenzione: la quantità del dentifricio deve essere pari ad una piccola lenticchia).

3) Come prevenire la carie nei bambini?
La regola d’oro è una corretta igiene orale dopo ogni pasto principale, riducendo al minimo i fuoripasto fatti di merendine, dolci, succhi di frutta, bevande zuccherate e caramelle gommose. Previlegiare viceversa la frutta e la verdura fresca! Comunque se è vero che gli zuccheri semplici (contenuti nelle bibite gassate, dolciumi, succhi di frutta, zucchero da tavola, miele etc.) vengono rapidamente utilizzati dalla flora batterica, è altrettanto vero che alimenti contenenti carboidrati complessi (pasta, pane, riso, orzo, farro, mais, segale, patate etc.) sono altrettanto pericolosi. Infatti, secondo recenti ricerche, sembrerebbe che sia più importante il tempo di permanenza del cibo all’interno della bocca rispetto alla quantità totale di zuccheri in esso contenuta. Gli alimenti zuccherini quindi possono essere consumati a patto che siano prontamente seguiti da un’adeguata pulizia orale, ma non prima di 10 minuti, per permettere alla saliva di tamponare il pH acido dopo ingestione, per esempio, di mele o agrumi. Infine ricordiamoci che l’alimentazione deve garantire un apporto di vitamine e minerali necessari a garantire la salute dei tessuti dentari (calcio, magnesio, fluoro, e fosforo in primis). Curiosità: via libera al succo di ossicocco (o cranberry), unico nel suo genere, in grado di prevenire la formazione di placca sulla superficie dei denti, interferendo con la capacità di un batterio gram-negativo, che prende il nome di Streptococcus mutans, implicato nella cariogenesi, di aderire alla superficie dello smalto.

4)Le sigillature dei solchi sono una buona prevenzione della carie nei bambini?
La funzione delle sigillature è di proteggere i denti dalla formazione della carie occlusale, e deve essere effettuata non appena i denti posteriori permanenti sono completamente erotti
nel cavo orale (solitamente intorno ai 6 anni). Normalmente si sigillano i molari permanenti, perché caratterizzati da una anatomia complessa, ricca di solchi e fossette difficili da pulire per la mano ancora poco esperta del bambino; ma è consigliabile sigillare anche i premolari e molari da latte, che vanno incontro alla permuta molto più avanti (attorno ai 9/11 anni), e che è quindi opportuno mantenere in bocca nelle migliori condizioni possibili fino a quel momento.
La sigillatura dei solchi consiste nell’applicazione di un materiale fluido e resinoso che scorre molto bene all’interno dei solchi e delle fossette dei denti, ed indurendosi (con una lampada fotopolimerizzante, in poco tempo e senza fastidio né dolore, non si usano strumenti aggressivi) ne rende la superficie masticante più uniforme. Questo impedisce il ristagno del cibo nei solchi, rendendone la superficie più detergibile. Inoltre la presenza di fluoro a rilascio graduale nel materiale utilizzato contribuisce a rinforzare lo smalto ed a proteggerlo ulteriormente dalla formazione della carie. Il tutto, ripetiamo, è assolutamente indolore, con brevi sedute da 10 minuti circa. Solitamente in due o al massimo tre sedute si sigillano sia i premolari e molari da latte che, soprattutto, i primi molari permanenti (che sono quattro!).

5) Quando portare i bambini a fare la prima visita dal dentista?
Generalmente consigliamo di non posticipare troppo in là, negli anni, sia per far conoscere ai bimbi la figura del dentista, sia soprattutto per non aspettare l’insorgenza delle prime problematiche dovute alla carie già in atto. Aspettando il “buco”, o addirittura i primi sintomi legati ad una carie avanzata (dolore, ascesso, dente distrutto), il primo approccio con la figura del dentista risulterebbe certamente più traumatico, e costringerebbe ad intervenire in prima battuta senza aver costruito precedentemente un rapporto di fiducia con il proprio curante. Quindi il consiglio è di introdurre la figura dell’odontoiatra già all’età di 3 anni, magari iniziando soltanto a contare i dentini insieme e facendo un giro su e giù sulla poltrona ’’magica’’ del dentista. Fare la prima visita precocemente è quindi importante anche per gettare le basi per un buon rapporto tra il bambino ed il dentista, e quindi tra l’adulto del domani ed il dentista.
Un suggerimento importante è non usare MAI il dentista come minaccia nei confronti di un bimbo restio a lavarsi i denti, o che mangia troppi dolci, poiché questo costituisce il miglior viatico per una futura fobia.

6) Il mio bambino ha delle macchie scure sui denti, che cosa sono?
Se si tratta di piccole macchioline alla base dei denti che formano una specie di linea scura a livello del colletto, è una cosa assolutamente innocua, non crea danno alcuno, e sembrerebbe pure associato ad una bassa incidenza di carie. Gli americani identificano qs fenomeno come Black Tartar, ma non si tratta di tartaro, bensì di batteri cromogeni che, associati ad una certa composizione salivare, creano queste macchioline scure. Queste macchie possono essere rimosse dal dentista con un gommino ruotante e un po’ di pasta abrasiva, ma tendono a riformarsi velocemente.

Superare la paura del dentista

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che circa il 20% della popolazione è affetta da fobia del dentista (odontofobia), una paura talmente radicata da essere riconosciuta come una vera e propria patologia. Per molte persone l’appuntamento col dentista rappresenta un incubo, vissuto con angoscia e turbamento, anche nel caso di una semplice di controllo. Come molte altre fobie, anche quella del dentista è difficile da superare: l’individuo affetto da odontofobia riconosce talvolta l’irrazionalità della propria angoscia, eppure non se ne riesce a sottrarre, tendendo a rimandare il più possibile gli appuntamenti o addirittura a cancellarli, con tutte le conseguenze del caso a livello di salute e igiene dentale. Posticipare un intervento necessario può equivalere a peggiorare il proprio quadro clinico, senza considerare l’esborso assai più alto nel momento in cui ci si dovesse trovare a risolvere un problema più grave.

Alcune persone hanno paura del suono del trapano, mentre altre temono il dolore fisico e detestano la sensazione di mancato controllo quando si trovano sdraiati sulla poltrona. Vi sono alcuni che mal sopportano le raccomandazioni dei dentisti su come spazzolarsi correttamente i denti e sull’uso di collutorio e filo interdentale. Una inconfutabile verità è che più si ritarda la visita dal dentista, maggiori saranno i problemi da risolvere. Recenti studi hanno dimostrato che una dentatura non curata può essere alla base di problemi ben più gravi e rischi per la salute, soprattutto per il cuore.

Raccontare le proprie paure al dentista

Gli odontoiatri conoscono perfettamente l’odontofobia e sanno quanto possa essere grave, pertanto proporranno tecniche di intervento studiate appositamente per chi soffre di questo disturbo, cercando di far sì che trapani e aghi non siano più una fonte di ansia. Molti dentisti lamentano una mancata comunicazione con i propri pazienti, soprattutto durante l’intervento. Quando si avverte dolore è fondamentale segnalarlo tempestivamente: un bravo dentista si fermerà e cercherà di venirvi incontro in ogni modo possibile per alleviare ogni dolore.

Prendere confidenza con lo studio dentistico

Visitare lo studio e parlare con il personale prima del primo appuntamento aiuta a prendere confidenza con il luogo tanto temuto ed è una buona occasione per porre domande e togliersi ogni dubbio su ciò che ci si appresta a fare.

Fidarsi delle tecnologie moderne

Le moderne cure odontoiatriche hanno fatto passi da gigante rispetto al passato e offrono metodi efficaci e indolori, anche per quelle tipologie di intervento apparentemente più delicate.

Farsi spiegare ogni procedura

Chiedere al dentista come si svolgerà un determinato intervento può essere d’aiuto in quanto ci fa sentire al corrente di ciò che sta succedendo nella propria bocca, pertanto un’idea ottimale potrebbe anche essere quella di farsi spiegare passo dopo passo ogni fase dell’operazione, proprio mentre il dentista la sta eseguendo.

La fiducia prima di tutto

E’ importante affidarsi a dentisti con i quali poter instaurare un rapporto di fiducia reciproca. Trova un dentista che ti fa sentire a proprio agio e che sia disposto a lavorare sulle tue paure.

Respirare e rilassarsi

Alcuni dentisti consigliano di mettere in pratica varie tecniche di rilassamento prima e durante l’appuntamento, come ad esempio respirare profondamente o ascoltare musica rilassante.

Programmare visite regolari

Andare dal dentista regolarmente evita molti problemi. Effettuare ogni anno una visita e una pulizia dentale evita l’insorgere di problemi più gravi, là dove si renderebbero invece necessari lunghi e non sempre piacevoli interventi.

Un passo alla volta

Se ci si reca da un dentista per la prima volta, è bene iniziare la reciproca conoscenza in maniera graduale, programmando ad esempio una semplice visita di controllo o una seduta di igiene dentale: questo vi aiuterà a costruire un solido rapporto di fiducia, fondamentale per programmare successivamente anche gli interventi più complessi.

Carie nei bambini, dietrofront degli esperti sul fluoro: «No alle gocce. L’unico utile per la prevenzione è quello nei dentifrici»

Carie nei bambini, dietrofront degli esperti sul fluoro: «No alle gocce. L’unico utile per la prevenzione è quello nei dentifrici»

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Per anni i pediatri ci hanno raccomandato di somministrare gocce di fluoro nei bimbi sopra i sei mesi per prevenire le carie. Peccato che adesso la Società italiana di odontoiatria infantile, nelle nuove linee guida per la promozione della salute orale nell’età evolutiva, faccia una decisa retromarcia. Sottolineando che per la prevenzione della carie va privilegiato l’impiego topico di fluoro (ovvero quello nei dentifrici) rispetto a quello sistemico in gocce e compresse.

Di «rivoluzione» parla Giuseppe Marzo, che a margine del 17° congresso nazionale della Sioi in corso a Roma, sottolineano come le nuove guidelines «centrano il nostro obiettivo, che è quello di allinearsi allo standard d’eccellenza dei Paesi scientificamente più avanzati: le evidenze scientifiche hanno infatti dimostrato che l’unico fluoro utile è quello che arriva a contatto con la superficie dei denti».

Le raccomandazioni – già recepite dal ministero della Salute e approvate dal Consiglio superiore di sanità, grazie al lavoro di un pool di esperti tra cui i rappresentanti della Sioi – «hanno ridimensionato notevolmente l’indicazione all’uso sistemico del fluoro, dando risalto alla qualità e all’efficacia superiore della forma di somministrazione topica sia domiciliare sia professionale» attraverso l’uso di gel e dentifrici.

Non solo. Le concentrazioni di fluoro per uso topico devono essere variabili e rapportate all’età e alla suscettibilità alla carie del singolo bambino. «I piccoli di solito ingoiano il dentifricio – sottolinea Marzo – ed è quindi importante per la loro salute che essi utilizzino un prodotto a basso contenuto di fluoro». Le evidenze scientifiche suggeriscono inoltre che, per una corretta prevenzione della salute dei denti, è opportuno cominciare le visite dal dentista già dai tre anni.

Fonte: http://www.sanita.ilsole24ore.com

Bambini e denti: carie in aumento del 15%

La prevenzione inizia dalla corretta igiene orale della mamma durante la gravidanza

Cordisco-Fabio-Dentista-Termoli.bambini-jpg                       Denti da latte sempre più cariati:     rispetto a cinque anni fa le lesioni cariose in età pediatrica hanno infatti conosciuto un incremento del 15%. Ad esserne “vittime” sono circa 120 mila piccoli di 4 anni che, insieme ai quasi 250 mila ragazzini di 12 anni, costituiscono le due fasce più a rischio. A mettere in pericolo la salute dentale e del cavo orale dei bambini italiani sono anche le mamme poco attente ad attuare, durante la gravidanza, le giuste pratiche di igiene dentale o a seguire una alimentazione corretta. Due comportamenti, troppo spesso sottovalutati, che favoriscono la presenza e la permanenza nel cavo orale del batterio responsabile dell’insorgenza e dello sviluppo della carie, trasmissibile al nascituro. Sono queste alcune delle indicazioni più rilevanti presenti nelle nuove Linee guida nazionali appena approvate dal ministero della Salute: “L’attenzione alla salute del cavo orale della mamma, già in gravidanza, è una raccomandazione cardine delle nuove linee guida”, spiega Antonella Polimeni, Presidente del Collegio nazionale dei Docenti di Odontoiatria. Secondo la studiosa, infatti, “un’elevata presenza di carie nella mamma può influenzare in maniera significativa lo sviluppo di carie nel bambino già nella dentatura da latte”.

Dalle Linee guida emerge che ad aggravare il problema “carie” nei più piccoli si aggiunge il fattore economico – cure odontoiatriche trascurate e un’offerta di servizi non sempre soddisfacente – e il fattore “alimentazione sbagliata”, soprattutto nei bambini più grandi: “La salute della bocca – sottolinea Polimeni – è messa ancora più a rischio da una scarsa qualità della dieta, più ricca di zuccheri e cibi ipercalorici a sfavore di frutta e verdura, a cui si aggiunge un eccessivo apporto di bevande dolci e gassate assunte anche in maniera ravvicinata tra i pasti a cui non fanno seguito neppure le adeguate manovre di igiene orale che ridurrebbero il rischio di patologia cariogena”.

Fonte: Il Sole 24 Ore

Sei una neomamma ? Conosci la “Sindrome da Biberon” ?

Bright mother feeding her adorable son in the kitchen  Il tuo bambino non ti lascia dormire la notte?

Si addormenta solo con il biberon e camomilla solubile o con il ciuccio e miele?

Sappi che l’assunzione prolungata e notturna di bevande zuccherate, o di succhiotti intinti in sostanze zuccherate, a scopo di calmante è da considerarsi un’abitudine alimentare scorretta.

Tra le bevande zuccherate: camomilla solubile, succhi di frutta, tisane dolci, latte con zucchero o miele, latte e biscotti, etc.

Oltre al fattore di predisposizione indviduale, l’esposizione prolungata agli zuccheri dei denti da latte favorisce la comparsa del processo carioso prevalentemente nel settore dei denti frontali, ma anche altri denti ne possono essere colpiti.

La carie nei neonati e nei bambini molto piccoli è spesso definita come “Carie o sindrome da biberon”.

È un problema che riguarda i piccoli tra i 9 mesi ca. e 3 anni di età.

Pensi che i denti da latte, essendo temporanei, non siano importanti?

I denti decidui come quelli permanenti sono necessari per masticare, parlare, sorridere, oltre ad essere fondamentali nel processo di eruzione di quelli permanenti.

Durante la notte il flusso salivare diminuisce, non esplicando così la sua funzione di tamponamento dell’acidità, provocata dai batteri con la fermentazione degli zuccheri. Lo smalto dei denti a causa di questa acidità diventerà più suscettibile agli attacchi dei batteri.

Se la carie da biberon non viene trattata provocherà dolore e infezione. I denti gravemente cariati potranno avere bisogno di essere rimossi.

Se i denti sono infetti o persi troppo presto a causa della carie da biberon, il bambino potrà sviluppare abitudini viziate, problemi di linguaggio e anche lo stato di salute dei denti permanenti potrà esserne condizionato. Inoltre, in seguito all’estrazione di un dente deciduo, le probabilità che i denti permenenti erompano in una direzione non corretta aumentano.

I nostri consigli

La buona notizia è che con alcuni semplici accorgimenti si può prevenire la sindrome da biberon:

– Pulisci le gengive del tuo bambino con una garza o un panno pulito dopo ogni poppata;

– Inizia a pulire i denti del tuo bambino, senza dentifricio, quando erompe il suo primo dente;

– Utilizza uno spazzolino con setole morbide per abituare il bambino all’igiene orale;

– Pulisci e massaggia le gengive anche nelle zone prive di denti;

– Quando tutti i denti da latte sono erotti passa il filo interdentale;

– Programma per tuo figlio regolari visite odontoiatriche e sappi che i rivestimenti sigillanti possono aiutare a prevenire la carie nei bambini.

Ricorda:

– Non permettere mai al bambino di addormentarsi con il biberon contenente altro che acqua;

– Non dare mai al tuo bambino un ciuccio immerso in qualcosa di dolce;

– Riduci lo zucchero nella dieta soprattutto tra i pasti.

Non è mai troppo tardi per eliminare le cattive abitudini. Se il tuo bambino beve liquidi zuccherati dal biberon durante la notte, puoi rompere questa abitudine gradualmente, diluendo il contenuto della bottiglia con acqua.

Consigli:

– Se il tuo bambino ha le gengive gonfie in seguito all’eruzione dei denti con conseguente dolorabilità, puoi utilizzare delle creme specifiche naturali o emollienti a base di camomilla.

– Non far utilizzare durante i pasti al tuo bambino le tue stoviglie, la carie è trasmissibile. Studi clinici hanno evidenziato come nella bocca di un bambino ancora privo di denti, non sia presente il microrganismo della carie e come la sua presenza sia riconducibile ad un meccanismo di trasmissisione da parte della madre.

Per qualsisi dubbio o curiosità rivolgiti al tuo dentista o igienista dentale che sapranno darti tutte le risposte che cerchi.

La salute orale del tuo bambino è molto importante anche per noi.