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Chirurgia ortognatica: ecco l’intervento per correggere la mandibola

Ti hanno detto che l’unico modo per avere un sorriso perfetto è la chirurgia? In cosa consiste? Ecco tutto quello che c’è da sapere sull’intervento per correggere la mandibola.


Cos’è la chirurgia ortognatica

La chirurgia ortognatica è una branca della chirurgia maxillo-facciale che si basa sulla correzione chirurgica delle anomalie scheletriche di osso mascellare e mandibola.

Ortognatico significa “mascelle dritte” pertanto l’obiettivo principale è muovere le mascelle, e con esse i denti, collocando entrambi nella giusta posizione.

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Tipicamente si tratta di un tipo di chirurgia che viene effettuata su soggetti adulti a fine crescita.
Esistono tuttavia alcuni casi in cui può essere effettuata a partire dai 16 anni.

Chi ha bisogno della chirurgia ortognatica?

Le persone che possono beneficiare della chirurgia ortognatica sono quelle che hanno una masticazione scorretta o quelle con le arcate dentarie malposizionate per squilibri della crescita delle mascelle.

Queste anomalie possono creare una serie di problemi sulla funzione masticatoria, la respirazione, la fonazione, la salute della bocca e penalizzare seriamente l’aspetto estetico.

Possiamo sintetizzare alcune condizioni tipicamente che richiedono chirurgia ortognatica:

  • eccessiva crescita della parte inferiore del viso (mandibola grande o pronunciata);
  • scarso sviluppo mascellare;
  • eccessivo sviluppo mascellare;
  • scarso sviluppo della mandibola con mento sfuggente, a becco d’uccello, con eventuale presenza di spazio tra gli incisivi superiori e inferiori;
  • asimmetrie più o meno gravi, con deviazione della mandibola, de mento o della mascella;

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  • alterazioni dell’occlusione che non possono essere corrette con l’apparecchio ortodontico, come morso profondo (gli incisivi superiori coprono troppo gli inferiori) o morso aperto (spazio tra incisivi superiori e inferiori).

Quali sono le fasi dell’intervento?

Il percorso ha in genere inizio con la visita dall’ortodontista.
Normalmente, il paziente richiede un consulto perché ha i denti storti, o chiude male la bocca, o nota che il viso non è di suo gradimento.

L’ortodontista dopo un accurato studio della bocca, dei calchi e delle teleradiografie del cranio, pianificherà la fase terapeutica.

Approccio convenzionale

Qualora per correggere la mandibola o l’osso mascellare si dovesse optare per l’intervento chirurgico convenzionale, il paziente dovrà portare per circa 1 anno un apparecchio per allineare i denti.

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Successivamente, a denti dritti, verrà eseguito l’intervento chirurgico, ove il chirurgo muoverà le ossa insieme alle arcate, armonizzando il viso.

Circa 1-2 mesi dopo la chirurgia, il paziente tornerà dall’ortodontista per rifinire i dettagli dell’occlusione.

Surgery first

In alcuni casi si esegue anche il cosiddetto “surgery first”: si preferisce effettuare prima l’intervento chirurgico, quindi andare a posizionare prima mascellare e mandibola nella posizione corretta e poi concludere con l’ortodonzia.

Questa linea terapeutica ha dei risvolti importanti anche di natura psicologica per il paziente.

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Difatti, una persona a cui non aggrada il suo aspetto estetico, difficilmente accetterà 12 mesi di ortodonzia pre-chirurgica.

Correggere la mandibola immediatamente, gli porterà un miglioramento generalizzato del volto che poi lo spingerà a cercare la perfezione con il trattamento ortodontico postoperatorio.

Qui però, dopo l’intervento, non trattandosi di una semplice rifinitura, l’apparecchio andrà portato per un periodo di tempo maggiore. 

Eventuali complicanze e rischi

Come ogni intervento chirurgico, la chirurgia ortognatica non è esente da rischi e complicanze.

Complicanze generali e specifiche

Possiamo distinguere delle complicanze generali e complicanze specifiche.

Le complicanze generali si possono realizzare durante e dopo l’intervento. Senza dubbio vanno citati sanguinamento e infezione, oltre che l’apertura della ferita chirurgica.

Tra le specifiche, la più problematica è l’esposizione dei mezzi di osteosintesi, ovvero delle placche e viti che tengono ferma la mandibola nella nuova posizione. Questa evenienza obbliga il chirurgo ad un nuovo intervento per la loro rimozione.

Rischi legati all’intervento

Può capitare che durante l’intervento qualcosa vada storto…senza dubbio i rischi maggiori che si possono correre durante la correzione della mandibola sono:

  1. eventuali lesioni alle radici dentarie;
  2. lesioni del nervo alveolare inferiore;
  3. frattura iatrogena patologica, ovvero una frattura scorretta causata del chirurgo a livello delle ossa mascellari.
    Tale problematica colpisce principalmente la mandibola per via della sua densità maggiore.

Vantaggi e svantaggi

È ormai a tutti noto che molti attori di Hollywood, tra cui Angelina Jolie, abbiano ricorso alla chirurgia ortognatica per migliorare il loro profilo ed angolo mandibolare. correggere la mandibola

Chi lo avrebbe mai fatto per un motivo così futile se questa procedura non possedesse innumerevoli vantaggi?

Anzitutto, tutti questi interventi vengono eseguiti per via endorale, cioè senza cicatrici esterne sul viso, e non comportano quasi mai l’immobilizzazione con fili metallici delle arcate dentarie tra loro.

Inoltre, le moderne tecnologie consentono, tramite l’utilizzo di software dedicati, di darti la possibilità di conoscere il tuo aspetto post-intervento, attraverso una ricostruzione facciale virtuale.
In questa maniera saprai come sarai ancora prima di operarti.

In più, la chirurgia ortognatica colloca i denti e le mascelle in una nuova posizione più bilanciata, funzionale e salutare.

Non soltanto sarai in grado di mordere e masticare al meglio ma anche il tuo aspetto, la respirazione e il modo di parlare risentiranno dei benefici apportati.

L’unico svantaggio da considerare è il gonfiore del viso post-intervento, pressocchè inevitabile, che può perdurare anche per un mese.

Diretta conseguenza è la difficoltà nel mangiare, nel bere e nel parlare nelle prime settimane.

Bite per i denti in farmacia: funziona davvero? Facciamo chiarezza

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Soffri di digrignamento notturno e nella tua farmacia vendono i bite? Il vicino di casa ti ha detto che funzionano? Inquadriamo insieme il tuo problema e scopriamo se l’acquisto dei bite per i denti in farmacia è consigliabile oppure no.

Secondo un articolo scientifico del 2013 intitolato “Bruxism defined and graded: an international consensus” pubblicato sul Journal of Oral Rehabilitation, il bruxismo è definito come un’attività ripetitiva dei muscoli masticatori caratterizzata dal digrignamento o dal serramento dei denti e/o da tensione o spinta della mandibola.

Classificazioni del bruxismo

Il bruxismo fa parte della parafunzioni e può essere classificato in base al tipo di movimento e al periodo della giornata in cui esso si manifesta.
Si distingue in:

  • bruxismo statico (clenching), caratterizzato dal serramento delle arcate;
  • bruxismo dinamico (grinding), ossia il digrignamento dei denti.

Inoltre si parla di bruxismo diurno quando il serramento o il digrignamento avvengono nelle ore diurne, mentre prende il nome di bruxismo notturno quando il problema si manifesta di notte.

Quali sono le cause del bruxismo?

Una revisione sistematica ha evidenziato che la prevalenza dei soggetti che soffrono di bruxismo si aggiri tra l’8 e il 31,4%. Ma quali sono le cause?

Le cause del digrignamento e del serramento dei denti sono ancora poco chiare ma sicuramente compartecipano numerosi fattori. Per diversi anni si è pensato che il bruxismo fosse causato da una malocclusione, ma recenti studi hanno smentito tale teoria. Sicuramente un ruolo particolarmente spiccato lo rivestono i fattori psico-sociali. Ansia e stress predispongono al bruxismo diurno.

Anche i farmaci e le abitudini viziate possono influire sul digrignamento dei denti. È stato dimostrato che alcuni farmaci antidepressivi o antipsicotici, fumo, alcool e caffeina siano strettamente correlati al bruxismo notturno. Alla stessa maniera, anche l’insonnia e le apnee ostruttive del sonno sono dei reperti facilmente riscontrabili nei pazienti con tale disturbo.

Si può concludere che non c’è un criterio univoco su come il digrignamento dei denti e il serramento si sviluppino.

Come faccio a sapere se soffro di digrignamento dei denti?

La raccolta dei segni e sintomi del bruxismo e la conferma da parte dei familiari rivestono un ruolo fondamentale. Secondo l’International Classification of Sleep Disorders si può fare diagnosi di bruxismo notturno se vi è la presenza di rumori striduli regolari o frequenti durante il sonno e se si realizza uno o più dei seguenti segni e sintomi:

  • Usura dei margini degli elementi dentari;
  • Affaticamento e dolore ai muscoli masticatori durante l’arco della giornata;
  • Mal di testa al mattino;
  • Difficoltà ad aprire la bocca al risveglio.

Solitamente i primi segni vengono notati dal partner che durante le ore notturne percepisce i tipici rumori del digrignamento. Successivamente i margini incisali dei denti andranno incontro ad usura, consumando lo smalto ed esponendo la dentina. Tale esposizione rende anche i denti più sensibili al freddo e al caldo e più suscettibili a carie.

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Evidente usura del margine incisale degli elementi dentari

Tuttavia, l’esame più indicato per la diagnosi di bruxismo è la polisonnografia. Difatti, tramite lo studio delle fasi del sonno, degli atti respiratori e dei muscoli masticatori è possibile scoprire la gravità del problema e individuare eventuali disturbi del sonno.

I tratti caratterizzanti del serramento

Il serramento (clenching) ha diversi punti in comune con il digrignamento dei denti ma si differenzia per alcuni aspetti:

  • I denti dei serratori non sono usurati;
  • Lo sforzo muscolare è ancora più accentuato rispetto al digrignamento causando dolori muscolari anche intensi durante il giorno;
  • Il serramento determina un approfondimento delle fosse negli elementi dentari;
  • Sono frequenti manifestazioni parodontali come recessioni gengivali fino ad arrivare alla mobilità dentale.

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Terapia del bruxismo: ecco come risolvere il problema

Purtroppo, una terapia che rimuova la causa ancora non esiste. L’unico rimedio esistente per il digrignamento dei denti e il serramento è di natura palliativa ed è rappresentato dal bite. 

15Il bite è un dispositivo removibile in resina che si posiziona generalmente sull’arcata superiore e permette di eliminare gli effetti dannosi del bruxismo. Distribuendo i contatti dei denti sul bite si favorirà il rilassamento dei muscoli masticatori attenuando tutti i sintomi quali mal di testa, indolenzimento e dolore.

In più, la mandibola sarà libera di pattinare sulla resina impedendo che i denti possano usurarsi ulteriormente.

Per poter indossare un bite adeguato è necessaria la presa dell’impronta delle arcate

Bite per i denti in farmacia

Ma veniamo al dunque: è consigliabile acquistare un bite per i denti in farmacia oppure no?

Generalmente, tra i “non addetti ai lavori” ci sono numerosi pareri discordanti a riguardo: c’è chi l’ha comprato e si è trovato molto bene; chi lo ha perso; chi aveva fastidi e lo ha gettato…

In realtà, è fondamentale che il bite venga pianificato e progettato da un odontoiatra evitando assolutamente quelli preformati presenti al supermercato o in farmacia.

Acquistando i bite per i denti in farmacia ci si espone ad una serie di rischi:

  • vi può essere un aggravamento dei sintomi;
  • essendo progettati in modo impreciso, potrebbero stimolare il riflesso del vomito;
  • potrebbe dare luogo a precontatti in grado di alterare la chiusura della bocca;
  • mancata personalizzazione del bite in relazione alla patologia.

Difatti, esistono numerose problematiche di natura articolare. Ognuna di queste necessita di un bite progettato in maniera differente e specifica per quel paziente.

Consigli pratici, applicabili subito, per iniziare bene con l’apparecchio

Consigli pratici per il tuo bambino

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Quali sono gli inconvenienti che si presentano la prima volta con l’apparecchio?
Il primo, che si verifica *normalmente, è l’aumento della salivazione. Il nostro cervello, appena
mettiamo qualcosa tra i denti, pensa che sia del cibo. Quindi stimola la produzione di saliva come se l’apparecchio fosse una grossa caramella da sciogliere e occorrono almeno un paio d’ore perché la salivazione diminuisca.
In questo caso il rimedio è la pazienza… e un fazzoletto a portata di mano.
La maggior parte degli apparecchi mobili, soprattutto se hanno lo scopo di correggere la
deglutizione, rendono difficile mandare giù la saliva e parlare. Il problema si supera facendo esercizio di deglutizione con l’apparecchio e parlando. Una buona idea è leggere ad alta voce e far passare il tempo. Più si parla con l’apparecchio, sforzandosi di pronunciare bene le parole, meglio è.
Un leggero fastidio ai denti è normale, ed è dovuto alla pressione esercitata dallo strumento sui denti. La sensazione di fastidio varia a seconda dell’età e delle condizioni specifiche del singolo paziente. Non c’è cura possibile che possa eliminare alla radice il disagio, tuttavia si può intervenire per alleviarlo. Mangiare cibi non caldi, ad esempio: gelati o cubetti di ghiaccio danno sollievo alla bocca perché agiscono da anestetizzanti, nel primo periodo. Ricordati di segnalarlo al dentista al prossimo appuntamento, per scrupolo. Un piccolo trucco, fai masticare lentamente ma a fondo la mollica del pane soprattutto sui denti dolenti.
Si possono formare decubiti, piccole lesioni della mucosa che possono dare fastidio per qualche giorno. Esistono tanti prodotti farmaceutici e sono tutti validi. Se possibile, se non è troppo doloroso, fai portare l’apparecchio ugualmente durante la guarigione ed il problema non si ripresenterà.
Per farlo addormentare con l’apparecchio senza che questo dia fastidio, prendi questa
abitudine: qualche minuto dopo cena ci si lava i denti e si mette subito l’apparecchio. Passa un po’ di tempo tra la cena ed il momento di coricarsi. E’ importante che l’apparecchio stia in bocca durante questo momento perché il sonno è un processo graduale ed inizia ben prima del momento in cui chiudiamo gli occhi. Far mettere l’apparecchio a tuo figlio o a tua figlia nel momento in cui si corica nel letto disturba questo processo.

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L’Igiene:

Quando si toglie l’apparecchio per più di pochi minuti conviene lavarlo sotto acqua corrente per togliere la saliva, altrimenti si formano incrostazioni e l’apparecchio prende un gusto pocopiacevole. Quindi per una semplice interrogazione puoi dire a tuo figlio di toglierlo e metterlo nella scatola, ma prima dell’ora di ginnastica dovrebbe sciacquarlo un momento sotto l’acqua prima di riporlo nella scatoletta. Non importa se l’apparecchio rimane bagnato di acqua. Non arrugginisce.
Almeno una volta al giorno lavalo per bene. Per esempio la mattina o la sera a casa.
L’apparecchio si lava con uno spazzolino per le dentiere, che puoi comprare in farmacia o con uno spazzolino da denti con setole dure e detersivo per i piatti o sapone di Marsiglia. Meglio evitare di usare il dentifricio perché non pulisce bene. Quando lo lavi tienilo nel palmo della mano e le prime volte potresti lasciare un fondo d’acqua nel lavandino per non romperlo se dovesse cadere.

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Consigli e Raccomandazioni per i pazienti in trattamento con Espansore Rapido Palatale (REP)

Il REP serve ad allargare il palato e a creare più spazio per i tuoi denti.

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Informazioni su eventuali fastidi e possibili rimedi.

L’apparecchio deve essere attivato in base alle istruzioni fornite dall’ortodontista. Ogni attivazione deve essere eseguita con la specifica chiavetta, data dalla dottoressa all’appuntamento, e DEVE ESSERE COMPLETA, ovvero fino alla completa visualizzazione del foro per l’attivazione successiva.
È normale sentire uno stato di tensione diffuso sui denti o sul naso, in particolar modo dopo la prima attivazione fatta presso lo studio. Il grado di fastidio è variabile da paziente a paziente e può essere controllato, se necessario, con l’uso di un antidolorifico.
È possibile che per i primi giorni ci sia un aumento della salivazione e difficoltà di pronuncia e deglutizione, non preoccuparti è normale e passerà in breve tempo.
Altri effetti avversi, seppur piuttosto rari, possono essere: p erdita di sangue dal naso o visione doppia temporanea.
Potrebbe verificarsi una lacrimazione aumentata.
Se l’apparecchio produce arrossamenti ed escoriazione della mucosa delle guance, utilizza la cera ortodontica e copri accuratamente quella parte dell’apparecchio che punge, vedrai che il tuo fastidio si ridurrà immediatamente.
Durante le attivazioni dell’apparecchio si aprirà uno spazio fra i denti anteriori che si chiuderà da solo. Non preoccuparti perché è un segnale che il dispositivo sta funzionando.

Come e quando spazzolare i denti.

Con il dispositivo in bocca è più facile accumulare placca e quindi è importante dedicare più tempo del solito alla cura dell’igiene orale. Innanzitutto spazzola i denti dopo ogni pasto o spuntino, seguendo le informazioni fornite in studio.
È possibile che del cibo si possa fermare sotto l’apparecchio, non preoccuparti andrà via
spazzolando.

Consigli alimentari.

EVITA cibi particolarmente difficili da rimuovere e appiccicosi (caramelle, chewing-gum, etc.)
EVITA cibi di consistenza troppo duri e croccanti (torrone, carote, crosta del pane, noccioline, etc…)
EVITA cibi particolarmente filamentosi (prosciutto crudo, pancetta, arancia, etc..) perché possono “annodarsi” all’apparecchio rendendo difficoltosa la deglutizione.
Queste piccole accortezze permettono di ridurre sensibilmente l’incidenza del distacco del dispositivo ed eventuale fastidi ed evitano l’inutile protrarsi della durata della terapia.
Si prega di comunicare in anticipo eventuali disdette.
Si prega di contattare lo studio nel caso in cui il dolore sia eccessivo o anche soltanto se abbia dubbi o altre domande da farci.
Si prega di contattarci nel caso in cui l’apparecchio venga rotto.

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Ortodonzia Termoli Dott.Fabio Cordisco

DIETA PER PORTATORI DI APPARECCHI ORTODONTICI FISSI

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La terapia che hai appena iniziato sarà efficace e rispetterà i tempi stabiliti se Tu farai
attenzione a ciò che mangi. Il Tuo apparecchio deve rimanere integro e gli attacchi devono restare ben fissati ai denti. Non vogliamo interferire con il Tuo apporto nutrizionale, Ti chiediamo solo di evitare alcuni alimenti che, per esempio, sono in grado di disgregare il cemento sotto le bande o sotto gli attacchi. Un paziente attento può avere un regime dietetico bilanciato e non mettere a rischio il lavoro dell’Ortodonzista.
Noi speriamo che Tu voglia essere questo tipo di paziente. I cibi elencati di seguito sono
quelli che abbiamo trovato essere la causa più comune di perdita di bande, attacchi e
rottura di apparecchi.

CIBI DURI
– GHIACCIO, GHIACCIOLI (possono essere solo succhiati)
– PIZZA CROCCANTE, CROSTA DELLA PIZZA
– BRUSCHETTE, OLIVE
– NOCI E NOCCIOLINE DI TUTTI I TIPI, POP CORN
– CARAMELLE DURE, CROCCANTI E TORRONI
– FRUTTA E VERDURA DURA (ad es.: mele, carote, finocchi possono essere mangiati
solo grattugiati o a fettine oppure cotti)
– CARNE CON L’OSSO (costolette e braciole possono essere mangiate dopo averle
private dell’osso; evitare la selvaggina)

CIBI GOMMOSI
– CHEWING-GUM (anche quelli senza zucchero)
– CARAMELLE GOMMOSE, BARRETTE (eliminare solo quelle con ripieno
Gommoso )

CIBI DOLCI
Dopo aver mangiato una fetta di torta o una barretta di cioccolato è opportuno che Ti lavi immediatamente i denti; se non lo fai, c’è il rischio che si formi placca batterica
(responsabile della carie). Se non hai con Te lo spazzolino, almeno risciaquaTi la bocca
con acqua.
Non abusare, comunque, di:
– TORTE, GELATI, BIBITE (coca-cola, aranciata, succhi di frutta ecc…)

Un ultimo consiglio: spazzolarTi i denti è sempre importante ma lo è ancora di più quando hai un apparecchio ortodontico. E’ necessario lavorare con impegno ma quando il Tuo trattamento sarà completato e gli attacchi verranno rimossi, sarai orgoglioso/a di sorridere.

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Ortodonzia Termoli Dott.Cordisco Fabio

Instruzioni da seguire dopo un intervento di chirurgia orale

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·         RIPOSO: dopo aver lasciato l’ambulatorio, evitare ogni attività che vi possa affaticare. Dormire con un cuscino in più aiuta ad alleviare il gonfiore mattutino.
·         DOLORE: dopo l’intervento una leggera dolorabilità della zona operata può essere una fastidiosa conseguenza che si attenua considerevolmente con l’uso di appropriati analgesici.
·         SANGUINAMENTO: un sanguinamento leggero presente nella saliva è assolutamente normale durante il primo giorno. Evitate quindi pietanze calde per 12 ore e sciacqui ripetuti nelle prime 24 ore. Nel caso di una persistenza del sanguinamento, tamponate la zona interessata con una garzina o dell’ovatta per 15 minuti. Se necessario, ripetete questa manovra un paio di volte. Se tutto questo non è sufficiente contattate lo studio dentistico.
·         GHIACCIO: applicate del ghiaccio sulla guancia, ad intervalli, per circa 3-4 ore.
·         FEBBRE: è possibile un leggero aumento della temperatura nelle prime 48 ore.
·         EDEMA: la zona operata può andare incontro a gonfiore che raggiunge il suo apice dopo circa 48 ore. A volte vi può essere la comparsa di un ematoma che sparirà nel giro di una settimana.
·         FARMACI: assuma regolarmente i farmaci che le sono stati prescritti, oltre ai suoi abituali (salvo altre indicazioni)
·         IGIENE ORALE: non usare lo spazzolino sulla zona operata per circa 2 giorni ma procedete negli sciacqui con un colluttorio a base di Clorexidina. Successivamente praticate un’accurata igiene orale
·         DIETA: per le prime 24 ore eviti cibi caldi e particolarmente duri; briciole di grissini o cracker o biscotti potrebbero penetrare nella ferita chirurgica.
Al termine dell’effetto anestetico è possibile mangiare cibi morbidi e freddi (gelato, latte, yogurt, ricotta). Durante le prime settimane, successive all’intervento chirurgico, è preferibile masticare dal lato opposto alla zona dell’estrazione. In caso di intervento di implantologia a carico immediato raccomandiamo un’alimentazione con dieta morbida per i primi tre mesi.
Una protesi provvisoria al di sopra degli impianti va utilizzata solo per fini estetici dato che la pressione della masticazione potrebbe compromettere l’adesione dell’impianto all’osso.
·         ALCOOL-TABACCO: sono formalmente controindicati per 2 settimane. Possono disturbare la coagulazione, ritardare la cicatrizzazione ed essere responsabili del dolore post-operatorio.

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Sigillatura dei denti, perché serve

La sigillatura dei molari si effettua per prevenire le carie, è una procedura assolutamente non dolorosa, né invasiva.

 

COSA SONO LE SIGILLATURE?

La sigillatura dei molari si effettua per prevenire le carie.

Eì una procedure raccomandata dalle Linee Guida Nazionali per la Promozione della Salute Orale e la Prevenzione delle Patologie Orali in Età Evolutiva (Ministero della Salute; Novembre 2013) a tutti i bambini (anche a chi non ha mai avuto carie) a partire dai 6-7 anni di età.

I solchi e le fessure dei molari permanenti, a causa della loro conformazione anatomica, ricca di solchi e fossette, rappresentano un luogo ideale per l’annidamento e la proliferazione dei batteri. La superficie di questi elementi inoltre ha poco smalto ed è perciò più soggetta agli attacchi cariogeni.

La sigillatura è una procedura molto semplice da realizzare: Si tratta di applicare un materiale resinoso molto fluido che scorrendo all’interno dei solchi e delle fossette dei denti, precedentemente ben puliti, ne rende la superficie masticante scivolosa così che i residui di cibo possano essere rimossi più facilmente. Inoltre la maggior parte dei sigillanti contengono al loro interno concentrazioni variabili di fluoro che viene lentamente rilasciato nel tempo, contribuendo a fortificare lo smalto e a proteggerlo dalla formazione della carie.

Le sigillature sarebbero anche in grado di bloccare lesioni cariose iniziali per progressiva sterilizzazione della superficie dentale: è stato infatti dimostrato che in caso di sigillatura di carie iniziali, i batteri perdono la loro vitalità con conseguente arresto del processo carioso.

Si tratta di una procedura né dolorosa, né invasiva, tanto è vero che non richiede alcuna forma di anestesia.

QUANTO SONO EFFICACI?

L’efficacia nella prevenzione della carie dipende da quanto il sigillante aderisce sul dente: può insorgere la necessità di ripeterla, ciò di solito avviene non prima di 5 anni dalla prima applicazione.

Secondo i dati forniti dal Ministero della Salute, l’effetto preventivo di tale pratica si attesta all’87,1% valutata a tre anni dalla sua applicazione, al 76.3% a quattro anni e al 65.0% a nove anni.

QUANDO VANNO FATTE?

Il momento ideale per le sigillature è appena spuntano i primi molari permanenti, di solito fra i 5 e i 7 anni. E’ consigliata a tutti i soggetti, ma in particolare più un bambino ha un’alta cario-recettività, maggiore è l’indicazione alle sigillature, non disgiunta da una buona igiene orale e alimentare. I denti appena nati sono più delicati poiché sono più fragili: il momento ideale per sigillarli è proprio appena l’eruzione si è completata.

igiene-profilassi-bambini-denti-TermoliATTENZIONE GENITORI!!!

Se avete fatto fare le sigillature ai vostri bambini questo non vuol dire che siano esenti o immuni dalle carie! Non trascurate comunque l’igiene orale dei vostri bambini e continuate a prestare la massima attenzione alla prevenzione!

Cos’è la Devitalizzazione o Cura Canalare ?

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Il trattamento canalare

In cosa consiste?

Il trattamento canalare (devitalizzazione) consiste nella rimozione della polpa (nervo dentale), presente all’interno del dente e per tutta la lunghezza delle radici, nella sua sostituzione con un’otturazione permanente in guttaperca.

Cosa si ottiene con il trattamento endodontico?

Il risultato è che il dente non sarà più un serbatoio infettivo e, dopo un’adeguata ricostruzione della corona, potrà continuare a svolgere le stesse funzioni di un dente integro. La percentuale di successo di una cura canalare corretta è, in condizioni normali, elevatissima. La percentuale diminuisce nei casi di ritrattamento endodontico, quando cioè è necessario ripetere la procedura per un insuccesso precedente (errori d’esecuzione, complessità anatomiche, difficoltà obiettive)

Quanto tempo richiede?

Il trattamento endodontico è ormai veloce anche per i molari, grazie alle nuove tecniche e alle moderne apparecchiature a disposizione.

Le fasi operative sono le seguenti:

1 – Anestesia locale per neutralizzare il dolore.

2 – Isolamento del campo operatorio mediante la diga di gomma (mezzo imprescindibile per una buona riuscita della cura canalare) consistente in un foglio di lattice di gomma teso da un archetto e tenuto fermo da un gancio posto intorno al dente da curare o a un dente vicino.

3 – Apertura della camera pulpare: accesso alla polpa attraverso una cavità preparata dal lato masticante del dente

4 – Reperimento del o dei canali radicolari con l’ausilio di ingrandimenti ottici (il microscopio è fortemente indicato).

5 – Misurazione della lunghezza ciascun canale mediante una radiografia e un localizzatore elettronico d’apice (la dose di radiazione assorbita nell’esecuzione di una radiografia ad uso odontoiatrico è minima).

6 – Strumentazione dei canali mediante strumenti endodontici che asportano il materiale contaminato dai batteri e sostanze infette, creando nel medesimo tempo una forma delle pareti adatta a una completa otturazione.

7 – Lavaggi con potenti disinfettanti, per ottenere un ambiente il più possibile pulito e asettico

8 – Otturazione canalare mediante guttaperca, materiale plastico e modellabile con il calore, associato a un cemento canalare

9 – Ricostruzione della corona

10 – Controllo radiografico della fine della cura

11 – Eventuale protesi

La Cura Canalare può far male?

Durante il trattamento endodontico il dolore è sotto controllo grazie all’anestesia locale. Un indolenzimento, che può essere soggettivamente più o meno fastidioso, può essere presente dopo la terapia, ma è facilmente controllabile con un comune analgesico.

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Protesi sugli impianti, cosa sono e come sceglierle

Gli impianti fungono da pilastri per corone singole, ponti ed arcate complete, oppure possono essere utilizzati per stabilizzare protesi removibili tramite sistemi reversibili di ancoraggio. Questo trattamento assicura funzionalità, estetica e durata nel tempo. Per garantire ai denti la giusta igiene orale e manutenzione bisogna scegliere con attenzione il proprio dentista.

studio dentistico termoli

Le protesi sugli impianti dentali rappresentano una soluzione molto utilizzata in odontoiatria per sopperire alla mancanza di uno o più denti. Una delle cause più comuni che provoca la perdita dei denti è la carie che, se non viene curata adeguatamente, rischia di attaccare i denti fino a farli cadere. Altro nemico dell’igiene orale è la piorrea, un’infezione che colpisce l’osso del dente fino a farlo cadere. La prevenzione ed i controlli periodici presso uno studio dentistico sono d’obbligo per curare la salute dei tuoi denti.

Protesi sugli impianti: materiale e tipologie

Le corone singole, ponti o riabilitazioni complete sono tra le protesi più diffuse dal dentista. I materiali principalmente utilizzati per questi specifici interventi sono lo zirconio-ceramica, il disilicato-ceramica e il monolitico.
Lo zirconio è una ceramica molto dura e resistente che per le sue peculiari caratteristiche può essere paragonata ai metalli. Lo zirconio assicura una migliore estetica ed una migliore biocompatibilità poiché è privo di metalli. I prodotti in zirconio vengono realizzati nelle unità di fresatura automatizzate controllate tramite il computer (CAD-CAM). Lo zirconio può essere utilizzato per realizzare ponti senza metallo oppure corone intere in zirconio trasparente. Inoltre, assicura un colore simile a quello dei denti e non nuoce alle gengive.
Il disilicato di litio è una ceramica che assicura una notevole resistenza alle forze masticatorie e all’abrasione. La cementazione del disilicato generalmente avviene per adesione, perché l’elemento artificiale si consolida perfettamente col dente naturale assicurando un eccellente effetto cromatico.
La zirconia monolitica è una corona fatta completamente in zirconio. L’ossido di zirconio è un ossido di metallo caratterizzato dal colore bianco, che quindi si integra perfettamente con la colorazione della dentatura assicurando un’ottima estetica. Risulta estremamene resistente da un punto di vista meccanico e garantisce una lunga durata nel tempo. La corona in zirconio monolotica viene realizzata tramite la fresatura da un blocco di ossido di zirconio con metodologia CAD-CAM.

Protesi Toronto Bridge per Riabilitazione Complete

La protesi Toronto Bridge è la scelta ideale per quei pazienti che devono sostituire l’intera arcata dentale superiore o inferiore. Si tratta di una protesi mobile totale composta da 12 denti in ceramica che viene fissata attraverso monconi ad impianti dentali osteointegrati in titanio. Il Toronto Bridge è una protesi fissa applicata ed assicurata alla parte protesica staccata emergente dalla gengiva tramite avvitamento. La caratteristica principale del Toronto Bridge è il fatto che gli impianti dentali necessari sono meno rispetto ai denti che mancano. Questa soluzione riduce i tempi di applicazione ed offre numerosi vantaggi relativi ai materiali, ai costi ed all’estetica.
La protesi è caratterizzata da una flangia rosa che risolve alcuni dei principali problemi estetici della bocca. Ecco i principali vantaggi:

  • La protesi sopperisce all’eventuale mancanza di osso ed evita il cosiddetto “sorriso equino” caratterizzato da denti lunghi
  • La protesi risulta estremamente salda in bocca poiché è ben ancorata agli impianti osteointegrati
  • Viene migliorato il prognatismo mandibolare attraverso una estrusione funzionale della mandibola.

All-on-four e All-on-six

All-on-four e All-on-six sono tecniche di implantologia innovative capaci di risolvere con un intervento poco invasivo le problematiche estetiche o funzionali di chi ha perso i denti. La mancanza di denti provoca fastidiosi problemi che riguardano soprattutto la masticazione e l’occlusione. Chi soffre di questi problemi deve ricorrere ad una dieta fatta quasi esclusivamente di cibi morbidi. La mancanza dei denti col passare degli anni inoltre determina un riassorbimento dell’osso mascellare, che si assottiglia e causa addirittura modifiche del profilo facciale.
La mancanza di diversi denti può essere risolta in maniera rapida collocando quattro impianti (All-on-four) o in alcuni casi sei impianti (All-on-six) in specifici punti della bocca. Due di essi vengono posizionati in verticale nei settori frontali e gli altri due (o quattro) inclinati nelle zone dei premolari.

Overdenture

L’overdenture è una protesi dentale rimovibile applicabile su 2 o 4 impianti che prevede l’inserimento di un pilastro in titanio nell’osso mascellare, in grado di rigenerarsi intorno alla protesi. Questa tecnica è più economica rispetto al Toronto Bridge ma, pur basandosi su una protesi mobile, assicura una stabilità eccellente simile alla protesi fissa.
L’overdenture è una protesi removibile in resina e rinforzata in metallo, adatta per quei pazienti che hanno già perso o stanno perdendo gran parte dei denti e per i pazienti portatori di protesi particolarmente instabili. Le protesi overdenture vengono ancorate ad impianti dentali realizzati in titanio, supportati all’interno da attacchi speciali (femmine) che vengono alloggiati in attacchi speciali (maschi) collocati sulle estremità degli impianti. Tali collegamenti possono avere una forma di una sfera o ancorati ad una barra.

L’overdenture assicura una lunga serie di vantaggi:

  • Le procedure per l’installazione sono poco invasive
  • La pulizia risulta molto facile e veloce
  • I tempi di guarigione sono notevolmente ridotti
  • Le protesi mobili sono stabili, solide ed assicurano un’ottima estetica
  • La protesi superiore è priva di palato
  • La migliore masticazione favorisce una migliore digestione
  • Viene migliorato il modo di parlare infondendo maggiore sicurezza nel paziente
  • I costi sono piuttosto ridotti.

 

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Quando compri il dentifricio fai attenzione all’R.D.A.

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L’R.D.A. è un indice molto importante che deve essere assolutamente noto quando si utilizza un dentifricio.

Cos’è l’R.D.A.?

È l’acronimo di Relative Dentin Abrasivity ed indica il grado di abrasività del dentifricio. Maggiore sarà il grado di abrasività del dentifricio e maggiore sarà il potere pulente dello stesso nella disgregazione della placca batterica.

Una sostanza abrasiva, se da un lato aumenta l’efficacia pulente, dall’altro è considerata potenzialmente lesiva per denti e gengive. Infatti la pressione dello spazzolino (se non controllata) unita all’azione abrasiva di un dentifricio, a lungo andare, possono determinare conseguenze irreversibili per i tessuti orali.

Bisogna fare molta attenzione perché non sempre il dentifricio riporta l’indice di abrasività, pertanto è necessario chiedere ad un esperto del cavo orale se il prodotto è adatto alla propria condizione orale.

Conoscere il valore di R.D.A. non è sufficiente, è necessario infatti confrontarlo con una scala di riferimento stabilita dell’American Dental Association (A.D.A), che ha suddiviso il grado di abrasività in:

  • Valore Basso: RDA< 50
  • Valore Medio: RDA 50-90
  • Valore Alto: RDA > 90

In caso di sensibilità dentinale è necessario prestare molta attenzione all’RDA, perché un dentifricio molto abrasivo può aggravare ulteriormente i sintomi della sensibilità ai denti; in questi casi è consigliato un dentifricio con RDA inferiore al valore minimo (RDA<50).

I dentifrici con un RDA superiore a 90 devono essere utilizzati con moderazione e con particolare attenzione, controllando sempre pressione esercitata in fase di spazzolamento e l’utilizzo nel tempo.fabiocordisco.it.jpg