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Sigillatura dei denti, perché serve

La sigillatura dei molari si effettua per prevenire le carie, è una procedura assolutamente non dolorosa, né invasiva.

 

COSA SONO LE SIGILLATURE?

La sigillatura dei molari si effettua per prevenire le carie.

Eì una procedure raccomandata dalle Linee Guida Nazionali per la Promozione della Salute Orale e la Prevenzione delle Patologie Orali in Età Evolutiva (Ministero della Salute; Novembre 2013) a tutti i bambini (anche a chi non ha mai avuto carie) a partire dai 6-7 anni di età.

I solchi e le fessure dei molari permanenti, a causa della loro conformazione anatomica, ricca di solchi e fossette, rappresentano un luogo ideale per l’annidamento e la proliferazione dei batteri. La superficie di questi elementi inoltre ha poco smalto ed è perciò più soggetta agli attacchi cariogeni.

La sigillatura è una procedura molto semplice da realizzare: Si tratta di applicare un materiale resinoso molto fluido che scorrendo all’interno dei solchi e delle fossette dei denti, precedentemente ben puliti, ne rende la superficie masticante scivolosa così che i residui di cibo possano essere rimossi più facilmente. Inoltre la maggior parte dei sigillanti contengono al loro interno concentrazioni variabili di fluoro che viene lentamente rilasciato nel tempo, contribuendo a fortificare lo smalto e a proteggerlo dalla formazione della carie.

Le sigillature sarebbero anche in grado di bloccare lesioni cariose iniziali per progressiva sterilizzazione della superficie dentale: è stato infatti dimostrato che in caso di sigillatura di carie iniziali, i batteri perdono la loro vitalità con conseguente arresto del processo carioso.

Si tratta di una procedura né dolorosa, né invasiva, tanto è vero che non richiede alcuna forma di anestesia.

QUANTO SONO EFFICACI?

L’efficacia nella prevenzione della carie dipende da quanto il sigillante aderisce sul dente: può insorgere la necessità di ripeterla, ciò di solito avviene non prima di 5 anni dalla prima applicazione.

Secondo i dati forniti dal Ministero della Salute, l’effetto preventivo di tale pratica si attesta all’87,1% valutata a tre anni dalla sua applicazione, al 76.3% a quattro anni e al 65.0% a nove anni.

QUANDO VANNO FATTE?

Il momento ideale per le sigillature è appena spuntano i primi molari permanenti, di solito fra i 5 e i 7 anni. E’ consigliata a tutti i soggetti, ma in particolare più un bambino ha un’alta cario-recettività, maggiore è l’indicazione alle sigillature, non disgiunta da una buona igiene orale e alimentare. I denti appena nati sono più delicati poiché sono più fragili: il momento ideale per sigillarli è proprio appena l’eruzione si è completata.

igiene-profilassi-bambini-denti-TermoliATTENZIONE GENITORI!!!

Se avete fatto fare le sigillature ai vostri bambini questo non vuol dire che siano esenti o immuni dalle carie! Non trascurate comunque l’igiene orale dei vostri bambini e continuate a prestare la massima attenzione alla prevenzione!

COME EDUCARE IL BAMBINO GIA’ DA PICCOLO A PRENDERSI CURA DEL CAVO ORALE.

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La prima visita da qualunque medico genera ansia nel bambino; chi sarà mai quel signore o quella signora con il camice bianco? Perchè la mamma, il papà, la nonna sono così nervosi mentre mi accompagnano?

Certamente il cavo orale, zona ad elevata sensibilità, gioca un ruolo fondamentale per la psiche del bambino: non è un caso se tutti gli oggetti che il bimbo, in tenera età, maneggia con le mani finiscono anche in bocca, proprio per la sensibilità che questo organo reca con sè. Diviene un mezzo per conoscere il mondo; per conseguenza il bimbo è assai allarmato non appena gli si propone di aprire la bocca e, con strumenti a lui non noti, si cerca di osservarne l’interno.

Tutto questo contesto viene poi enfatizzato dai genitori, a loro volta portatori di paure e apprensioni frutto delle precedenti esperienze più o meno fortunate.

TRE, CINQUE E SEI.

Come non iniziare un circolo negativo? Si potrebbe sintetizzarlo con tre, cinque, sei, ovvero le età fondamentali per iniziare un rapporto professionale con l’odontostomatologo. Il modo è assai semplice e il primo passo spetta sempre ai genitori.

Il bimbo, non appena compaiono i primi dentinI da latte, deve essere educato a spazzolarli, per gioco e senza finalità, con spazzolini morbidi e piccoli. In tal modo il contatto con oggetti esterni al cavo orale renderà per il piccolo il fatto familiare; ovrà diventare un’abitudine nel corso di tutta la vita, dobbiamo farlo divenire da subito una consuetudine.

All’età di tre anni è bene fare una prima visita odontoiatrica, logicamente in ambienti protetti, con la presenza dei genitori, avendo cura che questo primo incontro sia un gioco e non un triste rituale foriero di dolori e sofferenze.Solo in questo modo sarà possibile incentivare il futuro ragazzo a sottoporsi a tutte le manovre preventive professionali indispensabili per mantenere una corretta salute dentale. Dopo la prima visita, le scadenze possono essere annuali o, prudenzialmente, semestrali.

I cinque anni risultano essere una base fondamentale per l’evoluzione futura; a quell’età tutti i denti da latte (denti decidui) sono presenti nel cavo orale del bambino.Si può apprezzare il tipo di chiusura (occlusione) che il bambino ha, si possono verificare eventuali danni provocati dalle cosiddette abitudini viziate, la prima tra tutte il succhiamento del dito o del ciuccio.In questa fase, soprattutto se il rapporto tra odontoiatra e bambino si è consolidato, sarà possibile progettare interventi, nel caso si rendano necessari, per instaurare programmi preventivi di correzione dello sviluppo dei mascellari: l’ortodonzia precoce che tende a intercettare un potenziale sviluppo negativo delle ossa mascellari. In questa fase le ossa dei piccoli sono particolarmente plastiche e un modesto intervento, con una durata temporale anche ridotta, può correggere malposizioni ossee e dentali assai gravi.

Una risoluzione a questa età può far risparmiare cure ben più complesse in età più avanzata.

Sempre intorno ai cinque anni si può apprezzare il rischio di carie del bambino; la presenza di carie denuncerà un rischio più o meno marcato e sarà importante instaurare dei programmi preventivi adeguati affinchè non si moltiplichino, particolarmente negli anni immediatamente successivi, quando usciranno i primi molari, ovvero i primi denti permanenti. Al fine di evitare l’insorgenza di carie di questi denti, opportuni programmi preventivi domiciliari e professionali, sigillature dei solchi dei denti permanenti, dovranno essere messi in atto per evitare che il numero di carie si moltiplichi e il dentista diventi uno spauracchio e non un professionista con cui condividere un percorso di vita volto a mantenere la miglior salute orale possibile.

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Quando compri il dentifricio fai attenzione all’R.D.A.

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L’R.D.A. è un indice molto importante che deve essere assolutamente noto quando si utilizza un dentifricio.

Cos’è l’R.D.A.?

È l’acronimo di Relative Dentin Abrasivity ed indica il grado di abrasività del dentifricio. Maggiore sarà il grado di abrasività del dentifricio e maggiore sarà il potere pulente dello stesso nella disgregazione della placca batterica.

Una sostanza abrasiva, se da un lato aumenta l’efficacia pulente, dall’altro è considerata potenzialmente lesiva per denti e gengive. Infatti la pressione dello spazzolino (se non controllata) unita all’azione abrasiva di un dentifricio, a lungo andare, possono determinare conseguenze irreversibili per i tessuti orali.

Bisogna fare molta attenzione perché non sempre il dentifricio riporta l’indice di abrasività, pertanto è necessario chiedere ad un esperto del cavo orale se il prodotto è adatto alla propria condizione orale.

Conoscere il valore di R.D.A. non è sufficiente, è necessario infatti confrontarlo con una scala di riferimento stabilita dell’American Dental Association (A.D.A), che ha suddiviso il grado di abrasività in:

  • Valore Basso: RDA< 50
  • Valore Medio: RDA 50-90
  • Valore Alto: RDA > 90

In caso di sensibilità dentinale è necessario prestare molta attenzione all’RDA, perché un dentifricio molto abrasivo può aggravare ulteriormente i sintomi della sensibilità ai denti; in questi casi è consigliato un dentifricio con RDA inferiore al valore minimo (RDA<50).

I dentifrici con un RDA superiore a 90 devono essere utilizzati con moderazione e con particolare attenzione, controllando sempre pressione esercitata in fase di spazzolamento e l’utilizzo nel tempo.fabiocordisco.it.jpg

Denti affollati nei bambini. Cosa fare?

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Il desiderio di ogni genitore è che il proprio bimbo abbia un sorriso sano, con denti ben allineati in un viso armonioso. Gli anni passano e i nostri piccoli crescono ma non sempre la loro bocca si sviluppa in modo da lasciare sufficiente spazio a tutti i dentini. Talvolta, infatti, la dimensione dei denti è maggiore dello spazio disponibile. Si parla, in questi casi, di affollamento dentale che può compromettere, in futuro, l’estetica del loro viso.

Perché si possono creare condizioni di affollamento dentale ?

Ogni dente ha una sua dimensione ed ha bisogno di un determinato spazio, ma non sempre la dimensione dell’osso è adeguata. Motivo per cui si presentano non allineati, ruotati, accavallati, disordinati.

Cosa comporta avere i denti accavallati, ruotati e non allineati?

I denti disallineati favoriscono il ristagno della placca e aumentano il rischio di problemi gengivali e di carie interprossimale. Disallineamenti e affollamenti richiedono maggiore attenzione e cura nelle manovre di igiene domiciliare.

Inoltre, impattano in modo tale da essere soggetti a usura irregolare. Il carico masticatorio è sbilanciato e sottopone alcuni denti a particolare stress masticatorio.

Come si risolve un problema di affollamento dentale?

Per equilibrare lo spazio disponibile nell’osso e lo spazio richiesto dalle dimensioni dei denti si può agire in due modi:

  1.  Aumentare lo spazio disponibile ovvero espansione delle arcate

Appena si nota un accavallamento dei denti è importante rivolgersi all’ortodontista per valutare come e quando affrontare e risolvere il problema. Alcuni trattamenti di espansione delle arcate trovano maggiore efficacia e indicazione in determinate fasce di età, per cui ogni caso deve essere valutato singolarmente in tutte le sue componenti di crescita, di permuta, di spazio dentale e di spazio osseo, nonché nelle funzioni.

Entro una certa età, l’espansione trasversale dell’arcata superiore è una procedura semplice, quasi impossibile in quella inferiore; se la ristrettezza di spazio coinvolge entrambe le arcate sarà sconsigliato espandere la sola arcata superiore per non perdere il coordinamento fra le due.

  1. Ridurre lo spazio necessario attraverso l’estrazione di alcuni denti

Per creare il giusto equilibrio, può essere necessario in alcuni casi, procedere sacrificando alcuni denti a favore di un beneficio complessivo. Questa indicazione, può lasciare perplessi. Quando un ortodontista decide che il compromesso accettabile per quel paziente è l’estrazione di alcuni elementi, significa che ha valutato le alternative terapeutiche, ma che ogni altra alternativa ha un compromesso più sfavorevole da accettare. Le estrazioni programmate in ortodonzia, sono strumento potentissimo che consente di risolvere le problematiche di spazio, senza incidere sulla parte inferiore del viso che, insieme agli occhi, caratterizza maggiormente il volto.

L’attrattività di un viso, infatti, dipende dalla bellezza delle sue singole componenti (occhi, naso, bocca) e dal rapporto tra di esse.

Ogni paziente è unico e irripetibile e l’impegno dell’ortodontista è massimo, per formulare un corretto piano di trattamento, costruito su misura sul caso dello specifico paziente. Diversi anni di studio, di specializzazione e di aggiornamento continuo, contribuiscono a far sì che il professionista abbia gli strumenti, le tecniche e le conoscenze necessarie, per gestire i diversi livelli di complessità dei casi che gli si presentano, e definire il momento ideale in cui intervenire con il trattamento ortodontico, per ottenere il maggior risultato con il minimo impegno per il paziente.

Per questo, i bambini vanno visitati prima possibile da un ortodontista che possa valutare come e se intervenire per evitare problemi più spiacevoli in futuro.

Cerchiamo di capire se e come il ciuccio può provocare danni alla dentatura

 

Come incide il ciuccio nello sviluppo del palato del bambino?

Il palato del bambino è formato da ossa che sono in formazione e non ancora saldate. L’utilizzo del ciuccio, per il quale la suzione non avviene mai per pochi minuti, ma generalmente per delle ore, ha l’effetto di inserire in una bocca in formazione un supporto solido che, ovviamente, invita il palato del bambino a svilupparsi, tenendo conto di questo elemento.

 

L’influenza del ciuccio, ma non solo del ciuccio, sul palato si manifesta su 3 piani:

– Sul piano trasversale, ovvero sullo sviluppo dell’ampiezza del palato, poiche’ il succhiotto si interpone tra la lingua e l’arcata superiore, impedendo alla lingua di poggiare sul palato.

La lingua, fra le sue funzioni, ha quella di consentire l’allargamento dell’arcata dentale superiore e di adattarla a quella inferiore.

L’interposizione del succhiotto, o di qualunque oggetto che viene succhiato, tra la lingua e il palato ostacola il naturale sviluppo e ingenera una contrazione del palato, cioe’ l’osso  superiore puo’ diventare piu’ stretto di quello inferiore.

morso incrociato

– Sul piano saggittale (per intendersi, di profilo), la presenza persistente del ciuccio determina un allungamento dell’arcata superiore. I denti davanti superiori risultano sporgenti rispetto agli inferiori.

morso profondo

– Sul piano verticale, con l’interposizione del ciuccio, il bambino sviluppa il cosiddetto “morso aperto”: osservando la bocca del bambino quando e’ chiusa e i denti posteriori sono a contatto, davanti si nota che i denti rimangono distanziati tra loro, e lasciano una sorta di apertura in cui il bambino facilmente interpone la lingua.

morso aperto

 

Questi difetti conseguenti all’utilizzo del ciuccio si manifestano sempre? E continuano a persistere una volta tolto?

Dipende… dipende da quanto viene utilizzato quotidianamente e da quando si smette di usarlo.

Intanto possiamo dire che, soprattutto nei bambini che lo utilizzano abbastanza, già all’età di 1 anno o poco più i genitori possono notare le eventuali manifestazioni osservando personalmente le arcate del bambino. Guardandolo di profilo si può rilevare la sporgenza in avanti dei dentini superiori rispetto agli inferiori ed una forma piuttosto appuntita del palato, mentre guardandolo da davanti si può evidenziare l’aumento della distanza verticale tra l’arcata superiore ed inferiore, (il morso aperto pocanzi descritto).

Se il ciuccio viene tolto quando il bambino ha un’età di 12-18 mesi è molto probabile che il morso si normalizzi da solo con la crescita. Ma nei bambini che usano ancora il ciuccio intorno ai 3 anni il problema può risultare più complesso da risolvere e richiedere terapie specialistiche e correttivi adeguati.

 

Il problema che si ingenera è di tipo estetico?

Non solo. Oltre al problema estetico, cioè denti sporgenti e un palato stretto ed appuntito, si genera un importante problema di tipo funzionale legato all’accrescimento scheletrico ed alla deglutizione.

Un palato stretto non consente il corretto accrescimento sagittale (in avanti) della mandibola e di conseguenza essa di profilo apparirà arretrata rispetto all’osso mascellare  (che contiene i denti superiori).

In secondo luogo, ma di ugual importanza, a causa della presenza fisica del ciuccio tra la lingua ed il palato e della contrazione ormai ingenerata in quest’ultimo, la lingua non trova più una sede congrua.

In una bocca sviluppata in modo fisiologico, una volta che spuntano i denti, durante la deglutizione questi rappresentano una barriera che impedisce al cibo di uscire, contemporaneamente la lingua spinge il bolo alimentare (il cibo masticato) nella gola, premendo sulla parte anteriore del palato. Inoltre in condizione di riposo a bocca chiusa normalmente il dorso della lingua poggia sulla volta del palato.

Nei bambini che utilizzano troppo a lungo il ciuccio la lingua segue uno schema diverso: assume una postura bassa, ossia rimane poggiata nella parte inferiore della bocca (il pavimento orale), e durante l’atto della deglutizione si interpone tra le arcate dentarie esercitando di frequente una spinta contro gli incisivi. In pratica avviene la persistenza del modello deglutitorio presente del neonato quando si introducono i primi cibi solidi,(deglutizione infantile), che abitualmente si modifica in seguito all’eruzione dentale.

I bambini  che usano il ciuccio inoltre spesso manifestano un’incompetenza labiale, ossia hanno la tendenza a tenere in posizione di riposo la bocca socchiusa, con la lingua visibilmente sporgente.

 

Come si corregge il problema?

Su bimbi che smettono di usare il ciuccio verso l’anno e mezzo o prima in genere avviene il  ripristino del fisiologico equilibrio tra ossa mascellari e muscolatura (lingua e labbra) e spesso si può osservare una risoluzione spontanea del problema: eliminato il ciuccio viene meno l’azione schermante di esso sulle labbra ed esse esercitando la loro fisiologica pressione consentono il naturale arretramento della dentatura.

Nei bambini più grandi, in cui le ossa sono più solide e le deformazioni sono più importanti, spesso si creano modificazioni tali da richiedere l’intervento di uno specialista in Ortodonzia  e di un Logopedista.

 

Perchè cita lo specialista in Ortodonzia (dentista) e il Logopedista (specialista per la rieducazione del linguaggio)?

Con l’Ortodonzia si agisce per ripristinare la forma fisiologica del palato ed i giusti rapporti tra le arcate dentarie, ma onde evitare recidive occorre sottoporre il paziente alla valutazione specialistica di un Logopedista che possa rilevare la necessità o meno di una rieducazione della funzione linguale con appositi esercizi.

 

E’ un problema che puo’ essere ingenerato solo dal ciuccio?

Problemi analoghi, a carico dei  denti , si ingenerano con la suzione, ad esempio,  del dito, del biberon, del labbro e della lingua stessa.

Modificazioni simili possono però manifestarsi anche in assenza di queste abitudini: ad esempio in bambini con un frenulo linguale corto (il frenulo linguale è quel segmento di pelle che collega la lingua al pavimento orale), oppure in bambini con problemi di respirazione, (che hanno quindi la tendenza a respirare con la bocca). Ma a volte appare preponderante la sola componente genetica (per cui il bambino sviluppa una data conformazione scheletrica piuttosto che un’altra).

 

Come fa un genitore a capire se si trova davanti ad un problema che necessita di rieducazione funzionale?

E’ opportuno confrontarsi con una persona competente:  un bravo Pediatra, un Odontoiatra specialista in Ortodonzia , un Logopedista,  sono figure in grado di dare la giusta indicazione.

 

E’ molto importante che i genitori abbiano la possibilità di riflettere sul fatto che uno strumento come il ciuccio, che a volte appare un aiuto insostituibile per gestire il bambino, ha dei risvolti sulla salute per far fronte ai quali l’intera famiglia poi è sottoposta a stress: le terapie infatti  sono lunghe e richiedono collaborazione, i bambini  vanno accompagnati alle varie sedute dagli specialisti, gli esercizi di rieducazione sono impegnativi e i genitori devono essere scrupolosi nel farli eseguire durante i pasti e durante la giornata. Senza omettere i risvolti economici che impegnano le famiglie per portare avanti tali terapie… Nel decidere di smettere di utilizzare il ciuccio, o di non usarlo affatto, è utile riflettere anche su questi aspetti.

fonti: V. Becherucci

 

Per avere denti sani curiamo quelli da latte

importanza della cura dei denti da latte

E’ importante curare la pulizia dei denti da latte dei bambini perchè in futuro abbiano dei denti sani.

C’è un mito presso i genitori riguardante la pulizia dei denti da latte: dovendo cadere, essendo per loro natura transitori, non occorre  curarne particolarmente la pulizia. Invece come spiega in modo chiarissimo questo articolo è fondamentale che si inizi subito a  curarne la pulizia.

“I denti da latte sono una palestra con cui il bambino deve allenarsi per acquisire uno stile di vita positivo che gli consentirà  di vivere una vita senza trapano. Se i genitori iniziano a pulire i denti da latte appena spuntati, il bimbo non avrà  nessuna difficoltà ad abituarsi a lavarli”. Particolari segreti non ce ne sono: “Bisogna iniziare molto presto. Un modo classico per  acquisire un comportamento è ll’imitazione: un piccolo che vede i genitori  pulirsi i denti, magari stimolato, tenderà  naturalmente a farlo”.

Naturalmente molti genitori si chiederanno cosa usare dato che lo spazzolino tradizionale pur con setole morbide sembra overkill per lo scopo, ed infatti l’autore da indicazioni precise che inizialmente fanno a meno dello spazzolino:


“Quando spuntano i primi dentini è opportuno che due volte al giorno la mamma o il papà  passino sui denti una garza imbibita di dentifricio al fluoro con una concentrazione non superiore a 500 parti per milione “. Le cose poi cambiano con l’età : “Dai 2 fino ai 6 anni  è necessario che i genitori sollecitino e aiutino un bambino a lavarsi i denti con un dentifricio contenente 500/1000 ppm di fluoro mettendone sulla testina una piccola quantità “. Mentre dai 6 anni in su è bene aumentare la quantità  di dentifricio – pari a una striscia di dentifricio di 1-2 cm – mantenendo la concentrazione di 1000/1400 ppm di fluoro. “Va da se che un bambino non sa lavarsi i denti; lavare i denti vuol dire rimuovere con le setole la placca batterica – spiega l’esperto -. Un piccolo non ha la maturità  neuromuscolare per farlo. Ma è importante che lo si abitui a farlo due volte al giorno: da una parte garantirà  il necessario apporto di fluoro in bocca, dall’altra acquisirà  un’abitudine utile per il resto della vita”.

INFO PER MAMME E BIMBI

Pedodonzia: qualche risposta alle domande più frequenti delle mamme :

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1) Perche’ sono importanti i dentini da latte?
Spesso c’è una convinzione, da parte dei genitori, che i dentini da latte non siano poi così importanti perchè provvisori.
Invece sono importantissimi perchè:
1. Conservano lo spazio per i successivi denti permanenti
2. Insieme alla lingua intervengono nella crescita’ mandibolare e mascellare
3. Sono una chiave importante nel corretto sviluppo del linguaggio e della fonazione
4. Se correttamente sviluppati danno una positiva immagine di se’

2) Quando iniziare a pulire i dentini da latte, e come?
Da 0 mesi all’eruzione del primo dentino bisogna cominciare a pulire le gengive del bimbo con una garzina inumidita, possibilmente dopo ogni poppata.
Successivamente, all’arrivo del primo dentino, si può cominciare a spazzolarlo con lo spazzolino appositamente studiato per i piccini, senza uso di dentifricio, con un movimento delicato dalla gengiva al dente.
Con l’arrivo dei premolari e molari da latte (attorno ai 24 mesi) oltre al movimento verticale (sempre dalla gengiva al dente, mai l’opposto) si aggiungono i movimenti “avanti-indietro” sulla superficie masticatoria (proprio dove nascono le prime carie), cercando di allontanare qualsiasi residuo alimentare dai solchi del dente.
Lavare i propri denti dopo ogni pasto principale, dando così il buon esempio, è una regola che vale per tutta la famiglia. Appena il bimbo/a è in grado di sputare, si può iniziare con l’uso del dentifricio specifico per l’età del bimbo, privo di fluoro (attenzione: la quantità del dentifricio deve essere pari ad una piccola lenticchia).

3) Come prevenire la carie nei bambini?
La regola d’oro è una corretta igiene orale dopo ogni pasto principale, riducendo al minimo i fuoripasto fatti di merendine, dolci, succhi di frutta, bevande zuccherate e caramelle gommose. Previlegiare viceversa la frutta e la verdura fresca! Comunque se è vero che gli zuccheri semplici (contenuti nelle bibite gassate, dolciumi, succhi di frutta, zucchero da tavola, miele etc.) vengono rapidamente utilizzati dalla flora batterica, è altrettanto vero che alimenti contenenti carboidrati complessi (pasta, pane, riso, orzo, farro, mais, segale, patate etc.) sono altrettanto pericolosi. Infatti, secondo recenti ricerche, sembrerebbe che sia più importante il tempo di permanenza del cibo all’interno della bocca rispetto alla quantità totale di zuccheri in esso contenuta. Gli alimenti zuccherini quindi possono essere consumati a patto che siano prontamente seguiti da un’adeguata pulizia orale, ma non prima di 10 minuti, per permettere alla saliva di tamponare il pH acido dopo ingestione, per esempio, di mele o agrumi. Infine ricordiamoci che l’alimentazione deve garantire un apporto di vitamine e minerali necessari a garantire la salute dei tessuti dentari (calcio, magnesio, fluoro, e fosforo in primis). Curiosità: via libera al succo di ossicocco (o cranberry), unico nel suo genere, in grado di prevenire la formazione di placca sulla superficie dei denti, interferendo con la capacità di un batterio gram-negativo, che prende il nome di Streptococcus mutans, implicato nella cariogenesi, di aderire alla superficie dello smalto.

4)Le sigillature dei solchi sono una buona prevenzione della carie nei bambini?
La funzione delle sigillature è di proteggere i denti dalla formazione della carie occlusale, e deve essere effettuata non appena i denti posteriori permanenti sono completamente erotti
nel cavo orale (solitamente intorno ai 6 anni). Normalmente si sigillano i molari permanenti, perché caratterizzati da una anatomia complessa, ricca di solchi e fossette difficili da pulire per la mano ancora poco esperta del bambino; ma è consigliabile sigillare anche i premolari e molari da latte, che vanno incontro alla permuta molto più avanti (attorno ai 9/11 anni), e che è quindi opportuno mantenere in bocca nelle migliori condizioni possibili fino a quel momento.
La sigillatura dei solchi consiste nell’applicazione di un materiale fluido e resinoso che scorre molto bene all’interno dei solchi e delle fossette dei denti, ed indurendosi (con una lampada fotopolimerizzante, in poco tempo e senza fastidio né dolore, non si usano strumenti aggressivi) ne rende la superficie masticante più uniforme. Questo impedisce il ristagno del cibo nei solchi, rendendone la superficie più detergibile. Inoltre la presenza di fluoro a rilascio graduale nel materiale utilizzato contribuisce a rinforzare lo smalto ed a proteggerlo ulteriormente dalla formazione della carie. Il tutto, ripetiamo, è assolutamente indolore, con brevi sedute da 10 minuti circa. Solitamente in due o al massimo tre sedute si sigillano sia i premolari e molari da latte che, soprattutto, i primi molari permanenti (che sono quattro!).

5) Quando portare i bambini a fare la prima visita dal dentista?
Generalmente consigliamo di non posticipare troppo in là, negli anni, sia per far conoscere ai bimbi la figura del dentista, sia soprattutto per non aspettare l’insorgenza delle prime problematiche dovute alla carie già in atto. Aspettando il “buco”, o addirittura i primi sintomi legati ad una carie avanzata (dolore, ascesso, dente distrutto), il primo approccio con la figura del dentista risulterebbe certamente più traumatico, e costringerebbe ad intervenire in prima battuta senza aver costruito precedentemente un rapporto di fiducia con il proprio curante. Quindi il consiglio è di introdurre la figura dell’odontoiatra già all’età di 3 anni, magari iniziando soltanto a contare i dentini insieme e facendo un giro su e giù sulla poltrona ’’magica’’ del dentista. Fare la prima visita precocemente è quindi importante anche per gettare le basi per un buon rapporto tra il bambino ed il dentista, e quindi tra l’adulto del domani ed il dentista.
Un suggerimento importante è non usare MAI il dentista come minaccia nei confronti di un bimbo restio a lavarsi i denti, o che mangia troppi dolci, poiché questo costituisce il miglior viatico per una futura fobia.

6) Il mio bambino ha delle macchie scure sui denti, che cosa sono?
Se si tratta di piccole macchioline alla base dei denti che formano una specie di linea scura a livello del colletto, è una cosa assolutamente innocua, non crea danno alcuno, e sembrerebbe pure associato ad una bassa incidenza di carie. Gli americani identificano qs fenomeno come Black Tartar, ma non si tratta di tartaro, bensì di batteri cromogeni che, associati ad una certa composizione salivare, creano queste macchioline scure. Queste macchie possono essere rimosse dal dentista con un gommino ruotante e un po’ di pasta abrasiva, ma tendono a riformarsi velocemente.

Carie nei bambini, dietrofront degli esperti sul fluoro: «No alle gocce. L’unico utile per la prevenzione è quello nei dentifrici»

Carie nei bambini, dietrofront degli esperti sul fluoro: «No alle gocce. L’unico utile per la prevenzione è quello nei dentifrici»

Dentista-Termoli-Cordisco-Fabio

Per anni i pediatri ci hanno raccomandato di somministrare gocce di fluoro nei bimbi sopra i sei mesi per prevenire le carie. Peccato che adesso la Società italiana di odontoiatria infantile, nelle nuove linee guida per la promozione della salute orale nell’età evolutiva, faccia una decisa retromarcia. Sottolineando che per la prevenzione della carie va privilegiato l’impiego topico di fluoro (ovvero quello nei dentifrici) rispetto a quello sistemico in gocce e compresse.

Di «rivoluzione» parla Giuseppe Marzo, che a margine del 17° congresso nazionale della Sioi in corso a Roma, sottolineano come le nuove guidelines «centrano il nostro obiettivo, che è quello di allinearsi allo standard d’eccellenza dei Paesi scientificamente più avanzati: le evidenze scientifiche hanno infatti dimostrato che l’unico fluoro utile è quello che arriva a contatto con la superficie dei denti».

Le raccomandazioni – già recepite dal ministero della Salute e approvate dal Consiglio superiore di sanità, grazie al lavoro di un pool di esperti tra cui i rappresentanti della Sioi – «hanno ridimensionato notevolmente l’indicazione all’uso sistemico del fluoro, dando risalto alla qualità e all’efficacia superiore della forma di somministrazione topica sia domiciliare sia professionale» attraverso l’uso di gel e dentifrici.

Non solo. Le concentrazioni di fluoro per uso topico devono essere variabili e rapportate all’età e alla suscettibilità alla carie del singolo bambino. «I piccoli di solito ingoiano il dentifricio – sottolinea Marzo – ed è quindi importante per la loro salute che essi utilizzino un prodotto a basso contenuto di fluoro». Le evidenze scientifiche suggeriscono inoltre che, per una corretta prevenzione della salute dei denti, è opportuno cominciare le visite dal dentista già dai tre anni.

Fonte: http://www.sanita.ilsole24ore.com

Sei una neomamma ? Conosci la “Sindrome da Biberon” ?

Bright mother feeding her adorable son in the kitchen  Il tuo bambino non ti lascia dormire la notte?

Si addormenta solo con il biberon e camomilla solubile o con il ciuccio e miele?

Sappi che l’assunzione prolungata e notturna di bevande zuccherate, o di succhiotti intinti in sostanze zuccherate, a scopo di calmante è da considerarsi un’abitudine alimentare scorretta.

Tra le bevande zuccherate: camomilla solubile, succhi di frutta, tisane dolci, latte con zucchero o miele, latte e biscotti, etc.

Oltre al fattore di predisposizione indviduale, l’esposizione prolungata agli zuccheri dei denti da latte favorisce la comparsa del processo carioso prevalentemente nel settore dei denti frontali, ma anche altri denti ne possono essere colpiti.

La carie nei neonati e nei bambini molto piccoli è spesso definita come “Carie o sindrome da biberon”.

È un problema che riguarda i piccoli tra i 9 mesi ca. e 3 anni di età.

Pensi che i denti da latte, essendo temporanei, non siano importanti?

I denti decidui come quelli permanenti sono necessari per masticare, parlare, sorridere, oltre ad essere fondamentali nel processo di eruzione di quelli permanenti.

Durante la notte il flusso salivare diminuisce, non esplicando così la sua funzione di tamponamento dell’acidità, provocata dai batteri con la fermentazione degli zuccheri. Lo smalto dei denti a causa di questa acidità diventerà più suscettibile agli attacchi dei batteri.

Se la carie da biberon non viene trattata provocherà dolore e infezione. I denti gravemente cariati potranno avere bisogno di essere rimossi.

Se i denti sono infetti o persi troppo presto a causa della carie da biberon, il bambino potrà sviluppare abitudini viziate, problemi di linguaggio e anche lo stato di salute dei denti permanenti potrà esserne condizionato. Inoltre, in seguito all’estrazione di un dente deciduo, le probabilità che i denti permenenti erompano in una direzione non corretta aumentano.

I nostri consigli

La buona notizia è che con alcuni semplici accorgimenti si può prevenire la sindrome da biberon:

– Pulisci le gengive del tuo bambino con una garza o un panno pulito dopo ogni poppata;

– Inizia a pulire i denti del tuo bambino, senza dentifricio, quando erompe il suo primo dente;

– Utilizza uno spazzolino con setole morbide per abituare il bambino all’igiene orale;

– Pulisci e massaggia le gengive anche nelle zone prive di denti;

– Quando tutti i denti da latte sono erotti passa il filo interdentale;

– Programma per tuo figlio regolari visite odontoiatriche e sappi che i rivestimenti sigillanti possono aiutare a prevenire la carie nei bambini.

Ricorda:

– Non permettere mai al bambino di addormentarsi con il biberon contenente altro che acqua;

– Non dare mai al tuo bambino un ciuccio immerso in qualcosa di dolce;

– Riduci lo zucchero nella dieta soprattutto tra i pasti.

Non è mai troppo tardi per eliminare le cattive abitudini. Se il tuo bambino beve liquidi zuccherati dal biberon durante la notte, puoi rompere questa abitudine gradualmente, diluendo il contenuto della bottiglia con acqua.

Consigli:

– Se il tuo bambino ha le gengive gonfie in seguito all’eruzione dei denti con conseguente dolorabilità, puoi utilizzare delle creme specifiche naturali o emollienti a base di camomilla.

– Non far utilizzare durante i pasti al tuo bambino le tue stoviglie, la carie è trasmissibile. Studi clinici hanno evidenziato come nella bocca di un bambino ancora privo di denti, non sia presente il microrganismo della carie e come la sua presenza sia riconducibile ad un meccanismo di trasmissisione da parte della madre.

Per qualsisi dubbio o curiosità rivolgiti al tuo dentista o igienista dentale che sapranno darti tutte le risposte che cerchi.

La salute orale del tuo bambino è molto importante anche per noi.

Prevenire la carie nei bambini: il fluoro

dentista-termoli-bambini-cordisco-fabio                     La somministrazione di fluoro                                                è uno degli argomenti più dibattuti degli ultimi anni, sebbene né odontoiatri, né pediatri, né igienisti dentali mettano in discussione che la FLUOROPROFILASSI sia un’arma fondamentale per prevenire la carie nei denti da latte.

La confusione, o quanto meno i punti di vista differenti, nascono sulla modalità di somministrazione del fluoro nei bambini. Il risultato è che spesso i genitori non sanno come comportarsi!

Ma andiamo con ordine. Intanto, cos’è il fluoro?

È un minerale naturale presente sulla crosta terrestre e per questo viene già normalmente assimilato in piccole quantità dal nostro organismo, attraverso l’alimentazione vegetale e durante l’assunzione dell’acqua. In alcuni paesi con bassa concentrazione di fluoro naturale, come gli Stati Uniti, viene addirittura aggiunto nella rete idrica, proprio con l’obiettivo di ridurre l’incidenza della carie nella popolazione.

Perché protegge dalla carie?

Il fluoruro aiuta le ossa e i denti dei bambini in fase di crescita, rafforzando lo smalto dei denti da latte e di quelli permanenti prima che erompano. Anche negli adulti continua la sua funzione protettiva dello smalto dei denti permanenti.

Come somministrarlo?

Ed eccoci al “dunque”. Per anni la comunità scientifica ha consigliato un’assunzione per via sistemica del fluoro, attraverso cioè l’uso di gocce o pastigliette. Secondo gli ultimi studi, invece, è sufficiente assumerlo per via topica, attraverso l’uso di dentifrici fluorati o di gel ad alta concentrazione di fluoro, applicato con apposite mascherine, durante le sedute di igiene orale.

Per questo è stata realizzataa novembre del 2013, la revisione delle Linee guida per la prevenzione della salute orale in età evolutiva, messe a punto da un gruppo di esperti e approvate dal Ministero come aggiornamento del testo del 2008.

Le nuove “Linee guida” suggeriscono inoltre che le quantità di fluoro presenti nei dentifrici devono essere rapportate all’età dei bambini e alla personale predisposizione alle carie:

  • dai 6 mesi ai 6 anni si può usare un dentifricio contenente almeno 1000 ppm (parti per milione) di fluoro, due volte al giorno, con una quantità pari alla grandezza di una lenticchia, (lo spazzolino va solo “sporcato” col dentifricio).  
  • Nei bambini oltre i 6 anni si può usare un dentifricio con 1000-1500 ppm di fluoro e con quantità sullo spazzolino crescenti con il crescere dell’età. 

Il fluoro in compresse o gocce non viene comunque bandito, ma riservato a casi particolari e sempre prima sottoposti all’odontoiatra infantile o al pediatra, per comprenderne la necessità e stabilirne la corretta somministrazione per evitare di incorrere nel rischio di un sovradosaggio. 

Con questo aggiornamento delle Linee guida anche l’Italia si allinea comunque alle pratiche di somministrazione del fluoro degli altri paesi, dove già da tempo, si consiglia l’uso del fluoro per via topica.